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23 MARZO 1805: MARIA-LETIZIA BONAPARTE DIVENTA “SUA ALTEZZA IMPERIALE, MADRE DELL’IMPERATORE”

23 MARZO 1805: MARIA-LETIZIA BONAPARTE DIVENTA "SUA ALTEZZA IMPERIALE, MADRE DELL'IMPERATORE"

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Marzo 23, 2023    
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Con un decreto del 23 marzo 1805, Napoleone diede a Letizia, sua madre, il titolo di “Altezza imperiale Madame, madre dell’Imperatore”. Ha il suo posto alla destra dell’Imperatore in tutte le cerimonie ufficiali. Napoleone le concesse 300.000 franchi all’anno e la circondò di cappellani, dame d’onore, dame accompagnatrici, lettrici, ciambellani, segretari, tutti agli ordini di Madame Mère.

Napoleone la nominò anche protettrice delle Suore di carità e delle Suore ospedaliere e nel giugno 1805 le offrì il castello di Pont-sur-Seine, nell’Aube. Abita all’Hôtel de Brienne (attuale residenza del ministro degli eserciti), al 14 di rue Saint-Dominique a Parigi.

• Leggiamo “Madame mère”, il saggio storico del barone Larrey, dell’Istituto di Francia:

Sua Altezza non traeva vanità dal favore che aveva costituito la sua casa, con il suo personale e le sue prerogative. Sarebbe stata felice delle alleanze principesche dei suoi figli, se non fosse stata preoccupata, invece di rallegrarsi per il futuro. Il suo titolo personale di Altezza Imperiale non esaltava la sua immaginazione e, nonostante l’era napoleonica delle vittorie e delle conquiste della Francia, nonostante lo scoppio delle feste e l’allenamento dei piaceri della corte, Madame Mère restava, senza fallire e senza vacillare, la più lungimirante delle madri di famiglia.

Questa madre augusta dell’imperatore e di molti re o regine, principi o principesse, avrebbe potuto esserne felice e orgogliosa, molto più della nobiltà della sua origine e delle alleanze della sua famiglia, se non avesse preferito a tutti gli onori personali, la semplicità della sua vita, la felicità dei suoi figli, la gloria di suo figlio e la grandezza della Francia sperata dalla pace con l’Europa.

Non fu tutto per lei: l’imperatore ebbe il lieto pensiero di conferire a Sua Altezza Imperiale il titolo ufficiale di Protettrice generale delle istituzioni di beneficenza e di carità dell’Impero.

Accettò questa alta missione con fiducia e se ne dimostrò doppiamente degna, con l’esperienza delle miserie da alleviare e con i mezzi per conseguirla. I suoi principi di economia, spesso mal giudicati, anche dai suoi, si applicavano sempre, a parte i suoi figli, agli infelici che scuoteva in modo pratico, ben compreso e ben distribuito.

Diede molto alle fondazioni caritatevoli, di cui aveva l’alta direzione. Ne formò un ministero completo di cui la sua casa gli forniva il personale e distribuiva i mezzi. Gli alti funzionari dello Stato e quelli del clero le facevano conoscere, con rapporti precisi, le miserie più degne di essere salvate.

La somma annuale prelevata dalla lista civile dell’imperatore, per la distribuzione dei soccorsi diretta da Madame Mère, era, all’inizio, piuttosto minima. Gradualmente, a seconda delle necessità, è aumentata. La valutazione delle domande sottoposte regolarmente all’esame di Sua Altezza Imperiale era modificata o mantenuta, secondo la sua decisione, secondo i titoli riconosciuti da un consiglio superiore.

I soccorsi ordinati venivano distribuiti, senza indugio, secondo la ripartizione prescritta da quella che il pubblico chiamava l’Imperatrice Madre, sebbene Madame non ne avesse il titolo ufficiale. La somma totale delle sovvenzioni da distribuire, ogni anno, aumentò gradualmente, fino a un centinaio di migliaia di franchi. Il principale dispensatore fu, nei primi tempi, il cardinale Fesch; ma presto l’imperatore preferì dare a questo compito un carattere di autorità più diretta, assicurando più valore alla carità stessa.

Per questo affidò la ripartizione dei soccorsi al grande maresciallo del palazzo, il generale Duroc, in costante rapporto con lui e così degno di una tale missione, a tutti i titoli. La signora ne giudicò i motivi legittimi, riconoscendo che suo fratello non poteva più essere incaricato di questo difficile compito.

L’autore (anonimo) di un’opera intitolata “L’Impero” riporta quanto segue in una delle sue lettere indirizzate a un personaggio dell’epoca: “La signora Madre, che le sue grandi qualità rendono così rispettabile, ha fatto molte elemosine; ha chiesto al figlio di essere a capo di tutte le istituzioni di beneficenza, ne ha formato un ministero reale, che dirige attivamente e da sola; il sig. de Brissac può dare, a questo proposito, informazioni irrecusabili.

Non c’è qui né sfarzo inopportuno né sordida parsimonia. In Francia, siamo abituati a vedere le donne di alto rango gettare il denaro dalla finestra; la riserva della signora Madre stupisce. Si dice che propenda verso l’avarizia, ma non è vero; non credete a nessuno dei racconti che si dicono su questo: non c’è una parola di vero. – Ma se vi dicono che lavora per fare del bene, tenete questo per esatto.”