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25 MARZO 1814: BATTAGLIA DI FÈRE-CHAMPENOISE

25 MARZO 1814: BATTAGLIA DI FÈRE-CHAMPENOISE

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Marzo 25, 2023    
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Il 25 marzo 1814, la battaglia di Fère-Champenoise, oppone, durante la campagna di Francia, l’esercito francese di Napoleone e gli eserciti della Sesta coalizione. La sconfitta dell’esercito francese aprì alle truppe alleate la strada per Parigi.

• Leggiamo «Vittorie, conquiste, disastri, battute d’arresto e guerre civili dei francesi» – Charles-Théodore Beauvais de Préau – 1821:

La grande armata alleata si accampò, il 24 marzo, sulla riva destra della Cosle, e quella della Slesia sulle rive della Marna, tra Châlons e Château-Thierry; la prima era stabilita sul fronte, la seconda sul fianco sinistro dei duchi di Treviso [Mortier] e di Ragusa [Marmont], entrambi a sinistra della Somma Soda, tra Vatry e Saldato. Lo scopo dei marescialli francesi era di raggiungere Napoleone, quello dei generali alleati di raggiungere Parigi.

Il 25, di buon mattino, l’avanguardia del duca di Treviso risalì la riva sinistra della Somme-Soude, e il grosso delle sue truppe (le tre divisioni di giovane guardia Christiani, Curial e Charpentier) avanzò in direzione di Soudé-Notre-Dame.

Da parte sua, il grande esercito alleato marciò su Fère-Champenoise, le guardie e le riserve in direzione di Montepreux; il corpo del generale Rayewski e i Württembergeois in quello di Vitry, preceduti dalla loro cavalleria e seguiti dai bavaresi e dal corpo austriaco di Giulay. Il conte Pahlen, che costituiva l’avanguardia della colonna del centro, inviò immediatamente i suoi cosacchi sulla Somme-Soude.

Alle otto del mattino, e mentre il generale Belliard arrivava a Dommartin-l’Estrée con la divisione Roussel, il nemico si mostrò sulla tenda, dall’altra parte della Somme-Soude, e ingaggiò un forte cannonato. Il duca di Ragusa radunò immediatamente le sue truppe, ancora sparse nel loro campo, e le mise in pianura, sotto il cannone del nemico e in vista della sua cavalleria.

Quest’ultima, agli ordini dei generali conte Pahlen e principe Adam di Württemberg, attaccò simultaneamente e da entrambi i lati la posizione francese, il maresciallo si vide costretto a un movimento di ritirata su Sommesous; la cavalleria del generale Bordesoulle, che volle fermare il nemico, fu fortemente respinta da una delle brigate della cavalleria russa.

Allo stesso tempo, la coda della colonna del duca di Treviso, attaccata nei pressi dell’Estrea da una nube di cavalleria leggera, perse un certo numero di prigionieri. Tuttavia, i due corpi riuscirono a riunirsi e a formarsi all’indietro a destra e a sinistra di Sommesous.

Una cannonata ebbe luogo e durò due ore a vantaggio dei francesi, nonostante la posizione poco favorevole della loro cavalleria. Ma a mezzogiorno, con il generale Nostitz e il granduca Costantino a capo di due colonne di cavalleria austriaca e russa, fu necessario continuare il movimento retrogrado, a scacchiera, per raggiungere Lenhare.

Due cariche tentate dal conte Pahlen furono respinte; una terza affondò le corazzate del generale Bordesoulle, nonostante gli sforzi del generale Roussel; ma il generale Latour Foissac, alla testa dell’ottavo cacciatore, eseguì una carica che ruppe per un momento l’impetuosità della cavalleria nemica. Dopo sette ore d’impegno, i marescialli speravano di raggiungere le alture di Fère-Champenoise. 

I corazzieri, appena riformati, furono nuovamente respinti sulla fanteria della giovane guardia, che non ebbe che il tempo di formarsi in quadrati; due della brigata Jamin furono presi insieme al generale; quelli della brigata Lecapitaine persero la loro artiglieria. La tempesta cresceva, grandinava con forza, non ci si distingueva più a tre passi, e in questo disordine estremo e inevitabile, ventiquattro pezzi di artiglieria, più di sessanta cassette di munizioni e un battaglione del treno degli equipaggi furono abbandonati.

Finalmente il tempo si schiarì, le divisioni Ricard e Christiani fecero buon contegno e diedero il tempo alla cavalleria di passare il burrone di Connantray. Il principe di Schwartzenberg si limitò allora a far inseguire i corpi dei marescialli con l’artiglieria leggera, la cavalleria di Pahlen e quella del principe Adam di Württemberg, che, lasciando Connantray sulla loro sinistra, si estesero nella pianura di Fère-Champenoise.

L’esercito francese si radunò appena dietro Connantray quando alcuni corridori nemici furono visti uscire dal burrone; terrore e panico afferrò le truppe, che fuggirono confuse verso Fère-Champenoise. Questa disfatta avrebbe avuto forse i risultati più decisivi per gli alleati, se un reggimento di marcia di cavalleria pesante, comandato dal colonnello Leclerc, arrivato il giorno prima a Sezanne, non fosse accorso in soccorso dei marescialli.

