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29 APRILE 1762: NASCITA DEL MARESCIALLO JEAN-BAPTISTE JOURDAN

29 APRILE 1762: NASCITA DEL MARESCIALLO JEAN-BAPTISTE JOURDAN

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Aprile 29, 2023    
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• Leggiamo C. Mullié: «Biografia delle celebrità militari degli eserciti di terra e di mare dal 1789 al 1850», Éditions Poignavant et Comp. Paris 1851

Jean-Baptiste Jourdan, maresciallo di Francia, nato a Limoges il 29 aprile 1762, si arruolò nel 1778 nel reggimento di Auxerrois, e fece la guerra d’America. Nel 1790 fu capitano dei cacciatori della guardia nazionale di Limoges. Nel 1791 fu nominato comandante in capo del 2º battaglione dei volontari dell’Alta Vienna, che condusse all’Armata del Nord. Fece la campagna del Belgio sotto Dumouriez, e si distinse in particolare nei dintorni di Namur, durante la ritirata dell’esercito.

Il 27 maggio 1793 fu elevato al grado di generale di brigata e a quello di generale di divisione il 30 luglio successivo. Comandò il corpo di battaglia alle giornate di Hondschoote (6-8 settembre 1793), e fu ferito rimuovendo le trincee nemiche alla testa delle sue truppe. Il 26 settembre sostituì il generale Houchard (vincitore di Hondschoote) nel comando dell’esercito. Il 17 ottobre ottenne la vittoria di Wattignies, combattuta con accanimento in un combattimento di 48 ore, e costrinse il principe di Coburgo a togliere il blocco di Maubeuge.

Il Comitato di salute pubblica che chiamò allora Jourdan a Parigi, voleva prendere l’offensiva. Jourdan gli fece considerare che l’esercito era composto di nuove alzate, la maggior parte senza armi né vestiti; che così era meglio passare l’inverno sulla difensiva, per mettersi in condizione di attaccare in primavera. I suoi piani furono comunque adottati, non si dimenticò la sua resistenza, e non appena le truppe furono in grado di agire, Pichegru venne a sostituirlo. Il Comitato di salute pubblica aveva anche preso un decreto con il quale ordinava la destituzione e l’arresto del generale Jourdan; ma grazie a dei rappresentanti del popolo presso l’esercito, avendo preso la sua difesa, il Comitato si limitò a fargli proporre, tramite Barrère, la sua messa a riposo.

Ben presto, tuttavia, fu nuovamente impiegato e ottenne il comando dell’esercito della Mosella. Aprì la campagna del 1794 con il combattimento di Arlon, dove gli austriaci, forti di 16.000 uomini, furono completamente sconfitti; in seguito ricevette l’ordine di attraversare le Ardenne e di venire con 40.000 uomini a riunirsi, davanti a Charleroi, all’ala destra dell’esercito del Nord, quello che eseguì con abilità. Le truppe, poste sotto il comando di Giordano, ricevettero il nome di armata di Sambre e Mosa.

Questo esercito passò la Sambre, vinse la vittoria di Fleurus l’8 Messidor anno II (26 giugno 1794); quella dell’Ourthe e dell’Aywaille il 18 settembre e quella di La Roer il 2 ottobre successivo. Sconfisse il nemico in una serie di combattimenti; riprese le piazze di Landrecies, il Quesnoy, Valenciennes e Condé; conquistò quelle di Charleroi, Namur, Juliers e Maëstricht, e piantò le sue bandiere sul Reno da Kleve a Coblentz.

Così furono conquistate per la Francia, in una sola campagna, queste belle terre bagnate dal Reno e che ci sono rimaste per venti anni (dipartimento della Roer 1797-1814, per esempio). Nel 1793 Giordano prese possesso della fortezza di Lussemburgo che si arrese per capitolazione. In settembre passò il Reno con la forza; in presenza di un corpo di 20.000 austriaci si impadronì di Düsseldorf.

