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8 MARZO 1799: DESAIX E BELLIARD AI COMBATTIMENTI DI COPTOS E BENOUTH

8 MARZO 1799: DESAIX E BELLIARD AI COMBATTIMENTI DI COPTOS E BENOUTH

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Marzo 8, 2023    
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• Leggiamo questo racconto, ispirato alle “Effemeridi militari dal 1792 fino al 1815”:

Il generale Desaix, comandante delle truppe francesi nell’Alto Egitto, informa che Murad-Bey e tutti i capi mamelucchi, uscendo ancora una volta dal deserto, dopo aver riunito numerosi corpi di arabi, nubiani e fellah, si preparano a marciare su Syout; si affretta a prevenirli e dirige varie colonne per impedire la riunione dei corpi nemici. In questa nuova spedizione, il generale francese si fece seguire da una flottiglia sul Nilo, portando viveri e munizioni; ma contrariata dai venti fu costretta a fermarsi all’altezza di Benouth.

Hassan, al quale la marcia di Desaix impedì di raggiungere Murad-Bey, avendo appreso che la flottiglia francese era stata consegnata alle proprie forze, si affrettò a portarsi su Benouth con un corpo di 3-4 mila uomini. Gli Arabi si precipitano nel Nilo e si impadroniscono successivamente di tutte le navi da trasporto; dirigono allora tutti i loro sforzi contro la djerme [piccola nave costiera e fluviale] L’Italia, che protegge il convoglio.

Quest’ultima, comandata dal capitano Morandi, fa un terribile fuoco di mitraglia che per lungo tempo allontana gli assalitori, ma il vento che l’ha gettata su un banco di sabbia, permette al nemico di avvicinarsi da tutti i lati e il coraggioso Morandi, per non cadere vivo nelle mani di questi barbari, lui stesso fa saltare in aria l’Italia e tutti gli arabi che già coprono il ponte.

Il generale Belliard, informato dei pericoli che corre la flottiglia, si dirige in tutta fretta su Benouth con la 2a leggera, forte solo di settecento-ottocento uomini, ma è troppo tardi. L’8 marzo trovò vicino a Copto l’avanguardia di Hassan, che gli venne incontro. Formò subito la sua piccola truppa in quadrato, affiancata solo da un pezzo di tre e quindici cavalieri e sostenne il primo scontro del nemico. Assalendo a sua volta, attaccò gli Arabi, li mise in fuga, e, superando diversi fossati e canali di cui difendevano il passaggio, arrivò davanti a Benouth, dove fu riunito il grosso delle truppe di Hassan.

Anche l’attacco e la resistenza sono ostinati. Gli arabi, che hanno sbarcato l’artiglieria e le munizioni della flottiglia, fanno un terribile fuoco di mitraglia a cui risponde debolmente la moneta di tre del generale Belliard. Tuttavia, l’abilità delle manovre e l’intrepidità degli assalitori prevalgono sul numero. Il nemico, deposto dalle sue posizioni, cerca rifugio nel villaggio, si barrica nelle case e nella moschea e rinnova un fuoco letale sui francesi.

Disperato di forzare in questa ritirata nemici così furiosi, il generale Belliard fece successivamente appiccare il fuoco a tutti gli edifici in cui si difendevano e presto il villaggio non era altro che un mucchio di cenere e di cadaveri. Una sola casa è ancora in piedi e, anche se ridotti, gli arabi, con il fucile in mano, la sciabola o il pugnale nei denti, completamente nudi, disputano accanitamente ogni stanza di questo edificio, la cui corte è già al potere del capo brigata Eppler, alla testa dei carabinieri della 21ª.

In mezzo a loro vediamo Hassan, animandoli con la voce e il suo esempio. Anche gli ultimi ridotti vengono massacrati e anche Hassan sarà trovato tra i morti. 

I vincitori riportano solo 33 morti e un centinaio di feriti. Tuttavia, questa perdita è ben compensata dalla distruzione del corpo nemico, dalla morte del suo temibile capo e dal recupero dell’artiglieria e di tutte le navi della flottiglia, ad eccezione della djerme Italia. Questa giornata, che fa il massimo onore al generale Belliard e all’intrepido 21º leggero, deve essere collocata tra i più gloriosi eventi della spedizione d’Egitto.