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31 MAGGIO 1809: LANNES, GRAVEMENTE FERITO IL 22 MAGGIO A ESSLING, MORE A QUARANT’ANNI

31 MAGGIO 1809: LANNES, GRAVEMENTE FERITO IL 22 MAGGIO A ESSLING, MORE A QUARANT'ANNI

Quando

Maggio 31, 2023    
12:00 am

Event Type

• Leggiamo il resoconto di Marbot:

L’imperatore, accompagnato dal principe Berthier, venne sera e mattina a visitare il maresciallo Lannes, la cui situazione era la migliore possibile durante i primi quattro giorni dopo la sua ferita. Conservava tutta la sua presenza di spirito e parlava con molta calma. Era così lontano dal rinunciare a servire la patria, come alcuni scrittori hanno annunciato, che facendo progetti per il futuro, e sapendo che il famoso meccanico viennese Mesler aveva realizzato per il generale austriaco, conte de Palfi, una gamba artificiale, con la quale camminava e cavalcava come se non avesse avuto incidenti, il maresciallo mi ha incaricato di scrivere a questo artista per invitarlo a venire a prendere la misura di una gamba per lui.

Ma il forte caldo che ci opprimeva da tempo raddoppiò d’intensità, e il loro effetto produsse un esito molto infelice sul ferito. Fu colto da una febbre ardente e presto sopravvenne uno spaventoso delirio. Il maresciallo, ancora preoccupato per la situazione critica in cui aveva lasciato l’esercito, si credeva ancora sul campo di battaglia; chiamò ad alta voce i suoi aiutanti di campo, ordinando all’uno di caricare i corazzieri, all’altro di condurre l’artiglieria in questo o quel punto, ecc. ecc. Invano io e il dottor Yvan cercammo di calmarlo , non ci capiva più; la sua eccitazione aumentava sempre; non riconosceva più nemmeno l’Imperatore… Questo stato durò diversi giorni senza che il Maresciallo dormisse un solo istante, o cessasse di combattere immaginariamente!…

Infine, nella notte tra il 29 e il 30, si astenne dal dare ordini di combattimento; al delirio seguì un grande crollo; riacquistò tutte le sue facoltà mentali, mi riconobbe, mi strinse la mano, parlò di sua moglie e dei suoi cinque figli, di suo padre… e, siccome ero vicinissimo al suo capezzale, appoggiò la testa sulla mia spalla, sembrò si addormentò e spirò!… Era il 30 maggio all’alba.

Pochi istanti dopo questo fatale evento, arrivando l’Imperatore per la sua visita mattutina, ho ritenuto mio dovere andare incontro a Sua Maestà, per annunciargli la sfortunata catastrofe, e per esortarlo a non entrare nell’appartamento infetto del putrido miasma; ma Napoleone, spingendomi da parte, avanzò verso il corpo del maresciallo, che abbracciò bagnandolo di lacrime, dicendo più volte: “Che perdita per la Francia e per me!…”
Invano il principe Berthier volle allontanare l’imperatore da questo triste spettacolo; resistette per più di un’ora e cedette solo quando Berthier gli fece notare che il generale Bertrand e gli ingegneri lo stavano aspettando per svolgere un lavoro importante, il cui tempo aveva fissato lui stesso. Napoleone, uscendo, espresse la sua soddisfazione per le cure che non avevo mai cessato di prestare al mio maresciallo; mi ordinò di farlo imbalsamare e di preparare tutto per l’invio del corpo in Francia.

Avevo il cuore spezzato!… La mia desolazione era ulteriormente accresciuta dalla necessità che mi trovavo di assistere all’imbalsamazione eseguita dai dottori Larrey e Yvan, per redigere un verbale. Poi dovetti presiedere alla partenza del corpo che, posto in una carrozza, fu trasportato a Strasburgo sotto la guida di un ufficiale e di due sergenti della Guardia Imperiale.

Questo giorno è stato molto doloroso per me!… Che tristi riflessioni ho fatto sulla sorte di quest’uomo, il quale, proveniente dalle classi più basse della società, ma dotato di un’intelligenza elevata e di un coraggio indefettibile, era salito per proprio merito al primo grado, e che, all’epoca in cui godeva di tanti onori e di un’immensa fortuna, aveva appena concluso la sua carriera in un paese straniero, lontano dalla sua famiglia, tra le braccia di un semplice aiutante di campo!