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3 – 5 MAGGIO 1811: MASSÉNA AFFRONTA WELLINGTON A FUENTES DE OÑORO

3 - 5 MAGGIO 1811: MASSÉNA AFFRONTA WELLINGTON A FUENTES DE OÑORO

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Maggio 3, 2023    
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La battaglia di Fuentes de Oñoro oppose il maresciallo Massena, duca di Rivoli e principe d’Essling, al tenente generale Arthur Wellesley, visconte Wellington, dal 3 al 5 maggio 1811, presso il confine lusitano-spagnolo. Fu la prima battaglia della guerra peninsulare portoghese in territorio spagnolo. Il movimento di uscita delle truppe anglo-portoghesi permise a termine la congiunzione con le truppe spagnole in guerra contro Napoleone.

• Leggiamo le “Memorie del generale barone di Marbot. Genova-Austerlitz-Eylau”, E.O. del 1891 pubblicato da Hachette BNF

Quando incontrammo l’esercito anglo-portoghese all’estremo confine con la Spagna e il Portogallo, essa era posta davanti alla fortezza di Almeida, di cui faceva il blocco; le truppe occupavano un vastissimo altopiano, situato tra il torrente Turones e quello che scorre nel profondo burrone chiamato Dos Casas.

Lord Wellington aveva la sua sinistra presso il forte distrutto della Concezione, il centro verso il villaggio di Alameda, e la sua destra, posta a Fuentès d’Oñoro, si estendeva verso la palude di Nave de Avel, da cui esce il corso d’acqua che gli uni chiamano Dos Casas e gli altri Oñoro; Quel ruscello gli copriva la fronte.

I francesi arrivarono su questa linea in tre colonne, attraverso la strada di Ciudad-Rodrigo. Il 6º e il 9º corpo, riuniti agli ordini del generale Loison, formavano l’ala sinistra posta di fronte a Fuentès d’Oñoro. L’ottavo corpo, sotto Junot, e la cavalleria di Montbrun, erano al centro, al fondo del tumulo della Briba. Il generale Reynier, con il secondo corpo, prese posizione a destra, osservando Alameda e la Concezione. Diversi battaglioni d’élite, i lancieri della guardia e alcune batterie componevano la riserva, agli ordini del generale Lepic, famoso per il suo valore e la brillante condotta che aveva tenuto nella battaglia di Eylau.

Appena le nostre truppe erano al loro posto, il generale Loison, senza attendere gli ordini di Massena per un movimento simultaneo, si fiondò sul villaggio di Oñoro, occupato dagli scozzesi e dalla divisione d’élite dell’esercito degli alleati. L’attacco fu così brusco e vivace che i nemici, pur trincerati in case di pietra a secco molto solide, furono costretti ad abbandonare il loro posto; ma si ritirarono in una vecchia cappella situata in cima alle enormi rocce che dominano Oñoro, e divenne impossibile rimuoverli da questa importante posizione.

Massena ordinò quindi di attenersi per il momento all’occupazione del villaggio e di rifornire tutte le case di truppe; ma questo ordine fu mal eseguito, poiché la divisione Ferey, che ne era incaricata, si lasciò travolgere dall’ardore di un primo successo, andò a formarsi tutta fuori da Oñoro e si espose così al cannone e alla sparatoria degli inglesi posti intorno alla cappella. Infine, per il colmo della sfortuna, il disordine fu gettato tra le nostre truppe da un deplorevole evento che si sarebbe dovuto prevedere.

C’era, nella divisione Ferey, un battaglione della legione di Hannover al servizio della Francia. L’uniforme di questo corpo era rossa come quella degli inglesi, ma indossava cappotti grigi come tutto l’esercito francese; anche il comandante degli Hannover, che aveva avuto diversi uomini uccisi dai nostri uomini nella battaglia di Busaco, aveva chiesto, prima di entrare a Oñoro, l’autorizzazione a far tenere i cappotti alla sua truppa, invece di arrotolarli sui sacchi, come era stato appena prescritto.