Uscendo da Fère-Champenoise nel momento stesso in cui il disordine era al suo culmine, il coraggioso Leclerc non si lascia rompere dai fuggitivi, e continuando a portare avanti, impone agli squadroni nemici con la sua ferma capacità, e dà ai marescialli il tempo di radunare le loro truppe sulle alture di Lintehs.
Nel frattempo si vide avanzare sulla sinistra una colonna che sosteneva una lotta molto vivace. Il rumore si diffonde nelle file ancora confuse, che Napoleone sta arrivando: le grida di “viva l’Imperatore” echeggiano da tutte le parti, i corazzieri del generale Bordesoulle si portano per primi in avanti, ma sono costretti a ritirarsi.

Il principe Schwartzenberg, l’imperatore di Russia e il re di Prussia, giunti a Fère-Champenoise, sorpresi dall’imponente atteggiamento assunto dall’esercito francese, ricordano la maggior parte delle truppe alleate lanciate all’inseguimento, per opporsi alla stessa colonna di cui abbiamo appena parlato, e che vedono sboccare improvvisamente davanti a loro; approfittando di questa circostanza, i marescialli precipitano la loro ritirata su Allement. Questa colonna, la cui apparizione inattesa stupiva e preoccupava tanto il nemico, era composta dalle divisioni Pacthod e Amey, con un numero di circa cinquemila baionette.

Ansiosa di riunirsi ai duchi di Treviso e di Ragusa, aveva lasciato Bergères nella notte dal 24 al 25, e si era messa in marcia su Vatry. Il generale Pacthod, che comandava come il più anziano, vedendosi attaccato a Villeseneux dalla cavalleria del generale Korf, che seguiva la strada da Châlons a Etoges, formò immediatamente le sue truppe. Ma, invece di ritirarsi su Fère-Champenoise, si dedicò a respingere a piedi fermi, per un’ora e mezza, gli attacchi degli squadroni nemici. Questi furono successivamente rafforzati, le due divisioni francesi dovettero raggiungere Fère-Champenoise attraverso i campi e, di conseguenza, abbandonare il convoglio che ostacolava troppo la marcia, dopo averne però preso i cavalli per raddoppiare gli agganci dell’artiglieria.

Il generale Pacthod, operando il suo movimento a scacchi, sperava di raggiungere, in questo ordine, Fère-Champenoise, quando una brigata di due reggimenti di cacciatori a cavallo russi venne a stabilirsi.
Il generale Raymond Delort propose di caricare questi nuovi nemici, mentre il resto delle truppe avrebbe contenuto il generale Korf.

La sua brigata composta da un battaglione del cinquantaquattresimo reggimento e da quattro battaglioni di guardie nazionali di Sarthe, Loir-et-Cher e Indre-et-Loire, attaccò i due reggimenti nemici e li costrinse a retrocedere, ma la cavalleria del corpo di Sacken, agli ordini del generale Wasilitschikow, accorse al suono del cannone, costringendo a sua volta il generale Delort a ritirarsi.

Questo era lo stato delle cose, quando verso le quattro entrarono in azione la cavalleria e l’artiglieria della guardia russa. Il generale Pacthod, assalito da tutte le parti, arringa le sue guardie nazionali e fa loro giurare di vendere cara la loro vita. L’ardore di questi coraggiosi raddoppia, la cavalleria si esaurisce in cariche vane contro di loro.
Molti di loro, tra cui quello in cui si trovava il generale Pacthod, furono affondati e costretti a deporre le armi. Quello del generale Thevenet sfidava tutti gli attacchi e toccava già le paludi di Saint-Gond, dove avrebbe trovato un rifugio assicurato, ma è travolto dal fuoco di quarantotto pezzi di cannone, tutta la cavalleria del grande esercito [alleato] si scagliò su di lui e lo trasformò in un’orribile carneficina. Il generale Thévenet fu ferito e preso e nessun uomo scampò, poiché nessuno volle accettare un quartiere e, anche se sopraffatti, combatterono fino all’ultimo sospiro.

Questo è stato il risultato della memorabile giornata di Fère-Champenoise. In questo doppio combattimento dei marescialli con la cavalleria della grande armata alleata e del generale Pacthod con la cavalleria dell’armata di Slesia e parte delle riserve russe, i francesi persero 9.000 uomini, di cui 5.000 fuori combattimento; quasi la metà degli uomini presenti.

I generali di divisione Pacthod e Amey, i generali di brigata Jamin, Delort, Bonté e Thevenet, che erano tra i prigionieri, furono presentati all’imperatore Alessandro, che li accolse con la benevolenza che un monarca generoso non può rifiutare a valorosi guerrieri traditi dalla fortuna. Gli alleati riportarono 4.000 uomini uccisi o feriti. 

Questo brillante successo aprì la strada per la capitale agli alleati. Le loro truppe passarono la notte nella pianura di Fère-Champenoise, dove fu stabilito il quartier generale del principe di Schwartzenberg e dei monarchi.

Il 26, i tre corpi russi dell’esercito di Slesia spinsero fino a Étoges; il grosso dei due corpi prussiani rimase a Montmirail, uno dei loro partiti inseguiva quello del generale Vincent su Verdelot e Rebais; il generale York aveva sentito a mezzogiorno una forte cannonata, inviò il generale Ziethen in ricognizione su Sezanne…

#### fu in questa azione contro le due divisioni francesi che il comandante di battaglione Rapatel, ex aiutante di campo di Moreau, ed allora ufficiale di ordinanza dell’imperatore di Russia, fu ucciso in una piazza dove uno dei suoi fratelli combatteva come capitano di artiglieria.