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15 APRILE 1796: BATTAGLIA DI DÉGO E MORTE DEL GENERALE CAUSSE

15 APRILE 1796: BATTAGLIA DI DÉGO E MORTE DEL GENERALE CAUSSE

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Aprile 15, 2023    
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• Leggiamo il Memoriale di Sant’Elena, Capitolo IV

Tuttavia una divisione di granatieri austriaci, che era stata diretta da Voltri da Sassello, arrivò alle tre del mattino a Dégo. La posizione era occupata solo dalle avanguardie. Questi granatieri quindi rapirono facilmente il villaggio, e l’allarme fu grande al quartier generale francese, dove si faceva fatica a capire come i nemici potevano essere a Dégo, quando avevamo avamposti sulla strada di Acqui. Dopo due ore di un combattimento molto caldo, Dégo fu ripresa e la divisione nemica quasi interamente prigioniera.

Perdemmo il generale Bonel a Millésimo e il generale Causse a Dégo. Questi due ufficiali erano il coraggio più brillante; provenivano entrambi dall’esercito dei Pirenei Orientali ed era da notare che gli ufficiali che arrivavano da questo esercito mostravano un’impetuosità e un coraggio dei più distinti.

Fu nel villaggio di Dégo che Napoleone distingueva, per la prima volta, un comandante di battaglione che fece colonnello; fu Lannes che, da allora, fu maresciallo dell’impero, duca di Montebello, e dispiegò i più grandi talenti. Lo vedremo costantemente nel seguito prendere la maggior parte di tutti gli eventi militari.

Il generale francese diresse allora le sue operazioni su Colli e sul re di Sardegna e si limitò a tenere in scacco gli austriaci. Laharpe fu posto in osservazione vicino a Dégo, per garantire il nostro didietro e tenere in rispetto Beaulieu, che, molto indebolito, non si occupava che di radunare e riorganizzare i detriti del suo esercito. La divisione Laharpe, costretta a rimanere per diversi giorni in questa posizione, si trovò fortemente tormentata dalla mancanza di sostentamento, vista la mancanza di trasporti e l’esaurimento del paese in cui avevano soggiornato tante truppe; ciò diede luogo a qualche disordine.

Serrurier, istruito a Garessio dalle battaglie di Montenotte e di Millésimo, si mise in movimento, s’impadronì dell’altezza di San Giovanni ed entrò a Ceva lo stesso giorno che Augereau arrivava sulle alture di Montezemolo. Il 17, Colli evacuò il campo trincerato di Ceva, le alture di Montezemolo, e si ritirò dietro la Cursaglia. Lo stesso giorno il generale in capo portò il suo quartier generale a Ceva. Il nemico aveva lasciato lì tutta la sua artiglieria che non aveva avuto il tempo di portare via e si era accontentato di lasciare guarnigione nel castello.

Fu uno spettacolo sublime l’arrivo dell’esercito sulle alture di Montezemolo; da lì si scoprirono le immense e fertili pianure del Piemonte. Il Po, il Tanaro e una folla di altri fiumi serpeggiavano in lontananza; una cintura bianca di neve e di ghiaccio, di una prodigiosa elevazione, circondava all’orizzonte questo ricco bacino della terra promessa. Queste gigantesche barriere, che sembravano i limiti di un altro mondo, che la natura si era divertita a rendere così formidabili, alle quali l’arte non aveva risparmiato nulla, erano appena cadute come per incanto.

“Annibale [sic] ha forzato le Alpi, dice il generale francese fissando i suoi sguardi su queste montagne; noi le avremo girate.” Frase felice che esprimeva in due parole il pensiero e il risultato della campagna.

L’esercito passò il Tanaro. Per la prima volta ci trovammo in pianura e la cavalleria poté allora esserci di qualche aiuto. Il generale Stengel, che la comandava, passò la Cursaglia a Lezegno e sconfisse la pianura. Il quartier generale fu portato al castello di Lezegno, sulla destra della Cursaglia, vicino al luogo dove si getta nel Tanaro.