Ma il generale Loison gli rispose che doveva conformarsi all’ordine dato per tutto il corpo d’armata. Il risultato fu un crudele malinteso, perché il 66º reggimento francese, inviato a sostegno degli Hannover che combattevano in prima linea, li prese in mezzo al fumo per un battaglione inglese e sparò su di loro.

Devo a questi coraggiosi Hannover la giustizia di dire che, anche se messi così tra due fuochi, li sopportarono a lungo senza fare un passo indietro; ma infine, avendo un gran numero di feriti e cento uomini uccisi, Il battaglione fu costretto a ritirarsi lungo un lato del villaggio. I soldati di un reggimento francese che stavano entrando, vedendo vestiti rossi sul loro fianco, si credettero voltati da una colonna inglese, e ne risultò qualche disordine, di cui i nemici approfittarono abilmente per riprendere Fuentès d’Oñoro. Ciò non sarebbe accaduto se i generali avessero riempito le finestre di fanti, come aveva prescritto Massena.

La notte venne a porre fine a questo primo impegno, nel quale avevamo seicento uomini messi fuori combattimento. Le perdite dei nemici furono all’incirca le stesse, e portarono principalmente sulle loro migliori truppe, gli scozzesi. Il colonnello inglese Williams fu ucciso.

Non ho mai capito come Wellington abbia potuto aspettare i francesi in una posizione così sfavorevole come quella in cui l’inabile generale Spencer aveva posto le truppe prima del suo arrivo. Infatti, gli alleati avevano alle spalle non solo la fortezza di Alméida che sbarrava loro l’unico buon passaggio di ritirata, ma anche il Coa, fiume molto incassato, i cui accessi sono infinitamente difficili, il che poteva portare alla perdita dell’esercito anglo-inglese. Il Consiglio ha deciso di non sollevare obiezioni. È vero che la gola scoscesa e molto profonda del Dos Casas proteggeva il fronte degli inglesi, dalle rovine del Fort de la Conception fino a Nave de Avel, ma, oltre questo punto, gli argini di questo grande burrone si abbassano, scompaiono e lasciano il posto ad una palude molto facile da attraversare.

Wellington avrebbe potuto servirsene per coprire la punta della sua estrema destra, facendolo difendere da un buon reggimento appoggiato da cannoni, ma il generalissimo nemico, dimenticando il torto che aveva avuto a Busaco appoggiandosi al partigiano Trent del compito di impedire ai francesi di girare il suo esercito con la sfilata di Boïalva, ricadde nella stessa colpa; si limitò ad affidare la guardia della palude di Nave de Avel alle bande del partigiano don Julian, incapaci di resistere alle truppe di linea.
Massena, informato di questa negligenza da una pattuglia della cavalleria di Montbrun, ordinò di preparare tutto affinché le sue divisioni potessero attraversare la palude il giorno successivo al punto del giorno, per prendere l’ala destra dei nemici alle spalle. La divisione Ferey rimase davanti a Oñoro, che il nemico occupava ancora.

Il 5 maggio, una compagnia di volteggiatori scivolò tra i salici e i canneti, attraversò silenziosamente la palude e colse i cattivi passi, il cui numero era infinitamente inferiore a quello presunto. Don Julian e i suoi guerriglieri, credendo di essere al sicuro da ogni attacco dietro la palude, si guardavano così male che la nostra gente li trovò addormentati e ne uccise una trentina; tutto il resto della banda, invece di sparare forte, anche solo per avvertire gli inglesi, si salvò a tutte le gambe fino a Freneda, al di là del Turones, e don Julian, benché molto coraggioso, non poté trattenere i suoi soldati indisciplinati.

