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16 OTTOBRE 1840: LE CENERI DELL’IMPERATORE LASCIANO SANT’ELENA

16 OTTOBRE 1840: LE CENERI DELL'IMPERATORE LASCIANO SANT'ELENA

Quando

Ottobre 16, 2022    
12:00 am

Event Type

  • Leggiamo il “Diario scritto a bordo della fregata Belle Poule da Emmanuel de Las Cases, figlio dell’autore del “Memorial”:

16  – Venerdì. Durante la notte, l’ufficiale di guardia aveva mantenuto la grande tenuta. Il corpo era stato tenuto in una camera ardente. L’abate Coquereau non lo aveva abbandonato, anche se era la sua terza notte di veglia. Alle dieci doveva iniziare una cerimonia religiosa.

L’altare era sormontato da padiglioni francesi e da un trofeo d’armi. A destra e a sinistra c’erano due fasci di fucili sopra i quali era attaccata una corona di quercia. Davanti due obici. Tra l’altare e il cabestano si stendeva un immenso drappo nero, ricamato d’argento, sul quale poggiava la bara, coperta dal magnifico mantello e sormontata dalla corona imperiale velata di crepe. Il turibolo sospeso emanava l’incenso bruciato.

Dei 60 uomini comandati dal capitano Penanros, 30 erano ai suoi ordini immediati e 30 agli ordini del sig. Jauge. I compagni di esilio dell’Imperatore avevano ripreso il loro posto; vicino a loro c’erano i fedeli servitori e i quattro più anziani sottufficiali della divisione.

Ai piedi della bara si trovava il principe comandante, in grande tenuta; alla sua destra il comandante Hernoux, il suo aiutante di campo; alla sua sinistra, M. il conte di Chabot, commissario del re; dietro di lui i comandanti Guyet e Doret e l’agente consolare di Francia. Poi gli stati maggiori, ciascuno al suo rango. I capitani delle navi mercantili francesi e i loro passeggeri. Infine, tutti i marinai in uniforme. La Favorita e l’Oreste avevano inviato i loro padroni e una deputazione di sessanta uomini ciascuno. Non c’erano estranei. Era una cerimonia nazionale.

Alle dieci, Mr. Coquereau cominciò l’ufficio divino. Per tutta la sua durata, la corvetta e il brigantino che dalle otto avevano il padiglione a mezz’asta, spararono alternativamente un colpo di cannone di minuto in minuto.

Nulla può restituire il raccoglimento e la maestosità che presiedevano questa cerimonia. Per quelli che avevano vissuto a Sant’Elena, era la cenere del più affezionato degli uomini su cui piangevano; per quelli che non lo avevano conosciuto, era la tomba del più grande degli uomini che aveva innalzato la gloria della patria. Per tutti era l’ombra del grande Napoleone che ripartì in mezzo ai francesi, dopo un quarto di secolo di esilio.

Terminate le cerimonie, il corpo fu deposto nella cripta, con le preghiere e le forme prescritte dalla Chiesa cattolica. L’ufficiale di servizio venne a chiedere al principe comandante degli ordini.

“Che vi rimanga -rispose- finché non abbiamo perso di vista la terra; lo dobbiamo all’Imperatore!”