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20 GIUGNO 1815: NAPOLEONE A LAON

20 GIUGNO 1815: NAPOLEONE A LAON

Quando

Giugno 20, 2023    
12:00 am

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Il 20 l’Imperatore lasciò parte del suo bagaglio a Rethel, si recò a Laon, si fermò all’Hôtel de la Poste e partì a tarda notte per Parigi, che raggiunse la mattina presto. A Caulincourt che lo accoglie, Napoleone dice: “Il colpo che ho ricevuto è mortale”.

• Leggiamo Gli ultimi giorni dell’Impero – H Lachouque – Arthaud, 1965.

Verso le 6 del mattino, i Laonnais che passano sul bastione settentrionale (bastione Saint-Rémy), vedono sulla strada per Marle, dritto per quattro leghe, una massa di uomini, insolita a quest’ora. Si muove lentamente; presto distinguiamo i soldati allo sbando. Il risveglio è dato nel sobborgo di Vaux; Allerta Guardia Nazionale. Sono fanti, cavalieri appiedati, disarmati, lacerati, infangati, sanguinanti, feriti, affamati, sgomenti. “Tutto è perduto, dicono, l’esercito è stato distrutto ieri sera vicino a Bruxelles…”

Arrivato poco prima di loro con gendarmi, poche auto, un gruppo di combattenti, il generale Radet comincia a radunarli, con le armi, corpi d’armata, reggimenti. Ecco un ufficiale dragone, coperto di fango. Smonta davanti all’ufficio postale situato all’incrocio delle strade di Reims e Marle; su ciascuno di essi si apre una porta carrabile che immette nel cortile, circondato da edifici ad un piano: stalle, locanda, fienili, ecc. «L’imperatore mi segue da vicino», disse l’ufficiale al signor Lecat, direttore delle poste, «si ferma qui, preparatevi a riceverlo».

Pochi istanti dopo, una carrozza in pessime condizioni si ferma. Napoleone scende e, chiuso il cancello, si dirige verso la casa. “I tuoi soldati stanno scappando”, gli disse un passante. Stanchissimo, a tratti abbattuto e nervoso, viene accolto da Radet; un distaccamento della Guardia Nazionale rende gli onori. Sire, disse il comandante, i nostri fratelli e i nostri figli sono nelle roccaforti, ma disponi di noi; siamo pronti a morire per il nostro paese e per voi…

Commosso, Napoleone lo ringraziò calorosamente e alzò il cappello davanti ad alcune persone arrestate nel cortile e al grido di “Vive l’Empereur!” È stato straziante, scrive un testimone.