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17 FEBBRAIO 1806: NAPOLEONE ORDINA LA COSTRUZIONE DELL’ARCO DI TRIONFO

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17 FEBBRAIO 1806: NAPOLEONE ORDINA LA COSTRUZIONE DELL'ARCO DI TRIONFO

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Febbraio 17, 2023    
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All’indomani della vittoria di Austerlitz, Napoleone proclamò ai suoi soldati: “Vi riporterò in Francia. Non tornerete nelle vostre case se non sotto archi di trionfo”.

Napoleone prese, il 18 febbraio 1806, la decisione ufficiale di far erigere un arco di trionfo alla gloria della Grande Armata, come l’antica Roma, anch’essa passata dalla Repubblica all’Impero. Diversi siti sono allora proposti, tra cui quello della Bastiglia, ma Napoleone opterà per la place del’Étoile. Il 15 agosto 1806 fu posata la prima pietra dell’opera dell’architetto Jean-François Chalgrin, ispirata all’arco di Giano e all’arco di Tito a Roma. Ma l’edificio non avanza rapidamente. Solo il cantiere per le fondamenta richiede due anni!

Il 2 marzo 1810, mentre le quattro pile si elevavano a circa un metro dal suolo, Chalgrin ricevette l’ordine di creare per il 2 aprile, in occasione del matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, un trompe-l’œil fatto di carpenteria, stucco e tele dipinte, che rappresenterà il monumento al suo completamento.

Cinquecento operai vengono allora assunti per finalizzare questa forma provvisoria, ma i carpentieri iniziano uno sciopero per denunciare le condizioni di lavoro e i salari troppo bassi. Chiedono che i loro stipendi passino da 4 franchi al giorno a 18 e, mentre sta per essere accettato, chiedono 24 franchi al giorno di lavoro.

Il prefetto di polizia fa subito arrestare sei di loro. “Carpentieri! Il Consigliere di Stato, Capo della Polizia, è indignato per la vostra condotta. Avete abusato delle buone maniere del governo. Avete chiesto 18 franchi al giorno e molti di voi hanno osato dire che avrebbero chiesto 24 franchi. È tempo che tale abuso cessi. Avrete solo quattro franchi al giorno. Il consigliere di Stato, prefetto di polizia, vi mette tutti in requisizione. Vi è proibito sotto pena di disobbedienza di lasciare i lavori. Coloro che lo faranno saranno arrestati e mai sarà permesso loro di lavorare a Parigi.” Così, il lavoro è pronto in tempo.

Chalgrin morì nel gennaio 1811 e Louis-Robert Goust, suo più stretto collaboratore, gli succedette. Ma i soldi mancano, l’economia, dopo la campagna di Russia, è in crisi. La costruzione è rallentata. Napoleone allora dichiara: “L’Arco di Trionfo, il ponte di Jena, il Tempio della Gloria possono essere ritardati di due o tre anni senza inconvenienti.”

Alla caduta dell’Impero, nel 1815, la costruzione dell’Arco di Trionfo, allora elevato fino alle volte, fu interrotta, poi ripresa nel 1823, per commemorare la spedizione vittoriosa della Spagna. Solo nel 1832 Luigi Filippo, divenuto re dei francesi, riprese il progetto dell’imperatore. In uno spirito di riconciliazione, tra tutti i francesi, riprese l’idea iniziale di Napoleone allargandola a tutte le battaglie della Repubblica e dell’Impero, dal 1792 al 1815.

L’Arco di Trionfo fu inaugurato il 29 luglio 1836, quasi di soppiatto da Adolphe Thiers, in assenza di Luigi Filippo, temendo un nuovo attentato contro la sua persona, dopo quello di Fieschi. Misura 49 metri di altezza e supera i 45 metri di larghezza.

Vi si trovano quattro altorilievi, la Partenza dei volontari del 1792 (La Marseillaise), di François Rude, che rappresenta il raduno di tutti i francesi per difendere la nazione partendo in combattimento, il Trionfo del 1810, di Jean-Pierre Cortot, la Resistenza del 1814, e la Pace del 1815, di Antoine Etex, e sei bassorilievi rappresentano i funerali del generale Marceau, la battaglia di Aboukir, la battaglia di Jemappes, il passaggio del ponte di Arcole, la presa di Alessandria e la battaglia di Austerlitz.

Sugli scudi dell’attico, le grandi battaglie della Rivoluzione e dell’Impero: Valmy, Jemmapes, Fleurus, Montenotte, Lodi, Castiglione, Rivoli, Arcole, Piramidi, Aboukir, Alkmaar, Zurigo, Eliopoli, Marengo, Henholinden, Uljenrlitz, Friederra, Osiland, Essling, Wagram, Moskowa, Lützen, Bautzen, Dresda, Hanau, Montmirail, Montereau e Ligny.

Sulle facce interne dei piccoli portici sono incisi 660 nomi delle personalità della Rivoluzione e dell’Impero. Alcuni sono sottolineati, questi sono i nomi di coloro che sono morti in combattimento.

È sotto le sue volte che, il 15 dicembre 1840, passerà il carro funebre, riportando le ceneri di Napoleone.