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16 settembre 1807: NAPOLEONE CREA LA CORTE DEI CONTI

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16 settembre 1807: NAPOLEONE CREA LA CORTE DEI CONTI

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Settembre 16, 2022    
12:00 am

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• Leggiamo Philippe Seguin, primo Presidente della Corte dei conti, testo scritto nel 2007 per il bicentenario della sua creazione:

“L’imperatore relegato sul retro del suo palazzo può solo sapere cosa vogliamo dirgli. La Corte dei conti mi informerà”. Questa fu senza dubbio la prima motivazione che spinse Napoleone a istituire una Corte dei conti nel 1807, subito dopo le sue vittoriose campagne in Polonia, dedicata al controllo delle finanze pubbliche; voleva che non fosse cortigiana.

Ha rifondato, così, una vecchia istituzione, ereditata dalla monarchia. Già nel Medioevo, il re, consapevole della necessità di garantire il controllo di coloro che gestivano il dominio e il denaro del Regno, per evitare i rischi di negligenza, appropriazione indebita o abuso, ha istituito una curia regis, o corte del re, specializzata nella sentenza dei conti. Altre camere dei conti furono istituite nelle province, tutte sotto l’autorità dei grandi signori feudali, che si dichiararono “sovrane”.

I rivoluzionari sancirono nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino il diritto dei cittadini di “chiedere conto” a qualsiasi agente dell’amministrazione, ma, diffidando dei giudici dell’Ancien Régime, abolirono le Camere dei Conti nel 1790. Il sistema che è stato sostituito, quello di un Ufficio Contabile posto sotto l’Organo Legislativo e poi di una Commissione Contabile Nazionale che lavora per il potere esecutivo, non è riuscito ad affermarsi.

Napoleone era quindi convinto della necessità di ricostituire una giurisdizione finanziaria che lo avrebbe informato sulla gestione dei fondi pubblici, consentendo loro il controllo. Così fu adottata la legge del 16 settembre 1807 che istituì la Corte dei conti.

Lebrun, allora tesoriere dell’Impero, indicò alla solenneapplicazione della giurisdizione il 5 novembre 1807: “era necessaria una nuova istituzione, non una frammentata, come quella che era stata creata da riunioni successive in diverse parti della Francia; una massa incoerente di racconti di Sully, Colbert e dei loro più abili successori che avevano difficoltà a muoversi e di poteri confusi che, esercitandosi contemporaneamente su più questioni diverse, li lasciavano tutti in languore e inerzia”.

Creata da e per il Sovrano, la Corte dei conti ha saputo emanciparsi e consolidare la sua legittimità nella movimentata storia istituzionale della Francia. Che rispondesse – e rispondesse più che mai – ad un bisogno fondamentale derivante da esigenze morali e materiali: quello del controllo del buon impiego del denaro pubblico. Necessità che non poteva che diventare più pressante a favore dei cambiamenti istituzionali e della democratizzazione delle istituzioni francesi.

La Corte ha saputo anche posizionarsi a uguale distanza tra il potere esecutivo e quello legislativo: essa apporta il suo contributo all’uno come all’altro. A partire dal 1822 assiste il Parlamento per il controllo dell’esecuzione delle leggi finanziarie: inizia così una fruttuosa collaborazione con le Assemblee, il cui principio è stato consacrato dalle costituzioni del 1946 e del 1958. Nel 1832, essa invia per la prima volta al Parlamento la relazione annuale, finora tradizionalmente riservata al Sovrano. Nel 1938, questo rapporto è pubblicato ed è quindi accessibile a tutti i cittadini.

“Creatura” dell’Imperatore, la Corte ha saputo affermare la sua indipendenza e il suo ruolo tra le istituzioni più importanti della Repubblica. La Corte dei conti è oggi lo strumento di due volontà ravvicinate: la volontà di verificare se il denaro pubblico sia stato utilizzato a buon diritto, ma anche a buon fine. Giudicando i conti dei contabili, garantisce la regolarità e il buon uso dei fondi pubblici; esaminando la gestione degli ordinatori, reprime le infedeltà attraverso varie procedure contenziose. Rende conto al cittadino, illumina il Parlamento.

Il suo campo di competenza si è progressivamente esteso dai conti pubblici a quelli degli organismi di diritto privato che beneficiano di contributi finanziari pubblici o che fanno appello alla generosità pubblica, agli organismi di sicurezza sociale, alle imprese pubbliche. Recentemente, i suoi compiti si sono ulteriormente diversificati: nel 2001, la legge organica relativa alle leggi finanziarie, poi, nel 2005, la legge organica relativa alle leggi di finanziamento della sicurezza sociale accrescono il ruolo di assistenza al Parlamento, svolto dalla Corte, e la pongono al centro della riforma di bilancio e contabile dello Stato e della sicurezza sociale.

In quest’anno 2007, il suo duecentesimo, la Corte ha dunque il privilegio, che alcuni invidieranno, di essere festeggiata, onorata, lodata e allo stesso tempo confortata, senza dubbio anche rafforzata e sollecitata più che mai. Non è necessario precisare l’esigenza che questa eredità e questi nuovi compiti fanno pesare su di essa.