L’esercito del generale Clairfayt, riunito sulla Lahn, non osò correre le possibilità di una battaglia. Jourdan la inseguì, prese posizione tra Magonza e Hochst e passò la linea di neutralità concordata con la Prussia.

Pichegru, che aveva attraversato il Reno a Manheim e che avrebbe dovuto avanzare con la maggior parte delle sue forze sul Mein, per tagliare la ritirata a Clairfayt ed operare la sua congiunzione con l’armata di Sambre e Mosa, si limitò a portare su Heidelberg un corpo di 10.000 uomini, che pochi giorni dopo fu completamente sconfitto. Clairfayt, rassicurato dall’inerzia di Pichegru, tirò i rinforzi dell’esercito austriaco dall’Alto Reno, attraversò la linea di neutralità sopra Francoforte, e manovrò per avvolgere l’esercito di Sambre e Mosa tra Lahn, Mein e Reno. Queste circostanze costrinsero Jourdan a ritirarsi.

Poco dopo, dopo aver forzato le linee di Magonza, Jourdan marciò in soccorso dell’esercito di Reno e Mosella. Dopo una breve ma brillante campagna nell’Handsruck, decise un armistizio, e la guerra riprese solo nella primavera successiva, quando passò di nuovo il Reno, costringendo il generale Wartenslenben a ritirarsi, si impadronì di Francoforte e di Würzburg e si diresse verso Ratisbona. Ma attaccato dall’arciduca Carlo che si ritirava davanti a Moreau e veniva in soccorso di Wartenslenben con 40.000 uomini, fu costretto a ripiegare sul Reno; la sua ritirata fu causata soprattutto dalla direzione sbagliata che il governo diede agli eserciti, e dal partito di Moreau di andare a conquistare una facile vittoria sul Lech, invece di seguire l’arciduca Carlo.

Jourdan, dopo aver lasciato il comando dell’esercito, fu nominato nel marzo 1797, dal dipartimento dell’Alta Vienna, nel consiglio dei Cinquecento. Il 23 settembre fu eletto presidente e il 21 gennaio 1798 segretario; il 24 settembre fu rieletto presidente e rassegnò le dimissioni a ottobre, annunciando che il Direttorio lo avrebbe destinato al comando degli eserciti.

Nell’esercizio delle sue funzioni legislative, fece adottare la legge sulla coscrizione. Il Direttorio che, con le sue pretese esagerate a Rastadt, e le sue imprese in Italia e in Svizzera, aveva armato tutta l’Europa contro di lui, non solo trascurò di sollevare eserciti capaci di tenere testa alla tempesta, ma iniziò le ostilità, prima di aver raccolto sui punti di attacco tutti i mezzi di cui poteva disporre, cosicché l’esercito del Danubio, comandato da Giordano, contava solo 38.000 uomini quando attraversò il Reno, il 1º marzo 1799 ed entrò in Svevia. Giordano non tardò a trovarsi alla presenza dell’arciduca Carlo, che aveva più di 65.000 uomini sotto il suo comando.

Le ostilità iniziarono il 20 marzo. Il giorno seguente, tre divisioni francesi sostennero a Ostrach, contro tutto l’esercito austriaco, il combattimento più ostinato, e abbandonarono la loro posizione solo dopo aver fatto sperimentare una perdita considerevole ai nemici. Giordano, convinto che continuando a lottare contro forze così superiori, avrebbe compromesso il suo esercito, prese la determinazione di avvicinarsi al Reno, nella speranza di ricevere i soccorsi di cui aveva bisogno per riprendere l’offensiva. Si ritirò in buon ordine e fu seguito lentamente dall’arciduca.

Essendosi accorto il 24 che questo principe aveva mal disposto le sue truppe nei dintorni di Stokach, sperò che questa circostanza avrebbe scosso la sproporzione delle sue forze con quelle dei suoi avversari; attaccò quindi l’arciduca il giorno successivo a Liebtingen, fece 4,000 prigionieri, prese due cannoni, dormì sul campo di battaglia e vi soggiornò il giorno seguente.

