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13 GENNAIO 1797: BATTAGLIA DI RIVOLI – GIORNO 1

13 GENNAIO 1797: BATTAGLIA DI RIVOLI - GIORNO 1

Quando

Gennaio 13, 2023    
12:00 am

Event Type

La battaglia di Rivoli vide scontrarsi, il 13 e 14 gennaio 1797 nei pressi di Rivoli Veronese, nel nord Italia, gli eserciti francese e austriaco. Lo scopo degli austriaci è quello di liberare Mantova, che insieme a Verona è una delle due chiavi del Nord Italia.

Gli austriaci per liberare questa città dovettero passare per Rivoli, dove Bonaparte pose il generale Joubert e diecimila uomini con la missione di arrestare i venticinquemila uomini di Alvinczy. L’altopiano di Rivoli, coperto ad est dall’Adige e nelle altre direzioni da una serie di colline che fanno altrettanti punti di appoggio, è il blocco per raggiungere Mantova venendo da nord.

• Chiave del Nord Italia, Mantova è sotto assedio

Il generale austriaco barone Josef Alvinczy von Borberek, già battuto ad Arcole da Bonaparte, scoprì che quest’ultima vittoria era stata fortunata, mentre gli effettivi francesi erano molto inferiori ai suoi (19.000 austriaci opposti a meno di 13.000 francesi), decide di attaccare per alleviare il generale austriaco Wurmser, rinchiuso con 14.000 uomini, 500 cannoni, e 17.000 fucili a Mantova assediata dal generale francese Sérurier e le sue due divisioni, 10.000 uomini, agli ordini dei generali Dallemagne e Dumas.

La situazione sta diventando sempre più critica in questa città: vengono a mancare i viveri, si mangiano i cavalli, gli ospedali sono sovraccarichi, più di 8.000 soldati vengono ricoverati.

L’esercito francese d’Italia, trascurato dal suo governo, ricevette nei suoi ranghi solo alcuni battaglioni forniti dal patriottismo riconoscente delle due repubbliche cispadane e transpadane e due mezze brigate di fanteria, tra cui la 57ª, venute dalla Provenza, e un reggimento di cavalleria. Non più di 7000 uomini.

In Austria, invece, la reazione patriottica ha permesso di sollevare e equipaggiare ben 47.000 uomini. Il maresciallo Alvinczy, rafforzato da nuove truppe: battaglioni distaccati dalla Germania, corpo di milizia organizzato a Vicenza, Croati e diverse compagnie di caccia tirolesi, facendo montare l’esercito austriaco, senza contare le truppe circondate con Wurmser a Mantova, a più di 45.000 uomini, si mette in marcia per attaccare l’esercito francese.

Lo scopo di Alvinczy fu, con una manovra diversiva in pianura, di costringere Bonaparte a lasciare il grosso delle sue truppe nella regione di Verona, mentre attaccò da nord, sulla sponda orientale del Lago di Garda. Ma Bonaparte sa, da un agente segreto austriaco arrestato, portatore di un dispaccio per Wurmser, che gli austriaci faranno di tutto per liberare Mantova.

• La posizione dei francesi

Bonaparte radunò le sue truppe a meno di tre giorni di marcia dalla regione di Mantova, Rivoli e Verona e occupò lui stesso una posizione centrale.

Egli ha così posizionato:
– Joubert a nord, a Rivoli, con 10.000 uomini,
– Augereau a sud-est, a Legnato, con 10.000 uomini,
– Sérurier a sud, a Mantova, con 10.000 uomini,
– Massena al centro, a Verona, con 10.000 uomini,
– Rey, con 5.000 uomini, è tenuto in riserva a Desenzaro, a est, sulle rive meridionali del Lago di Garda.

