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14 APRILE 1802: CHATEAUBRIAND PUBBLICA IL GENIO DEL CRISTIANESIMO E LO DEDICA AL PRIMO CONSOLE

14 APRILE 1802: CHATEAUBRIAND PUBBLICA IL GENIO DEL CRISTIANESIMO E LO DEDICA AL PRIMO CONSOLE

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Aprile 14, 2023    
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Il genio del cristianesimo è ciò che viene chiamato un saggio apologetico. Pensato a partire dal mese di marzo 1799, il libro sarà pubblicato in Francia nell’aprile 1802, sotto il Consolato, e dedicato al Primo Console, da colui che diventerà uno dei più grandi scrittori della letteratura francese: François-René de Chateaubriand.

I due si incontrarono una sola volta, nei salotti dell’hôtel de Brienne, il 22 aprile 1802, quando il giovane autore rispose all’invito di Lucien Bonaparte.

Bonaparte vuole ridefinire i rapporti tra la Santa Sede e la Francia. Sarà il Concordato, firmato il 26 maggio 1801, entrato in vigore con legge dell’8 aprile 1802, e solennemente proclamato il 18 aprile successivo, domenica di Pasqua.

Chateaubriand scrisse il Genio del Cristianesimo ma attese che il Concordato fosse approvato per pubblicarlo; lo farà il 14 aprile e lo dedicherà a Bonaparte.

Alla Malmaison, dove le serate si svolgono talvolta in letture, Bonaparte, una sera, si fa leggere frammenti del Genio del cristianesimo. Dice: “Il libro di M. de Chateaubriand è un’opera di piombo e d’oro, ma l’oro vi domina.”

• Alcune citazioni di Chateaubriand su Napoleone, la maggior parte dalle “memorie d’oltretomba”:

“Venti giorni prima di me, nasceva in un’altra isola, all’altra estremità della Francia , l’uomo che ha messo fine alla vecchia società, Bonaparte.”

“Ha spaccato le rocce del Sempione, e ha piantato le sue bandiere sulle capitali d’Europa, ha sollevato l’Italia prostrata per tanti secoli.”

“Bonaparte non è grande per le sue parole, i suoi discorsi, i suoi scritti, per l’amore delle libertà che non ha mai avuto […] È grande per aver creato un governo regolare, un codice di leggi, corti di giustizia, scuole, un’amministrazione forte, attiva, […] È grande per aver fatto rinascere in Francia l’ordine nel caos […] È grande soprattutto per essere nato da solo, per aver saputo, senza altra autorità che quella del suo genio, farsi obbedire da trentasei milioni di soggetti […] È grande per aver superato tutti i vincitori che lo precedettero, per aver compiuto dieci anni di prodigi che oggi si stenta a comprendere.”

“Salito al trono, vi fece sedere il popolo con lui, re proletario, umiliò i re e i nobili nelle sue anticamere; livellò i ranghi, non abbassandoli, ma elevandoli: il livello discendente avrebbe incantato maggiormente l’invidia plebea, il livello ascendente ha lusingato il suo orgoglio.”

“La mia ammirazione è stata grande e sincera anche quando ho attaccato Napoleone con la massima vivacità.”

“Quest’uomo, il cui genio ammiro e il cui dispotismo detesto…”

“Bonaparte non è più il vero Bonaparte, è una figura leggendaria composta dalle fantasie del poeta, dai preventivi del soldato e dai racconti del popolo.”

“Meno di vent’anni dopo, anche il capo della nuova armata francese, Bonaparte, prese congedo dai suoi compagni; tanto gli uomini e gli imperi passano rapidamente! La fama più straordinaria non salva il destino più comune!”

“La grande misura decretata contro Bonaparte fu un ordine di «correre sopra”»: Luigi XVIII, senza gambe, «correre sopra» il conquistatore che scavalcava la terra.”

“Ricadere da Bonaparte e dall’Impero in ciò che li ha seguiti, è cadere dalla realtà nel nulla.”

“Nato in un’isola per morire in un’isola, ai confini di tre continenti; gettato in mezzo ai mari dove Camoëns sembrò profetizzarlo ponendovi il genio delle tempeste.”

“Il soffio di vita più potente che abbia mai animato l’argilla umana.”

“Vivo aveva mancato il mondo. Morto lo conquista.”