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22 FEBBRAIO 1793: BONAPARTE, PRIMA OPERAZIONE MILITARE, ALLA MADDALENA

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22 FEBBRAIO 1793: BONAPARTE, PRIMA OPERAZIONE MILITARE, ALLA MADDALENA

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Febbraio 22, 2023    
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La prima battaglia di Napoleone Bonaparte, nell’arcipelago de La Maddalena, tra Bonifacio e il nord-est della Sardegna, fu in realtà una diversione dell’attacco francese alla Sardegna, essendo l’attacco principale a Cagliari.

• Ecco alcuni estratti della relazione redatta il 22 marzo 1793 dallo stesso Bonaparte:

Alle quattro del pomeriggio [22 febbraio] sono arrivati alle isole della Maddalena. Hanno operato lo sbarco all’isola di Saint-Etienne [150 granatieri del 52º reggimento e 450 uomini del 2º battaglione di volontari corsi], avendo alla loro testa i loro due luogotenenti-colonnelli [Quenza e Bonaparte]. La resistenza dei nemici è stata vana: abbiamo avuto un solo uomo ferito. Se, in quel momento, si fossero inviati gli effetti necessari per costruire una batteria di fronte al villaggio della Maddalena e se, all’ingresso della notte, si fosse tentata la discesa, è molto probabile che avremmo prontamente compiuto l’oggetto della nostra missione, ma si è perso il momento favorevole che, in guerra, decide tutto (1)[… ].

Nella giornata del 23, ci siamo impadroniti della Torre di Saint-Etienne, torre ben fiancheggiata, con un fossato, un ponte levatoio, venticinque uomini di guarnigione [degli svizzeri] e tre pezzi di cannone. [… ]. Nella notte tra il 23 e il 24 [il materiale era stato finalmente sbarcato di giorno] abbiamo iniziato a sparare bombe e a lanciare palle di cannone nella città della Maddalena. Abbiamo continuato tutto il giorno del 24 e del 25. Abbiamo dato fuoco quattro volte alle case della Maddalena. Abbiamo dato fuoco a un cantiere di legname e schiacciato ottanta case. L’isola della Maddalena era stata rifornita e aveva ricevuto un rinforzo di ottocento sardi: tre o quattromila sardi si facevano vedere sulle coste della Sardegna […].

Tuttavia, ciò che ci sorprese fu la fuga precipitosa della nostra corvetta [la Fauvette] che abbandonò il suo convoglio per prendere il largo [l’equipaggio si era ammutinato]. Il cittadino Colonna-Cesari [il comandante della spedizione], che si imbarcava su di esso, ci inviò, il 25, l’ordine di ritirarci subito […]. Lavorammo senza perdere tempo; uniti a tutto il resto del nostro piccolo esercito, riuscimmo a trasportare tutti i nostri pezzi fino alla riva del mare. Ma, arrivati lì, trovammo che gli edifici del convoglio erano già salpati. Non abbiamo avuto che il tempo di far imbarcare la nostra truppa e gettare in mare i nostri cannoni […].

Ecco il fedele racconto, cittadino ministro, di questa vergognosa spedizione. Abbiamo fatto il nostro dovere; e interessi come la gloria della Repubblica esigono che si ricerchino e si puniscano i codardi o i traditori che ci hanno fatto fallire.

• I colpevoli furono presto nominati.

Così, il 14 marzo 1793, su iniziativa di Lucien, la società repubblicana di Tolone scriveva questo indirizzo alla Convenzione:
Lo sfortunato successo della spedizione della Sardegna va attribuito principalmente a lui. Il consiglio esecutivo aveva dato ordini perché fosse attaccata lo scorso novembre: Paoli, richiesto dal generale che comandava l’esercito d’Italia, si rifiutò di fornire le guardie nazionali che gli erano state richieste per questa spedizione e pretendeva di ricevere ordini solo dal comitato esecutivo.

Quando finalmente la squadra dell’ammiraglio Truguet abbordò in Corsica e l’imbarco delle guardie nazionali stava per essere effettuato, si seppe, con delle combinazioni spaventose, sventare ancora il successo di questa impresa, seminando la divisione tra i corsi e le truppe francesi, al punto che i primi rifiutarono di agire e si riservarono di fare un attacco particolare nella parte settentrionale, mentre gli altri si portarono con la squadra a Cagliari.

È a questa triste divisione che dobbiamo il difetto dei nostri successi e la vergogna della nostra pensione. Paoli è colpevole di questa divisione e delle disgrazie che l’hanno portata; faccio appello alla testimonianza di alcuni deputati corsi, a cui è stata fatta intuire, e che l’annunciarono ancor prima che le truppe francesi sbarcassero nella loro isola.

Il 2 aprile successivo, Paoli fu decretato d’arresto. Il 24 maggio i suoi seguaci saccheggiarono e bruciarono la casa di famiglia dei Bonaparte ad Ajaccio. Qualche giorno dopo, la famiglia decise di lasciare la Corsica e imbarcarsi per la Francia…

• Cosa dice l’Imperatore?

Napoleone conservò a lungo il ricordo di questa spedizione. Ricorderà nel 1794 che “comandava un battaglione alla presa dell’isola della Maddalena”. All’inizio delle sue Mémoires sur la guerre d’Italie, menziona questo contrattacco che Colonna-Césari aveva ordinato.

Anche a Sant’Elena dirà che fu in Sardegna che vide il fuoco per la prima volta, ma manterrà sempre il silenzio sul suo ruolo. Bonaparte era in sott’ordine; aveva dovuto assistere ad una disfatta odiosa, da spettatore impotente. Non avrebbe mai perdonato una cosa simile a Cesare e a Paoli…

(1) a proposito del momento favorevole che, in guerra, decide tutto, vedi la conferenza di Jean Mouton sulla finestra di tiro della battaglia di Austerlitz sul canale Youtube di Cercle Napoléon:
https://www.youtube.com/watch=v=8_pzBnrqdzE