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18 FEBBRAIO 1814: VITTORIA DI MONTEREAU

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18 FEBBRAIO 1814: VITTORIA DI MONTEREAU

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Febbraio 18, 2023    
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Il 18 febbraio 1814, alle 3 del mattino, Napoleone, al castello di Nangis, apprese che Victor aveva commesso l’errore di non obbedirgli, e si fermò per far riposare i suoi uomini a Montigny-Lencoup, a due leghe da Montereau, che doveva assolutamente occupare. Molto irritato, chiede a Berthier di ordinargli di partire subito verso Montereau, per ristabilirvi al più presto i ponti.

Gli austriaci, presenti in questa città dal 14, dopo averla saccheggiata e distrutta, avvertiti dell’avvicinamento dei francesi, stanno fuggendo. Victor, consapevole della sua colpa, chiede all’Imperatore il permesso di ritirarsi a casa sua. Autorizzazione rifiutata. Anche Pajol ricevette l’ordine di dirigersi su Montereau per scacciare i württembergesi trincerati e ristabilire i ponti della Senna e di Yonne.

Alle 4 del mattino, Pajol parte per Montereau da nord-ovest, con 1400 cavalieri, 4550 fanti e 16 cannoni. Ma pensa che, come previsto dagli ordini, Victor stia già occupando Montereau. All’uscita del bosco di Valencia verso le 8, le sue truppe, sorprese, sono ricevute dai cannoni württembergesi. Il combattimento si stabilì tra la frazione di Courreaux e la fattoria di La Mare, che saranno prese solo in tarda mattinata.

Verso le 11, Victor attaccò da nord-est, mentre il generale Gérard, assistito dal generale Châteaux, genero del maresciallo Victor, doveva sboccare nel villaggio di Forges, a nord di Montereau.

I combattimenti furono duri, per due volte i francesi furono cacciati e ripresero il villaggio. A Montereau, Châteaux riesce a infilarsi a Saint-Nicolas, ma una pallottola gli sfonda il braccio destro all’ingresso del ponte sulla Senna. È evacuato immediatamente nel negozio di un droghiere della rue de Provins.

A Villeneuve-les-Bordes, l’Imperatore rimprovera a Victor la sua sosta prematura del giorno prima, la sua lentezza colpevole nell’attacco, lo destituisce e lo sostituisce alla testa del 2º Corpo dal generale Gérard. Napoleone, furioso di non sentire il cannone del suo esercito, parte in direzione di Montereau.

A mezzogiorno, Gérard, che ha sostituito Victor, dirige i suoi 60 pezzi di artiglieria contro i württembergesi, mentre il nemico fa avanzare le sue riserve. Il grosso della fanteria francese corona le cime degli Ormeaux a Surville, una vigorosa azione di Gérard assicura ai francesi una posizione vantaggiosa a 2 ore del pomeriggio.

I cavalieri di Delort, seguiti dalle Guardie Nazionali Bretoni e dai Gendarmi a piedi della Spagna, avanzano con un movimento che gira a sud degli Ormeaux, per tagliare ogni ritirata agli austriaci. Verso le 14, davanti a una siepe ben difesa, Pajol vuole correre in testa alla colonna per rimuoverla. È allora che il sig. Moreau, sindaco di Montereau, gli indica due sentieri laterali che permettono di girare questa posizione. Gli Ormeaux sono al potere delle truppe di Pajol e i württembergesi sono tagliati fuori dalla loro ritirata.

In quel momento, il principe reale del Württemberg abbandonò il campo di battaglia e fuggì per la strada di Bray. Pajol, a Montereau, mitraglia le masse nemiche nel sobborgo Saint-Nicolas. L’ingombro è estremo al ponte della Senna.

Verso le 15.00, Napoleone, preceduto dalla cavalleria della Guardia, arriva alle porte di Montereau, salutato dalle grida di “Viva l’Imperatore!” La sua presenza da sola spaventa già gli austriaci.

L’Imperatore inviò quattro colonne per finire di prendere l’altopiano di Surville e Montereau, con la Guardia tenuta come riserva. Molti fuggiaschi che cercavano di attraversare i ponti furono trafitti dagli ussari della brigata Subervic. I pontonieri austriaci tentarono senza successo di distruggere i bordi del ponte di Yonne. A Surville, il generale Gérard taglia gli austriaci di Zach e Colloredo, mentre i cacciatori della Guardia scendono in picchiata, tagliano a pezzi o fanno prigionieri numerosi austriaci.

Alle 4 del pomeriggio, Pajol prese i ponti prima che i württembergesi potessero distruggerli. I suoi cavalieri, molti giovani coscritti, avendo avuto quindici giorni di formazione a Versailles, sono inesperti, il che fa dire al generale Delort: “credo, in verità, che si perda la testa di farmi caricare con una cavalleria simile”. Ma, pieni di audacia, fanno dei prodigi. Pajol, in testa alle altre due brigate, con il braccio sinistro in sciarpa, poiché soffriva ancora della ferita che aveva ricevuto a Wachau il 16 ottobre 1813, arrivò sul ponte della Senna nel momento in cui scoppiò una mina. I württembergesi aprirono il fuoco su di lui, il suo cavallo venne ucciso e lui fu gravemente ferito.

Sulle alture di Surville, Napoleone domina la scena e applaude a questa brillante e vittoriosa carica che gli conserva intatti i ponti di Montereau. Disse: “Solo Pajol tra i miei generali sa come condurre la cavalleria”.

A Surville, un pezzo forte spara sei colpi solo contro il grosso dei nemici, prima che si trovi fuori portata. Napoleone stesso punta uno dei pezzi di batteria d’artiglieria leggera della Guardia che prende la strada di Fossard. Gli si chiede di mettersi al riparo. A ogni risposta:
“Forza, amici, non temete, il proiettile che mi ucciderà non è stato ancora creato!”

Dopo la battaglia, Napoleone ebbe un testa a testa tempestoso di un’ora con Victor, che giunse ad intenerirlo evocando i ricordi d’Italia e il nome di suo genero, il generale Châteaux, gravemente ferito durante questa battaglia (ne morirà l’8 maggio 1814). Colpito, Napoleone tende la mano al maresciallo che gli dice: “non lascerò l’esercito, prenderò un fucile, non ho dimenticato il mio vecchio mestiere”. Victor ottiene il perdono e riceve il comando di due divisioni di Giovani Guardie stazionate a Fontainebleau.

La battaglia costò 2.000 uomini ai francesi e 6.000 agli austriaci e al Württemberg, che persero anche 15 cannoni.