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9 FEBBRAIO 1801: IL TRATTATO DI LUNÉVILLE

9 FEBBRAIO 1801: IL TRATTATO DI LUNÉVILLE

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Febbraio 9, 2023    
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In seguito alle vittorie dell’anno 1800, Napoleone a Marengo il 14 giugno e Moreau a Hohenlinden il 3 dicembre e all’armistizio di Treviso il 15 gennaio 1801, il trattato di Lunéville, firmato il 9 febbraio 1801 sulle basi di quello di Campo-Formio, tra Giuseppe Bonaparte, in rappresentanza della Repubblica francese e del conte Louis de Cobentzel, in rappresentanza dell’Austria, segna la fine della Seconda coalizione.

Conferma il possesso per la Francia del Belgio, della riva sinistra del Reno e del principato del paese di Montbéliard.

L’Austria riconosce la Repubblica Batava e la Repubblica Elvetica e deve riconoscere la Repubblica Ceca ampliata di Modena e delle Legazioni e la Repubblica Ligure, poste sotto la protezione della Francia. L’Austria accettò anche che Ferdinando II, Granduca di Toscana, fratello dell’imperatore, perdesse i suoi stati di Toscana e in cambio ricevette l’arcivescovado di Salisburgo, mentre il Granducato di Toscana si trasforma in regno d’Etruria e viene affidato a Luigi I in cambio del ducato di Parma.

Bonaparte aveva affidato questo negoziato a suo fratello Giuseppe. Ne parlò a Sant’Elena il 27 febbraio 1816. Così dicono due degli “evangelisti”:

Gourgaud: Cobentzel (che Sua Maestà chiamava l’orso bianco del Nord), al momento del trattato di Campo-Formio, era molto gentile al salone, ma molto grossolanamente tedesco nelle conferenze diplomatiche. Diceva sempre: “Non succederà; l’Imperatore, il mio maestro, non acconsentirà mai.” Aveva sulla console un cabaret composto da bellissime tazze, che aveva ricevuto in dono da diversi sovrani, in particolare da Caterina di Russia, di cui parlava sempre. 

Il generale Bonaparte, indignato dal tono arrogante di questo diplomatico, che, allungando la sua grande mano sul trattato in questione, diceva: “Non sarà così”, si alzò e prese il cabaret dicendo: “Conte di Cobentzel, questo è il tuo ultimatum? Beh, tra tre mesi, distruggerò la vostra monarchia come ho fatto con questo cabaret. Rompo le trattative!” Lasciò cadere le porcellane e uscì dalla stanza. Questa minaccia ebbe effetto; il giorno dopo il trattato fu firmato. L’Imperatore, raccontandoci questo, diceva: “Avevo tutto l’orgoglio di un repubblicano e disprezzavo gli austriaci”. 

E Montholon conferma:

Mr. de Cobentzel – ci dice l’Imperatore- è gentile al salotto, orso nel gabinetto; il suo modo di negoziare è insopportabile e offensivo. Quando trattammo la pace, osò dirmi: “Sua Maestà l’imperatore, il mio maestro, non lo permetterà mai… Non sarà così.”  A ogni risposta. Ho rotto un bellissimo cabaret di porcellana che era su un tavolo vicino a me e gli ho detto: “Entro tre mesi, spezzerò la corona del vostro padrone come in questo momento sto rompendo questo cabaret!”  

Avevo allora l’orgoglio del repubblicano e disprezzavo gli austriaci. M. de Cobentzel fu annientato; firmò quello che volevo. Quando incaricai Giuseppe dei negoziati di Lunéville, gli ricordai questa circostanza: mi comprese e dominò costantemente il conte di Cobentzel nelle conferenze che ebbero luogo a Lunéville.