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7 GENNAIO 1768: NASCITA DI GIUSEPPE BONAPARTE

7 GENNAIO 1768: NASCITA DI GIUSEPPE BONAPARTE

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Gennaio 7, 2023    
12:00 am

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Ricordiamo qui la giovinezza di Giuseppe Bonaparte, dal nome originario Gieuseppe-Napolione di Buonaparte, nato a Corte il 7 gennaio 1768.

I suoi genitori, Carlo e Letizia, anche se molto giovani, hanno già perso due bambini piccoli. Il 1768 vede opporsi ai francesi, che considerano invasori, i sostenitori di Pascal Paoli. Al loro fianco, Carlo di Buonaparte, sua moglie, e, nei pannolini, il piccolo Giuseppe.

Carlo di Buonaparte, avvocato, è legato da un’amicizia filiale a Paoli. Ma, dopo aver lottato duramente, è uno dei primi a capire che la lotta è impari e che ha tutto l’interesse a patteggiare con i francesi. Si unisce a loro. Giuseppe lo giustifica così nelle sue Memorie: “Mio padre era diventato un buon francese, vedendo gli immensi vantaggi che il suo paese traeva dalla sua unione con la Francia”. Carlo divenne presto amico del comandante militare della Corsica, il potente conte di Marbeuf, la cui protezione sarà decisiva per i destini della famiglia.

Mentre Carlo cercava in Toscana prove di un ipotetico lignaggio, per far valere l’antica origine della sua famiglia, cosa che gli avrebbe permesso di ottenere dalla corona di Francia tutti i vantaggi che riservava solo ai nobili, Letizia non smette di dare a Giuseppe fratellini e sorelline. Nel 1769, Napoleone, nel 1775, Lucien, due anni dopo, Mariana (Elisa), poi Louis, Paoletta (Pauline), Nunziata (Caroline), e infine Girolamo.

Giuseppe e Napoleone, i due maggiori, separati da Lucien, il più vicino ai loro fratelli con una differenza di sei anni, stringono tra loro una grande complicità. Se Napoleone non può fare a meno di Giuseppe, è per dominarlo. Giuseppe è più forte, ma si lascia battere da Napoleone quando quest’ultimo ha una rabbia da passare. Napoleone a volte obbliga Giuseppe a redigere i suoi doveri al suo posto e Giuseppe si sottomette e obbedisce senza amarezza.

Giuseppe e Napoleone imparano a leggere e a scrivere in un collegio di gesuiti. Il loro maestro, l’abate Recco, appassionato di storia antica, propone loro un gioco: la classe è divisa in due campi: i Romani e i Cartaginesi. Giuseppe è romano, mentre Napoleone è cartaginese. Furioso quando viene a sapere che Cartagine è stata sconfitta e distrutta da Roma, Napoleone rifiuta di rimanere nel clan dei vinti, e chiede di essere trasferito dai Romani, mentre Giuseppe dovrà sostituirlo con i Cartaginesi!

Alla fine del 1778, Carlo Bonaparte, eletto deputato della nobiltà, riparte per la Corte. Con lui, s’imbarcano, il 15 dicembre, quattro ragazzi. Il più anziano, il piccolo cugino Aurelio Varese, nominato suddiacono di Autun dal vescovo Monsignor de Marbeuf, il fratello del protettore dei Bonaparte, il giovane Fesch, fratellastro di Letizia, per fare i suoi studi ecclesiastici sul continente.

Fesch si ferma al seminario di Aix, mentre il 1º gennaio 1779 la piccola truppa arriva ad Autun. Giuseppe e Napoleone entrano nel quorum di questa città. Carlo ha deciso di destinare Giuseppe al sacerdozio. E Napoleone dovrà attendere il risultato dei passi che suo padre farà a Versailles per ottenere l’ammissione alla scuola di Brienne. Dopo quattro mesi, Giuseppe e Napoleone, che non sapevano una parola in francese, si esprimono in questa lingua. Napoleone, il 21 aprile 1779, dovette lasciare Autun e suo fratello per partire verso Brienne.

La loro separazione è dolorosa. Giuseppe piange, mentre Napoleone non lascia vedere il suo dolore. Dopo la sua partenza, il vicepreside, l’abate Simone, testimone del loro addio, dice a Giuseppe: “Egli ha versato solo una lacrima, ma essa dimostra il suo dolore di lasciarvi tanto quanto tutte le vostre… “