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14 OTTOBRE 1805: NEY A ELCHINGEN

14 OTTOBRE 1805: NEY A ELCHINGEN

Quando

Ottobre 14, 2022    
12:00 am

Event Type

Il 14 ottobre 1805, Napoleone si rese conto di aver sbagliato a far passare tutte le sue truppe sulla riva sud del Danubio, mentre gli austriaci sembravano voler fuggire verso nord. Ordinò allora a Ney di ripercorrere il fiume a 6 km a valle di Ulma e di impadronirsi delle alture di Elchingen.

Il maresciallo Ney, a cavallo, la mattina del 14, in grande uniforme, adorno delle sue decorazioni, afferrò il braccio di Murat e lo scosse fortemente davanti a tutto lo Stato Maggiore e l’imperatore stesso e gli disse con orgoglio: “Venite, principe, venite a fare con me i vostri piani di fronte al nemico.” Poi, cavalcando al galoppo verso il Danubio, andò sotto una grandine di proiettili e mitragliatrici, avendo acqua fino al ventre del suo cavallo, a dirigere la pericolosa operazione di cui era incaricato. Bisognava riparare il ponte, attraversarlo, oltrepassare un piccolo prato, impadronirsi poi del villaggio e del convento di Elchingen, che si elevava ad anfiteatro ed era sorvegliato da 20.000 uomini e da una formidabile artiglieria.

Il maresciallo Ney, che non temeva così tanti ostacoli, ordinò a un aiutante di campo del generale Loison, il capitano Coisel, e a un muratore di afferrare la prima tavola, e di portarla sul ponte, per ristabilire il passaggio sotto il fuoco degli austriaci. La gamba del coraggioso fu portata via con un colpo di mitra e venne immediatamente sostituito. Dopo aver riparato la campata, ne riparò un’altra e si arrivò così a coprire l’ultimo pezzo sotto una sparatoria mortale, che abili tiratori dirigevano dall’altra parte dei nostri lavoratori.

Subito i volteggiatori del 6º leggero, i granatieri del 39º e una compagnia di carabinieri, senza aspettare che il ponte fosse completamente consolidato, si gettarono dall’altra parte del Danubio, disperdendo gli austriaci che custodivano la riva sinistra e sistemando abbastanza spazio perché la divisione Loison potesse venire in loro soccorso. Il maresciallo Ney fece passare il 39º e il 6º sull’altra riva del fiume. Ordinò al generale Villatte di mettersi alla testa del 39º e di distendersi a destra nella prateria, per farla evacuare dagli austriaci, mentre lui stesso con il 6º leggero si sarebbe impadronito del convento. Il 39º, fermato mentre attraversava il ponte dalla cavalleria francese che vi si precipitava con ardore, non riuscì a passare interamente. Il primo battaglione di questo reggimento fu in grado di eseguire l’ordine ricevuto. Dovette reprimere le cariche della cavalleria austriaca e l’attacco di tre battaglioni nemici; fu riportato allo sbocco del ponte, dopo una resistenza ostinata.

Presto, salvato dal suo secondo battaglione, raggiunto dalla 69ª e 76ª linea, ricoprì lo spazio perduto, rimase padrone di tutta la prateria a destra e obbligò gli austriaci a ritornare sulle alture. Nel frattempo, Ney, alla testa del 6 º, stava salendo le tortuose strade del villaggio di Elchingen, sotto il fuoco delle case che erano piene di fanteria. Strappò il villaggio, una casa dopo l’altra, dalle mani degli austriaci e conquistò il convento, sulla cima dell’altezza. Arrivato in questo luogo, aveva davanti a sé gli altopiani ondulati, disseminati di legno, sui quali la divisione Dupont aveva combattuto l’11 º. Questi altopiani si estendono fino al Michelsberg, sopra la città di Ulm.

Ney voleva stabilirsi lì per non essere disonorato nel Danubio da un ritorno offensivo del nemico. Gettò nel bosco il 69º di linea, che vi si precipitò nonostante una viva sparatoria. Mentre da questa parte si combatteva con accanimento, il resto del corpo austriaco era formato in diversi quadrati, da due a tremila uomini ciascuno. Ney li fece attaccare dai dragoni seguiti dalla fanteria in colonna. Il diciottesimo dei dragoni eseguì su uno di loro una carica così vigorosa, che lo colpì.

Gli austriaci, a questo punto, si ritirarono in tutta fretta. Prima fuggirono verso Haslach e alla fine si unirono al Michelsberg. Il generale Dupont, da Langenau ad Albeck, aveva incontrato il corpo di Werneck, uno di quelli che erano usciti da Ulm il giorno prima con l’intenzione di spingere i riconoscimenti sulla riva sinistra del Danubio e cercare un modo per ritirarsi per l’esercito austriaco. Sentendo il cannone, il generale Werneck era tornato indietro sulla Michelsberg, la strada da Albeek a Ulm. Vi giunse nel momento stesso in cui la divisione Dupont si recava dalla sua parte e il maresciallo Ney conquistava le alture di Elchingen.

Si scatenò un nuovo combattimento tra il generale Werneck che voleva riconquistare Ulm e il generale Dupont che voleva invece impedirlo. Il 32º e il 9º leggero si precipitarono in una colonna stretta sulla fanteria degli austriaci e la respinsero, mentre il 96º riceveva le cariche della loro cavalleria. La giornata terminò in mezzo a questa mischia, con il maresciallo Ney che riconquistò gloriosamente la riva sinistra e il generale Dupont che aveva tagliato al corpo di Werneck il ritorno verso Ulm. Avevamo fatto tremila prigionieri e preso un sacco di artiglieria, ma la cosa migliore è che gli austriaci erano definitivamente rinchiusi in Ulm, questa volta, senza alcuna possibilità di salvarsi.