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6 MARZO 1815: IL DILEMMA DEL COLONNELLO LA BÉDOYÈRE

6 MARZO 1815: IL DILEMMA DEL COLONNELLO LA BÉDOYÈRE

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Marzo 6, 2023    
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Mentre l’Imperatore aveva già superato Digne, la sera del 4 marzo 1815, il generale Marchand, che comandava la piazza di Grenoble et Fourrier, prefetto dell’Isère, apprende, con una lettera del prefetto del Var, il suo sbarco a Golfe-Juan. Si consultano e decidono di tenere l’informazione segreta il più a lungo possibile. Nel momento in cui Fourrier – grande matematico ed anziano dell’Istituto d’Egitto – manifesta la sua fedeltà borbonica di nuova data, un emissario di Napoleone entra segretamente nella città. È il dottor Emery, chirurgo del Battaglione dell’Isola d’Elba, che precede di due giorni. Emery, ricercato dalla polizia, trova asilo presso un amico, il Gantier Jean Dumoulin.

Il 5 marzo, Fourrier scrisse e fece affiggere un proclama realista al Municipio. Il silenzio non serve più a nulla, perché dalla mattina la notizia dello sbarco dell’Imperatore si è diffusa in tutta Grenoble. Le proclamazioni dell’Imperatore sono già diffuse ovunque. La più viva agitazione regna in città, dove le notizie più straordinarie, tutte favorevoli a Napoleone, trovano credito…

Una sorda gioia, pronta ad esplodere, si manifesta nella popolazione. Per quanto riguarda i soldati della guarnigione, evitano ogni atto di insubordinazione, ma manifestano i loro sentimenti non appena i loro ufficiali si allontanano. La notte prima i genieri del terzo reggimento hanno illuminato le loro caserme!

Lo stesso giorno, Marchand riunì tutti i generali, i colonnelli e i maggiori della guarnigione. Questi affermarono di essere sicuri della disciplina delle loro truppe. Devilliers, che comandò la brigata di Chambéry, ricevette un dispaccio da Marchand che lo chiamò a Grenoble per opporsi alla marcia di Bonaparte.

Devilliers comunica questa informazione e quest’ordine a La Bédoyère, che crede innanzitutto in una mistificazione. Ma quando diventa certo della realtà dei fatti, si ritrova in grande smarrimento e in grande turbamento interiore. Prima di tutto suggerisce al suo superiore di non marciare subito su Grenoble e di aspettare un giorno o due.

Il 6, a Parigi, Luigi XVIII, che presiedeva un consiglio dei ministri per trattare del ritorno dell’”usurpatore”, chiese la convocazione delle Camere. Un’ordinanza reale dichiara Napoleone Bonaparte traditore e ribelle; tutti i comandanti della forza armata dovranno portarlo davanti a un consiglio di guerra e fucilarlo con la semplice constatazione della sua identità.

A Grenoble, riuniti di nuovo da Marchand, i capi dei corpi gli riferiscono che molti soldati sembrano “esitanti”, in particolare quelli del 4º artiglieria dove servì un tempo “il piccolo tenente che veniva dalla Corsica”… Marchand rinunciò allora al suo progetto iniziale di mettersi contro “i briganti di Bonaparte” e decise di difendersi a Grenoble. Per guadagnare tempo, inviò a La Mure una compagnia del terzo genio, con il battaglione Delessart del 5º di linea, per far saltare il ponte di Ponthaut.

A Chambéry, Devilliers decise di far partire la settima e l’undicesima linea che considerava truppe poco sicure. D’altronde non dice parola alle sue unità sulla causa reale del loro spostamento.

Ecco questi due reggimenti sulla strada di Grenoble. La Bédoyère, in testa al 7º di linea, si ferma a pranzo alla grand’halte, da Madame de Bellegarde. La contessa de Boigne raccontò in seguito che La Bédoyère gli avrebbe espresso la sua fede assoluta nel successo del ritorno dell’Imperatore, che egli desiderava ardentemente. E, nel momento in cui risaliva a cavallo, gli avrebbe gridato, per quanto serio, per metà scherzoso: “Addio, signora, tra otto giorni o sarò fucilato o maresciallo dell’Impero!”

Gioia e turbamento si intrecciano nello spirito di La Bédoyère. Obbedire ai suoi superiori, fedeli al re? Trasmettere questa obbedienza ai suoi ufficiali, ai suoi soldati, che sa che amano l’Imperatore? Seguire il Re, la cui nazione quasi unanime non vuole più? Unire l’Imperatore, oggetto di tutti gli sguardi e di tutte le speranze? Coccarda bianca o tricolore? Fiore di giglio o aquila imperiale? E cosa direbbe sua moglie, fervente realista? E i suoi fedeli ai Bourbons? Sarà considerato dalla sua famiglia come un traditore? Come un rinnegato?

La Bédoyère arrivò a Grenoble il 7 marzo a mezzogiorno, con tutta la brigata di Chambéry. Vi ritrova uno squadrone del quarto ussaro venuto da Vienna, nell’Isère, quegli stessi ussari che l’anno scorso hanno gridato: “Lunga vita all’Imperatore!” A una recensione del conte d’Artois… Ma ci sono anche due reggimenti di linea, in particolare il 7º, che è fedele ai Borbone. Marchand li passa tutti in rassegna, rivela loro la marcia e l’approccio di “Bonaparte”, e li esorta a fare il loro dovere…

La Bédoyère, che ha pranzato con il Generale Marchand, raduna il suo reggimento alle grida di “Viva l’Imperatore!” E dopo una breve conciliazione con i suoi ufficiali e i suoi soldati, esce da Grenoble per incontrare Napoleone…