Poiché il vantaggio ottenuto non era così considerevole come sperava Jourdan, continuò la sua ritirata e si diresse verso gli sbocchi della Foresta Nera. Il 10 aprile fu sostituito da Massena. Rieletto al Consiglio dei Cinquecento, vi entrò nel maggio 1799. Poiché l’imperizia del governo era la causa delle sconfitte subite dagli eserciti, Jourdan propose di dichiarare la patria in pericolo; ma fallì. Al 18 Brumaio non marciò sotto la bandiera del generale Bonaparte, fu escluso dal corpo legislativo, e momentaneamente condannato ad essere detenuto nella Charente Inferiore.

Il 24 luglio 1800, nominato ministro straordinario, poi amministratore, generale in Piemonte, estirpò il brigantaggio, ristabilì l’ordine nelle finanze, e fece regnare la giustizia in quel paese. Nel 1802 fu chiamato al Consiglio di Stato. Nel gennaio 1803, eletto candidato al Senato conservatore dal collegio elettorale dell’Alta Vienna, fu poi chiamato al comando in capo dell’esercito d’Italia.

Il 19 maggio 1804 fu creato maresciallo dell’Impero e gran cordone della Legion d’onore. Nel giugno 1805 ricevette l’Ordine di Sant’Uberto di Baviera, e comandò le manovre del campo di Castiglione, durante l’incoronazione di Napoleone, come re d’Italia. Sostituito nell’esercito da Massena al momento dello scoppio della guerra, si lamentò amaramente con l’Imperatore, e nel 1806 fu inviato a Napoli come governatore di questa città. Nel 1808 passò in Spagna come maggiore generale sotto re Giuseppe, che seguì costantemente.

Infuso di disgusto sollecitò il suo richiamo che ottenne alla fine del 1809. Jourdan viveva nella sua famiglia, quando l’Imperatore, determinato a fare la guerra alla Russia, gli ordinò di tornare in Spagna con la sua prima qualità. Fu durante questo secondo periodo che si ritirò da Madrid e fu data la battaglia di Vittoria, il 20 giugno 1813. Per lungo tempo il maresciallo Jourdan fu accusato del cattivo successo di questa giornata, ma non vi comandò né di diritto né di fatto e i suoi consigli conobbero numerose contraddizioni. Dopo la battaglia di Vittoria tornò in Francia e rimase inattivo fino all’anno successivo, quando fu nominato governatore della 15ª divisione militare.

Il 3 aprile 1814 inviò de Rocou la sua adesione a tutti gli atti del governo provvisorio, fu creato cavaliere di San Luigi il 2 giugno e si ritirò in campagna dopo il 26 marzo 1815. Napoleone lo chiamò alla Camera dei Pari nel mese di giugno e lo inviò a Besançon come governatore di questa piazza e della divisione militare.

Durante la seconda Restaurazione, Jourdan presiedette il consiglio di guerra che doveva giudicare il maresciallo Ney, e che si dichiarò incompetente. Nel I817 fu nominato governatore della 7ª divisione militare e l’anno successivo il re lo chiamò alla Camera dei Pari.

È solo dopo la rivoluzione di luglio che il governo dell’Hôtel des Invalides, che apparteneva al tenente generale di Latour-Maubourg, fu affidato al maresciallo Jourdan.

Ne godette poco tempo e morì nel suo 71º anno, colpito da una lunga malattia, il 23 novembre 1833. Il funerale del maresciallo ebbe luogo nella chiesa degli Invalides e i suoi resti furono deposti nelle cantine dell’Hotel. Il suo nome è scritto nell’Arco di Trionfo, colonna nord, colonna 3.

“Eccone uno, diceva Napoleone, parlando di Jourdan, che certamente ho maltrattato molto. Probabilmente non c’è niente di più naturale che pensare che avrebbe dovuto essere molto arrabbiato con me. Beh! Ho imparato con vero piacere, che dopo la mia caduta è rimasto costantemente bene: Lì ha mostrato quell’elevazione d’anima che onora e classifica la gente. Del resto, è un vero patriota: è una risposta a molte cose.” (Memorial de Las Cases.)