Sorting by

×
Vai al contenuto

2 MARZO 1814: BLÜCHER SI RITIRA MA SOISSONS SI ARRENDE

2 MARZO 1814: BLÜCHER SI RITIRA MA SOISSONS SI ARRENDE

Quando

Marzo 2, 2023    
Tutto il giorno

Event Type

  • Leggiamo Henry Houssaye:

Il 1º marzo, Blücher, il cui intero esercito era arrivato sulle rive dell’Ourcq, prese le disposizioni per passare questo fiume che gli sbarrava la strada per Parigi. Ardente come il feldmaresciallo, il suo spirito non poteva concepire, la sua vanità non poteva soffrire che una manciata di francesi si fosse accorta di disputare il passaggio da un ruscello ad un esercito di 48.000 uomini che comandava in persona. Il nemico eseguì due attacchi simultanei. Sacken fece un’energica dimostrazione su Lizy che Mortier difendeva, mentre Kleist, dalla riva destra dell’Ourcq, e Kapzewitch, dalla riva sinistra, tentavano di rimuovere le posizioni di Marmont a May e a Crouy.

Prussiani e russi furono ugualmente ben accolti, tanto più che, durante la notte, arrivarono da Parigi 7-8.000 uomini di truppe fresche, tra cui la 3ª divisione della giovane guardia, che contava più di 5.000 fucili.

Blücher voleva ripetere l’attacco il giorno successivo, ma nella notte tra l’1 e il 2 marzo apprese dai corridori del generale Korff notizie che lo costrinsero a cambiare completamente le sue combinazioni strategiche. Doveva abbandonare l’offensiva e ritirarsi al più presto. 

Avvertito il 25 febbraio, con una lettera di Marmont, del movimento dei prussiani su Parigi, l’imperatore aveva in quel giorno messo le sue truppe in marcia. Il 27 aveva lasciato Troyes con la sua guardia; il 1º marzo era a Jouarre e il 2 mattina arrivava a La Ferté-sous-Jouarre, sulle rive della Marna. L’esercito imperiale contava circa 35.000 combattenti. L’imperatore aveva con sé Victor e le divisioni della giovane guardia Charpentier e Boyer; Ney e le divisioni della giovane guardia Meunier e Curial e una brigata dalla Spagna; Triant e la vecchia guardia; Drouot e la riserva di artiglieria con 100 bocche di fuoco; la divisione del duca di Padova; infine, 10.000 cavalieri della guardia e dei dragoni di Spagna.

Se Blücher non avesse avuto la lungimiranza di far distruggere il ponte de La Ferté, Napoleone, nella giornata del 2 marzo, sarebbe caduto sull’esercito della Slesia in ritirata. “Se avessi avuto un equipaggio di ponti, scriveva quel giorno al duca di Feltre [Clarke, ministro della guerra], avrei sterminato Blücher.”

L’imperatore diceva solo la verità. Quando apprese della marcia di Napoleone, il feldmaresciallo non ebbe altro che l’idea di sottrarsi al più presto all’abbraccio minaccioso dell’esercito imperiale. Nell’ordine generale, datato a Fulaines, il 2 marzo:

“Come l’imperatore Napoleone, proveniente da Arcis, ha passato il 28 febbraio a Sèzanne e non si sa se attraverserà la Marna a Meaux, alla Ferté-sous-Jouarre o a Château-Thierry; come in queste circostanze, la nostra unione con i generali Bulow e Winzingerode diventa della massima importanza, camminerà: il corpo di York, attraverso la Ferté-Milon e Ancienville su Oulchy, dove prenderà posizione dietro l’Ourcq, la sua fronte verso Château-Thierry; il corpo di Sacken, su Ancienville; il corpo di Langeron (Kapzewitch), su La Ferté-Milon; il corpo di Kleist, su Bournonville e Marolles; i bagagli su Billy-sur-Ourcq…”

Così Blücher batteva in ritirata e, non sapendo se le teste di colonna dell’esercito imperiale non lo avrebbero unito la mattina seguente, egli segnava alle sue truppe luoghi di tappe che potevano eventualmente diventare posizioni di combattimento. Quando scrive, infatti, che York stabilirà il suo fronte di fronte a Château-Thierry e che le altre truppe, dopo aver superato l’Ourcq, bivaccaranno dietro questo fiume, indica che accetterà la battaglia se Napoleone lo minaccia troppo rapidamente e da troppo vicino, o se arrivano rinforzi all’esercito della Slesia.

• La resa di Soissons

La città di Soissons, presa il 14 febbraio, era stata evacuata dai russi e rioccupata dalle truppe francesi. Il generale Moreau ne aveva il comando, con una guarnigione di polacchi. I generali alleati Woronsow e Bulow, marciando per fare la loro unione con il generale Blücher, che, spinto dall’imperatore Napoleone, si ritirava dalla Marna sull’Aisne, si presentarono davanti a questa città il 2 marzo e, dopo alcuni colpi di cannone sparati, la invitarono ad aprire le sue porte.

Il generale Moreau, intimorito dalla forza del nemico, capitolò, con la sola condizione che gli sarebbe stato possibile unirsi all’esercito francese con la sua guarnigione e i suoi pezzi da campo.

Anche se questa capitolazione fu molto vantaggiosa per il nemico, stava per essere rotta dalla malafede dei prussiani che, in contravvenzione al trattato, volevano lasciare uscire solo due pezzi. Questa slealtà trasportò di furia la guarnigione, ancora eccitata dal rumore del cannone dell’esercito francese, che dal giorno prima non cessava di farsi sentire avvicinandosi. Il generale russo Woronsow disse “Date loro tutti i pezzi che reclamano, anche i miei, se li esigono; ma se ne vadano subito: faremo un buon affare.”

Appena la guarnigione fu fuori dai sobborghi, le teste delle colonne dell’esercito del generale Blücher vi giunsero nel più grande disordine, seguite vigorosamente dall’esercito sotto gli ordini di Napoleone. Blücher fu salvato, perché poté passare l’Aisne senza ostacoli.

Ma se Soissons avesse resistito solo tre o quattro giorni, come era ragionevole sperare, che cosa avrebbe fatto questo generale, pressato in coda dai marescialli Mortier e Marmont, spinto sul fianco sinistro da Napoleone, e messo alle strette all’Aisne, sulla quale non aveva alcun passaggio assicurato? Secondo tutte le apparenze, sarebbe stato costretto a mettere giù le armi in aperta campagna, come a Schwartau (6 novembre), nella guerra del 1806. Più felice che saggia, la fortuna lo tirò fuori da questo brutto passo, dove la sua solita imprudenza lo aveva precipitato.

Quando Napoleone viene a sapere della resa di Soissons, dice: “Il nome di Moreau mi ha sempre portato sfortuna!”