Le nostre truppe, approfittando della negligenza di Wellington, si affrettarono ad attraversare la palude, e già avevamo dall’altra parte quattro divisioni di fanteria, tutta la cavalleria di Montbrun, parecchie batterie, ed eravamo padroni di Nave de Avel, senza che gli inglesi si fossero accorti del nostro movimento, uno dei più belli che Massena avesse mai concepito!… Era l’ultimo lampo di una lampada che si spegneva…
A causa del nostro passaggio attraverso le paludi, l’ala destra dei nemici era completamente sopraffatta, e la situazione di Wellington stava diventando estremamente difficile, perché non solo doveva operare un immenso cambiamento di fronte per opporsi a quelle delle nostre divisioni che occupavano già Nave de Avel e Pozo Velho, nonché il bosco situato tra questo villaggio e Fuentès d’Oñoro; ma il generale inglese era costretto a lasciare una parte delle sue truppe davanti a Fuentès d’Oñoro e Alameda per contenere i corpi del conte di Erlon e del generale Reynier, che si preparavano a passare il Dos Casas, per attaccare i nemici durante il loro movimento.

Lord Wellington aveva creduto così bene all’estremità della sua ala destra al riparo da qualsiasi attacco da parte della palude di Nave de Avel, che aveva lasciato su questo punto solo alcuni cavalieri esploratori. Ma vedendo l’ala girata, si affrettò a dirigere su Pozo Velho la prima brigata di fanteria che gli cadde sotto la mano.

Il generale Maucune, seguendo allora questo movimento in avanti, si precipitò nei boschi di Pozo Velho, da dove cacciò gli scozzesi, ai quali prese duecentocinquanta uomini e ne uccise un centinaio. Tutto faceva presagire ai francesi una vittoria clamorosa, quando, a seguito di un’alta discussione tra i generali Loison e Montbrun, quest’ultimo sospese la marcia della riserva di cavalleria, perché le batterie della guardia che gli avevamo promesso non erano ancora arrivate!

In effetti, il maresciallo Bessières li aveva trattenuti senza avvertirne Massena, che, avvertito troppo tardi di questa difficoltà, inviò sul campo diversi pezzi a Montbrun; ma il tempo di arresto di quest’ultimo ci fu doppiamente funesto: innanzitutto perché la fanteria di Loison, non vedendosi più coadiuvata dalla cavalleria di Montbrun, esitò ad impegnarsi nella pianura; e in secondo luogo, questa sosta fatale permise a Wellington di chiamare tutta la sua cavalleria in soccorso delle divisioni inglesi di Houston e di Crawfurd, le uniche che sono riuscite ad accostarsi davanti a noi…

Tuttavia, per ordine di Massena, il generale Montbrun, nascondendo la sua artiglieria dietro alcuni squadroni di housards, avanza di nuovo e, smascherando improvvisamente le sue bocche, fulmina la divisione Houston. La fece caricare dalle brigate Wathier e Fournier, che tagliarono quasi interamente il 51º reggimento inglese e misero in rotta il surplus della divisione Houston. I fuggitivi raggiunsero Villa-Formosa, la riva sinistra del Turones, e non sopravvissero al reggimento dei cacciatori britannici che, posto dietro una lunga e forte muraglia, fermò lo slancio dei nostri cavalieri con fuochi nutriti e ben diretti.

Wellington non aveva più su questa parte del campo di battaglia che la divisione Crawfurd e quella di cavalleria, il surplus del suo esercito, preso alle spalle, non avendo ancora terminato l’immenso cambiamento di fronte che doveva portarlo in linea davanti ai francesi. Come il terreno su cui stavamo combattendo in quel momento era, prima del nostro passaggio della palude, il luogo meno esposto ai nostri colpi, le persone legate alla gestione dell’esercito inglese, i feriti, i domestici, i bagagli, i cavalli di mano, i soldati lontani dai loro reggimenti si erano agglomerati lì, e questa vasta pianura era coperta fino al Turones da una moltitudine disordinata, in mezzo alla quale i tre quadrati appena formati dalla fanteria di Crawfurd sembravano solo dei punti!

