La battaglia del Passaggio del Tagliamento, detta anche battaglia di Valvasone, fu una battaglia della prima campagna d’Italia combattuta il 16 marzo 1797 in Friuli; contrappone le truppe francesi dell’Armata d’Italia comandate da Bonaparte e rafforzate dalla divisione Bernadotte, arrivata da poco dall’Alsazia, a quelle dell’Impero d’Austria agli ordini dell’arciduca Carlo.
• Leggiamo, di Louis-Eugène d’Albenas, gli “Éphémérides militaires depuis 1792 jusqu’en 1815, ou Anniversaires de la valeur française, par une société de militaires et de gens de lettres”:
Nel breve periodo di nove mesi, il generale Bonaparte, comandante in capo dell’esercito francese d’Italia, aveva distrutto tre eserciti austriaci e conquistato tutta l’Italia, dagli stati romani alle montagne del Tirolo. Beaulieu, Wurmser, Alvinzi, tutti e tre vecchi capitani, apparvero sul campo di battaglia solo per fuggire davanti a un giovane di ventisei anni, che si distinse per la prima volta alla testa di un esercito.
Ma mentre l’Austria era sconfitta in Italia, trionfava in Germania per l’abilità dell’arciduca Carlo, abilità che costringeva gli eserciti di Sambre e Mosa e di Reno e Mosella a passare sulla riva sinistra del Reno.
Questa potenza, il cui successo aveva accresciuto la fiducia, diede il comando dell’esercito che aveva appena messo in piedi in Tirolo all’arciduca vittorioso, sperando che questo principe potesse dominare la vittoria su questo nuovo teatro. Ma l’ascesa del genio del generale repubblicano prevalse ancora una volta e il suo nuovo avversario, anche se formidabile, non divise tuttavia la sorte dei suoi predecessori.
Il generale Bonaparte aveva appena costretto papa Pio VI alla pace, a ristabilire la tranquillità nei vari stati dell’Italia conquistata, quando apprese dell’arrivo dell’arciduca Carlo in Tirolo: egli si preparò immediatamente ad attaccare l’esercito austriaco prima che i rinforzi che attendeva dalle rive del Reno l’avessero raggiunta. Lasciando le divisioni Victor e Kilmaine ad Ancona e Lombardia, per contenere l’interno dell’Italia, il generale in capo incaricò il generale Joubert con la sua divisione e quelle dei generali Delmas e Baraguey d’Hilliers di operare nel Tirolo.
Con le divisioni Bernadotte, appena uscite dall’armata di Sambre-et-Meuse, per rafforzare quella d’Italia, di Massena, Serrurier, Guyeux e Dugua, Bonaparte marciava sul Tagliamento, dove il principe Carlo, con il grosso delle sue truppe, aspettava, per prendere l’offensiva, l’arrivo dei suoi rinforzi.
Il 10 marzo, queste cinque divisioni si misero in movimento e passarono il Piave il 12. Gli austriaci si ritirarono completamente dietro il Tagliamento, dove erano state costruite delle trincee, e occuparono Torrida, Rivis, Gradisca, Pozzo, Gorizia e Codroipo.
Il generale Bonaparte fece fare la ricognizione del Tagliamento al capo di battaglione Croizier, il suo aiutante di campo, fu istruito che le gelate avevano notevolmente diminuito le acque di questo fiume, e che era guadabile su tutti i punti. Ordinò quindi alla divisione Guyeux di portarsi a sinistra, tra Torrida e Rivis, mentre la divisione Bernadotte scendeva a destra, di fronte a Codroipo.
Una batteria di dodici pezzi fu costruita su ciascuno di questi due punti. La divisione Serrurier di Valvasone doveva servire da riserva a queste due divisioni; la cavalleria del generale Dugua si pose in battaglia dietro la divisione Bernadotte. La divisione Massena era stata distaccata già il 13 e, risalendo il Piave, si dirigeva verso Cadore, per oltrepassare la destra del nemico e stabilirsi sulle sue comunicazioni.
L’azione iniziò con il fuoco delle batterie; presto le due divisioni che si piegavano in colonne strette si gettarono nel Tagliamento e lo coprirono. L’aiutante generale Duphot passò alla testa della divisione Guyeux, il generale Murat alla testa della divisione Bernadotte.
Nel momento in cui la fanteria francese si avvicinava alla riva sinistra, il principe Carlo fece eseguire diverse cariche di cavalleria, ma vedendole respinte su tutti i punti, cercò di traboccare il fianco destro della divisione Bernadotte. Il generale Bonaparte, accorgendosi di questo movimento, inviò il generale Dugua e l’aiutante-generale Kellerman per opporsi. Questi due ufficiali, sostenuti da una colonna di fanteria agli ordini del maresciallo generale Mireur, si avvicinarono alla cavalleria nemica e con una carica vigorosa la annientarono. Il generale Schulz, che la comandava, fu fatto prigioniero.
Questo successo decise la ritirata dell’esercito austriaco. Sulla sua sinistra, alcuni battaglioni che si erano gettati nel villaggio di Gradisca vollero rallentare l’inseguimento, ma il generale Guyeux, nonostante l’oscurità, li cacciò via. L’esercito repubblicano seguì il nemico fino a due leghe sulla strada di Palmanova, di cui il giorno dopo il generale Bernadotte s’impadronì e dove si trovarono trentamila razioni di pane e enormi magazzini.
La perdita degli austriaci fu di un generale, di cinquecento prigionieri, di settecento-ottocento uomini fuori combattimento e di sei pezzi di cannone. Quella dei francesi fu poco considerevole. L’aiutante generale Kellerman fu ferito da diversi colpi di sciabola. Il generale di brigata Walther e il comandante del battaglione Gros furono citati per la loro buona condotta in quel giorno.