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L’inventiva italiana nell’emergenza: da maschere Sub a maschere C-Pap

Un oggetto per le vacanze, acquistabile per soli 25 euro è diventato oggi un nuovo strumento salvavita.

Sui social si condivide il nuovo riutilizzo delle maschere da snorkeling, ideate dalla ditta Decathlon e modificate da un’azienda comasca per far fronte all’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese.

Ed ecco l’inventiva italiana, capace di trovare soluzioni con oggetti tirati fuori dagli armadi e dalle soffitte, che solamente sette mesi fa avevano permesso a molti di ammirare fondali di mari e laghi.

La tecnologia e l’ingegno si uniscono qui per far fronte all’emergenza da Covid-19 che da settimane sta affliggendo gli ospedali di tutta Italia, trovando un sistema per alleviare la degenza delle migliaia di pazienti che oggi si ritrovano attaccati a dei respiratori e rispondere alla carenza di presidi sanitari.

E dopo l’ingegno, ecco che arriva la solidarietà: a marzo ci si ritrova a raccogliere le maschere da snorkeling che gli amici e i parenti ci avevano regalato per Natale o per il compleanno. Ma questa volta non si ammirerà lo splendore del fondale sabbioso o l’intrigante scogliera, il loro utilizzo oggi è più nobile: delle semplici maschere ideate per lo svago potranno contribuire a salvare delle vite umane.

Oggi è la stessa Decathlon che, attraverso un post sulla sua pagina facebook ufficiale, si rende disponibile a collaborare per rendere la maschera EASYBREATH a tutti gli effetti una maschera C-Pap ospedaliera per la terapia Sub-intensiva.

Ecco il testo del post comparso oggi sulla piattaforma social:

Negli ultimi giorni sono sempre più presenti online notizie che riguardano la possibilità di riconversione della nostra maschera EASYBREATH a strumento utile per l’assistenza sanitaria, in assenza di dispositivi certificati nell’emergenza Covid-19. Ci teniamo a ribadire, in qualità di ideatori e produttori oltre che distributori, che questa maschera è stata concepita per lo snorkeling e quindi raccomandiamo di non modificarla autonomamente, perché i flussi d’aria potrebbero essere alterati.
Tuttavia, considerato il contesto senza precedenti che stiamo vivendo, il nostro team di ingegneri si è reso disponibile a collaborare con i centri di ricerca più accreditati che hanno come finalità validare l’adattabilità della maschera riducendo i rischi collaterali. Nella fattispecie stiamo collaborando, su richiesta della Regione Lombardia, con il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, ornendo loro i disegni e le caratteristiche tecniche del nostro prodotto.
Contiamo in questo modo di dare un contributo.
È il momento di attivare la responsabilità individuale e la fiducia collettiva, in questo contesto difficile che l’umanità sta vivendo.

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