E là avevamo a portata di cannone, e pronti a fonderci sui nemici, il corpo del generale Loison, quello di Junot, cinquemila uomini di cavalleria, di cui mille della guardia, e di più quattro batterie di campagna!… Già l’8º corpo aveva oltrepassato il bosco di Pozo Velho; il 9º attaccò vivamente il villaggio di Fuentès d’Oñoro dalla riva destra del Dos Casas, e il generale Reynier ebbe l’ordine di sbucare da Alameda, per prendere gli inglesi da dietro; Quindi non c’era altro che camminare in avanti… Anche lo storico Napier, che assisteva a questa battaglia, conviene che in tutto il corso della guerra non ci sono stati momenti così pericolosi per gli eserciti britannici!… Ma la cieca fortuna decise altrimenti…

Il generale Loison, invece di andare dalla riva sinistra e il bosco per prendere alle spalle il villaggio di Fuentès d’Oñoro, attaccato dal generale Drouet d’Erlon, perse molto tempo e fece dei falsi movimenti che permisero a Wellington di rafforzare questa importante posizione che divenne la chiave della posizione. Da parte sua, il generale Reynier non eseguì gli ordini di Massena, poiché, con il pretesto di avere forze troppo considerevoli davanti a lui, non superò Alameda e non prese quasi nessuna parte all’azione.

Nonostante tutti questi contrattempi, potevamo ancora vincere la battaglia, tanto i nostri vantaggi erano grandi! In effetti, la cavalleria di Montbrun, avendo battuto quella dei nemici, non tardò a trovarsi in presenza della fanteria di Crawfurd. Caricò e piantò due quadrati, uno dei quali fu letteralmente tritato!… I soldati del secondo gettarono le armi e fuggirono nella pianura. Il colonnello Hill restituisce la sua spada all’aiutante maggiore Dulimberg, del 13º cacciatore, e facciamo 15.000 prigionieri. Il terzo quadrato inglese teneva ancora fermo; Montbrun lo fece attaccare dalle brigate Fournier e Wathier, che già penetravano da una delle facce, quando questi due generali che avevano avuto i loro cavalli uccisi sotto di loro e i colonnelli erano tutti feriti nella mischia, Nessuno fu presente per guidare i reggimenti vincitori. Montbrun accorse, ma il quadrato nemico si era rimesso in ordine; dovette, per attaccarlo, riformare i nostri squadroni.

Mentre se ne occupava, Massena, volendo completare la vittoria, inviò un aiutante di campo a portare al generale Lepic, che si trovava in riserva con la cavalleria della guardia, l’ordine di caricare! Ma il coraggioso Lepic, mordendo disperatamente la lama della sua sciabola, risponde con dolore che il maresciallo Bessières, il suo diretto capo, gli ha formalmente vietato di impegnare le truppe della guardia senza il suo ordine!…

Dieci aiutanti di campo partono allora in tutte le direzioni alla ricerca di Bessières; ma quest’ultimo, che da diversi giorni camminava costantemente presso Massena, era scomparso, non per mancanza di valore, perché era molto coraggioso, ma per calcolo o gelosia contro il suo compagno. Non volle inviare uno solo degli uomini affidati al suo comando per assicurare un successo di cui tutta la gloria sarebbe sgorgata su Massena, senza pensare agli interessi superiori della Francia!…

Infine, dopo un quarto d’ora, si trovò il maresciallo Bessières lontano dal campo di battaglia, vagando oltre la palude, dove esaminava come venivano fatti i fascini usati al mattino per stabilire il passaggio!… Si affrettò, ma il momento decisivo, mancato per colpa sua, non si trovò più, perché gli inglesi, dopo essersi ripresi dal disordine in cui la cavalleria di Montbrun li aveva gettati, avevano appena fatto avvicinare un’artiglieria formidabile che copriva i nostri squadroni di mitra, mentre i loro liberavano i 1500 prigionieri che avevamo fatto. Infine, Lord Wellington, dopo aver completato il suo cambio di fronte, aveva ristabilito il suo esercito sull’altopiano, la destra al Turones, la sinistra appoggiata a Fuentès d’Oñoro.

