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5 MARZO 1814: BATTAGLIA DI BERRY-AU-BAC

5 MARZO 1814: BATTAGLIA DI BERRY-AU-BAC

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Marzo 5, 2023    
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Il 5 marzo 1814 a Berry-au-Bac, nel dipartimento dell’Aisne, si opponevano la cavalleria francese comandata da Napoleone e i cosacchi del generale Ferdinand von Wintzingerode. Durante lo scontro, i francesi presero il ponte sull’Aisne e respinsero i cavalieri russi, permettendo al resto delle truppe di Napoleone di attraversare questo fiume.

Soissons si è arresa senza grandi combattimenti il 3 marzo: il generale Moreau, che comanda la piazza, ha capitolato senza una ferma resistenza e troppo presto. Blücher, che stava per essere circondato dalle truppe francesi, riuscì a sfuggire all’annientamento. La speranza di sconfiggere rapidamente e definitivamente questo esercito della Slesia svanì e, inoltre, si rafforzò con gli uomini di Bülow, Winzingerode e Woronzov.

L’Imperatore decise di inseguire Blücher e ordinò a Nansouty di prendere il ponte di Berry-au-Bac, per permettere all’esercito di attraversare l’Aisne.

Quest’ultimo partì con la sua cavalleria, comprendente i lancieri polacchi della Guardia imperiale del generale Pac e la divisione del generale Exelmans. Il 5 marzo giunsero verso le due del pomeriggio davanti alla città difesa da 2.000 cosacchi russi appartenenti al corpo d’armata del generale Wintzingerode, posizionati davanti al ponte.

Il capo squadrone Skarzinski, che comandava l’avanguardia dei lancieri polacchi, si precipitò sul ponte, difeso da una divisione di cavalleria nemica e da due pezzi di cannone e lo rapì. I lancieri polacchi, incoraggiati dalla presenza di Napoleone sul campo di battaglia, caricarono i russi che furono rapidamente affondati e dovettero rifare il ponte in disordine. L’impeto dell’attacco è tale che il nemico può opporre solo una debole resistenza.

Il ponte è libero. Dietro i lancieri polacchi, gli squadroni di Nansouty e di Exelmans, poi il resto dei cavalieri del generale Pac lo attraversano al galoppo e si lanciano all’inseguimento dei russi. Durante la mischia, il capo squadrone Ambroise Skarzynski, del 3º Esploratore, strappa una lancia dalle mani di un cosacco. Abbandonando la sua spada, la usa per mettere fuori combattimento diversi avversari, stordendo con colpi di traverso uno, perforandone un altro, imitato in questo da altri ufficiali e sottufficiali polacchi. La perdita del nemico è così grande che la strada e i suoi lati sono coperti di lance abbandonate, che il generale Dautancourt fa raccogliere per armare quelli dei suoi lancieri che hanno avuto i loro rotti o persi.

I fuggitivi russi tentarono di riformarsi oltre La Ville-aux-Bois, ma furono nuovamente dispersi dalla cavalleria della Guardia e respinti su Corbeny. Durante l’impegno, la truppa di Nansouty catturò 200 cosacchi e due pezzi di artiglieria e bagagli nemici. Tra i prigionieri, il principe russo Gagarin, che non smette mai di declinare il suo titolo.

l’Imperatore scrive da Berry-au-Bac, la sera del 5 marzo, al suo ministro della guerra, il generale Clarke: “Signor duca di Feltre, sono arrivato qui alle 4 del pomeriggio. Il corpo di Witzingerod (sic) voleva impedirci di passare, ma quando ha visto la fanteria, ha lasciato solo cosacchi e baskir. Abbiamo passato al passo di carico il bellissimo ponte che abbiamo qui sul Aisne.

Abbiamo preso alcuni uomini e 2 pezzi di cannone. Abbiamo preso il principe Gagarin (sic) che comandava la loro retroguardia. Ecco un piccolo rimedio al grande male che mi ha fatto il tradimento del comandante di Soissons. Su questo prego Dio che vi abbia nella Sua Santa (sic) guardia”.

Per la sua azione in battaglia, il capo squadrone Skarzynski fu nominato barone dell’Impero. Lo scudo delle armi che gli saranno concesse porterà un ponte in uno dei suoi quartieri. La presa del ponte e della città di Berry-au-Bac permise ai corpi dei marescialli Ney, Mortier e Marmont di attraversare l’Aisne per continuare a perseguire l’esercito prussiano in ritirata. Blücher, informato di questo movimento, installò i suoi uomini sull’altopiano di Craonne per fermare i francesi, che il 7 marzo erano in contatto e lo costrinsero nuovamente al ritiro dopo una dura battaglia.

Un testimone, Brunon, racconta: “L’impetuosità dell’attacco fu tale che il nemico poté fare solo una debole resistenza… Caricato dal coraggioso Skarzynski, dal 3º Esploratore, e vedendo tutta la divisione pronta a precipitare su di lui, fu messo in una rotta così completa che non credo che si sia mai vista una cavalleria fuggire con un abbandono così disperato; per più di due leghe che durò l’inseguimento, nessuno di questi cavalieri russi fece finta di guardarsi indietro…”