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30 NOVEMBRE 1809 NAPOLEONE CONFESSA A JOSEPHINE CHE VUOLE DIVORZIARE

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30 NOVEMBRE 1809 NAPOLEONE CONFESSA A JOSEPHINE CHE VUOLE DIVORZIARE

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Novembre 30, 2022    
12:00 am

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Napoleone, ansioso di assicurare il futuro della sua dinastia, decise di separarsi dall’imperatrice Josephine. La avvertì della sua volontà di divorziare il 30 novembre 1809.

• Leggiamo le Memorie della Regina Hortense:

Fu il 30 novembre 1809. L’Imperatore cenava come al solito con l’Imperatrice: lo sguardo triste che ebbe quando entrò nella sala penetrò il cuore di Josephine. Lesse su tutti i lineamenti che il momento decisivo era arrivato, ma trattenne le lacrime. Guardò Hortense, che, pallida e sconfitta, si sedette dall’altra parte del tavolo. Non una parola fu pronunciata durante questa triste cena. Si sentivano distintamente i sospiri convulsivi dell’imperatrice. Fuori il vento soffiava e sbatteva violentemente le finestre. Nella sala da pranzo non si sentiva alcun rumore: il tumulto esterno degli elementi contrastava con il silenzio interiore.

La monotonia del pasto fu interrotta solo una volta: quando Napoleone chiese a uno dei suoi servi che ora fosse, poi tutto tornò nel silenzio. Finalmente Napoleone si alzò, prese il suo caffè in piedi, svuotò la sua tazza in tutta fretta e, rimettendola sul tavolo, la sua mano tremò e fece risuonare la porcellana. Allora, con un gesto, ordinò a tutti gli assistenti di ritirarsi.

“Sire -domandò Josephine con una voce appena intelligibile- Hortense può restare con me?”      “No!” rispose l’Imperatore con impazienza. Hortense salutò rispettosamente e lasciò la stanza con uno sguardo di pietà a sua madre: tutta la corte la seguì. L’Imperatore e l’Imperatrice rimasero soli: rimasero silenziosi. Che terribile silenzio! Com’erano tristi! Che sguardo malinconico l’Imperatore gettò su sua moglie! Vide nei suoi tratti convulsivamente agitati quale dura lotta si scatenava nel suo cuore: comprese la sua caduta. Alla fine si avvicinò a lei, allungò la mano, lei tremò. Josephine si sentì soffocare, la febbre s’impadronì di lei. Napoleone prese la mano per metterla sul suo cuore; non fece resistenza, ma un grido d’angoscia uscì dalle sue labbra. Napoleone la guardò in faccia.

“Josephine,” disse con voce tremante di emozione, “mia cara Josephine, tu sai quanto ti amo; è solo a te che devo i pochi momenti di felicità che ho provato, ma il destino è più forte della mia volontà. Le mie più care inclinazioni devono cedere agli interessi della Francia.” “Non dire di più” riprese Josephine, ritirando vivamente la sua mano. “Non dire di più! Ti capisco e me lo aspettavo, ma il colpo non è stato meno terribile.” Non ha potuto dire di più. Le mancò la voce, tanto era disperata. La tempesta che aveva contenuto così a lungo nel suo seno ora scoppiava con la più estrema violenza. Pianse e gridò nella sua disperazione. Infine svenne e fu liberata dalla coscienza della sua sventura.

Quando si svegliò, si trovò a letto. Hortense e il medico dell’Imperatore erano al suo fianco. Josephine tese le braccia verso sua figlia, che si sciolse in lacrime. Si gettò nel seno di sua madre. Corvisart si allontanò perché i suoi aiuti erano inutili. Egli aveva potuto restituire a Josephine la coscienza della sua sventura, ma il suo potere non andava fino ad allontanarne la causa.

La tenerezza e le lacrime di Hortense erano l’unico balsamo che poteva lenire la disperazione dell’imperatrice. Josephine versò abbondanti lacrime tra le braccia di sua figlia e quando Napoleone venne a conoscenza dello stato della sua salute, quando si sedette al suo capezzale, si ritirò, le sue lacrime cessarono e i suoi occhi, che l’avevano sempre guardato con amore, si animarono di un lampo di rabbia e di disprezzo. Il suo cuore superò presto questa irritazione, allungò la sua mano febbrile all’Imperatore e le sue labbra ebbero il sorriso angelico della donna che perdona, quando gli disse:

“Beh, amico mio, non avevo ragione a non voler essere imperatrice?” Napoleone non rispose. Si voltò e pianse. Ma le sue lacrime non potevano influenzare il destino della sfortunata Josephine. Napoleone aveva già ricevuto da Vienna il consenso al suo matrimonio con l’Arciduchessa Maria Luisa, figlia dell’Imperatore d’Austria. Non restava altro da fare che allontanare Josephine, affinché l’imperatrice legittima potesse prendere possesso del suo trono.