Alla vista di questa nuova linea solidamente costituita, Massena sospese la marcia delle sue truppe e fece iniziare una forte cannonata, che causò grandi devastazioni nelle spesse file dei nemici, che una carica generale di tutta la nostra cavalleria poteva affondare. Masséna sperava dunque che Bessières avrebbe finalmente acconsentito a far partecipare i reggimenti della guardia a questo colpo di collana, che ci avrebbe infallibilmente dato la vittoria; ma Bessières si rifiutò, dicendo che era responsabile verso l’Imperatore delle perdite che potrebbero subire le truppe della sua guardia!… Come se tutto l’esercito non fosse al servizio dell’Imperatore, per il quale l’essenziale era conoscere gli inglesi battuti e cacciati dalla Penisola!… Tutti i militari, e soprattutto quelli della guardia, furono indignati dalla determinazione di Bessières, e si chiedevano cosa questo maresciallo fosse venuto a fare davanti ad Alméida, poiché, per salvare questa piazza, non voleva che le sue truppe prendessero parte al combattimento.

Questo imprevisto contrattempo cambiava improvvisamente il volto degli affari, perché in ogni momento gli inglesi ricevevano numerosi rinforzi, e una delle loro più forti divisioni, arrivando dal blocco di Alméida, aveva appena superato il Turones per formarsi nella pianura!… Poiché la posizione dei due eserciti era cambiata, le combinazioni fatte il giorno prima da Massena dovevano essere cambiate. Decise quindi di portare le sue forze principali su Alméida, di riunirsi al corpo di Reynier, per cadere tutti insieme sulla destra e dietro i nemici. Era la contropartita del movimento operato la notte precedente da Nave de Avel.

Ma un nuovo ostacolo imprevisto fermò improvvisamente l’effetto di queste disposizioni. Il generale Éblé, capo dell’artiglieria, accorse per avvertire che al parco d’artiglieria erano rimasti solo quattro colpi per uomo, cosa che, insieme a quelli lasciati nei gibernes, dava circa una ventina di colpi per fante. Ora, era insufficiente per ricominciare la lotta con un nemico che opporrebbe una resistenza disperata… Masséna ordina dunque di inviare subito tutti i furgoni a Ciudad-Rodrigo per prendere delle munizioni di guerra; ma l’intendente dichiara che ne ha disposto per andare a prendere nella stessa città il pane che deve essere distribuito il giorno successivo alle truppe! Tuttavia, erano necessarie cartucce.

Massena, non avendo più mezzi di trasporto, invita il maresciallo Bessières a prestargli per qualche ora i cassoni della guardia; ma quest’ultimo risponde freddamente che i suoi carri, già stanchi in questo giorno, saranno persi se camminano di notte per strade sbagliate, e non li presterà fino al giorno successivo!… Masséna si arrabbia, e grida che gli si toglie una seconda volta la vittoria, che vale il prezzo di qualche cavallo; ma Bessières rifiuta ancora, e una scena delle più violente si svolge tra i due marescialli!

Il 6, a mezzogiorno, le casse di Bessières partivano per Rodrigo, ma la loro marcia fu così lenta che le cartucce non arrivarono che nel pomeriggio, e Wellington aveva impiegato queste ventiquattro ore per ritirare la sua nuova posizione, soprattutto la parte alta del villaggio di Fuentès d’Oñoro, che non si poteva più rimuovere senza spargere torrenti di sangue francese! L’occasione della vittoria fu dunque persa per noi senza ritorno!!!