Un anno, un anno già! Nonostante il dolore, le lacrime trattenute, la mancanza, l’immenso vuoto che Thierry ci lascia, oggi voglio non essere triste, ma voglio sentirmi fortunato e felice di averlo incontrato, di aver potuto confrontarmi con lui, a Parigi e a Montpellier, dove due volte ci aveva fatto visita.
Thierry avrebbe dovuto tornare per il Circolo Napoleonico nel febbraio 2022, ma le Parche e le Norne avranno deciso altrimenti…
Thierry era figlio di Franche-Comté, questo crocevia tra le tradizioni latine e germaniche, crogiolo dell’Europa dei Popoli. Da questa madre terra aveva tratto la potenza e il coraggio, l’ostinazione e il gusto del lavoro ben fatto, la lealtà e l’onestà, ma anche la modestia.
Un anno, oggi, che Thierry ci ha lasciati. Ma ci ha abbandonatidavvero? Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo sentono sempre risuonare il suono della sua voce e ricordano le sue chiare parole sull’Imperatore. Allora, come si dice in Italia,
Thierry? Presente!
E Gran Bravo e Grazie a te, Thierry. Si potrà dire di te: Thierry, Professore di Energia.
Guarda la sua conferenza, l’opera di pace di Napoleone, a Montpellier, con Gilles Gudin de Vallerin e David Chanteranne, nel 2020, cliccando sul link: https://www.youtube.com/watch?v=9Y9myihaX-w
Dimitri Casali aveva scritto su Thierry Choffat:
Éuna notizia terribile e ho il cuore stretto,
Il mio amico, il nostro amico, Thierry Choffat, il migliore di tutti noi, Bonapartisti, Napoleonici, ricostituenti o semplici appassionati del Primo e Secondo Impero, ci ha appena lasciati. Brillante, caloroso, leale, totalmente disinteressato, eccellente insegnante e autore, quello che incarnava il vero spirito napoleonico (a differenza di molti altri). Ci mancherà disperatamente.
Mancherà soprattutto al suo paese dove gli uomini del suo bene si fanno rari.
Pace alla tua anima, Thierry, hai raggiunto i nostri imperatori e l’Olimpo dei Duroc, Drouot, Ney, Lannes Murat e tutti gli altri che ammiravi tanto. Ora sei uno di loro.
Onore e Patria! E questo famoso grido, un grido nel quale sbocciavano tutte le nostre speranze: Viva l’Imperatore!