• Le primizie della battaglia di Rivoli, dall’8 al 13 gennaio 1797

L’8 gennaio 1797 Bonaparte apprende che gli avamposti di Augereau a Legnano, a sud-est, furono attaccati dagli austriaci del generale Provera. Bonaparte, malato, febbricitante ed esausto da questi ultimi nove mesi di campagne, raggiunge il suo quartier generale di Roverbella, a nord di Mantova. Inviò Massena a San Michele, vicino a Verona, che respinse facilmente gli austriaci arrivati al suo contatto e fece 900 prigionieri. Ma Augereau, a sud-est, continua ad informarlo su una forte concentrazione austriaca…

Il 9 gennaio Bonaparte non si muove. Dov’è l’asse principale di attacco degli austriaci? Da est, nella pianura verso Verona? O a nord, verso Rivoli?

Il 10, Bonaparte è a Bologna. Sembra sempre esitare sulla condotta da tenere. Joubert, al nord, indica che tutto è tranquillo dalla sua parte. Ad Augereau giunsero notizie allarmanti da sud-est, ma Bonaparte non reagì. Infatti a Verona ricevette una spia. I piani austriaci che ha potuto consultare indicano che l’attacco principale andrà bene a nord, su Joubert.
L’11 Bonaparte prese la sua decisione. Diede ordine a uno dei suoi agenti di informare gli austriaci che era occupato dalla parte di Bologna e che Joubert disponeva al massimo con lui di meno di 10.000 uomini demoralizzati.

Il 12 Bonaparte si trovava a Verona. Il 13, Joubert, a nord, segnala di essere stato attaccato da forze molto superiori in numero.

Bonaparte, fiducioso in questo generale di grande talento, è consapevole che perdere la piana di Rivoli è anche perdere la partita. Quando riceve da quest’ultimo un messaggio che gli annuncia che è stato costretto a ritirarsi, sa ormai con certezza che ha avvertito bene l’astuzia degli austriaci.

Immediatamente inviò a Joubert un ufficiale di stato maggiore con la notizia del suo prossimo arrivo e l’ordine di tenere fermo, davanti all’altopiano di Rivoli. Apprendendo le istruzioni e i movimenti di Bonaparte, Joubert, che aveva proseguito la sua ritirata, fece inversione e rioccupò l’altopiano di Rivoli.

È lì che viene raggiunto da Bonaparte, accompagnato da Berthier, nella notte invernale dal 13 al 14 gennaio. Sono allora le 3 del mattino. Fa freddo e la luna illumina tutto il paesaggio. I francesi osservano i bivacchi nemici. Di comune accordo, Joubert e Bonaparte giudicarono che l’attacco austriaco non avrebbe avuto luogo prima del mattino, il che doveva lasciare il tempo ai rinforzi francesi di arrivare.


Allo stesso tempo, Bonaparte riunì tutte le unità disponibili, circa 19.000 uomini, comprese le truppe di Massena e la riserva di Rey, e impose loro una marcia forzata verso Rivoli. La divisione Massena camminerà senza riposo, tutta la notte, nel freddo intenso, su strade innevate, per raggiungere l’altopiano di Rivoli.

A nord del campo di battaglia, la cappella di San Marco rappresenterà un punto chiave. I francesi ripresero la posizione perduta la notte precedente, agganciando vivamente i croati dell’austriaco Ocskay. Così impedirono alle truppe austriache presenti sull’altopiano di unirsi a quelle in arrivo lungo l’Adige.

Bonaparte riteneva che il corpo austriaco che marciava su Verona fosse solo secondario, ma doveva comunque essere fermato. Affida questa missione ad Augereau. Quest’ultimo deve fermare il nemico, ma non impegnarsi seriamente se ha a che fare con forze troppo importanti.

• Il piano austriaco

Da parte sua, il generale austriaco Alvinczy non si rende conto del movimento francese. È pieno di fiducia nella sua astuzi e conta di attaccare Joubert a Rivoli il giorno successivo con i suoi 28.000 uomini. Certo della sua sorpresa e del suo vantaggio numerico sperava, in linea con il suo piano iniziale, di spingere completamente i francesi e costringerli così a togliere l’assedio di Mantova.

Alvinczy ha diviso le sue truppe, per prendere in pugno i francesi.

Alla sua destra inviò il generale Lusignano a sud, in modo che potesse girare le retrovie francesi ripiegandosi verso est una volta superati.

Al centro, sull’altopiano, i generali Liptay (5 battaglioni), Knoblos (6 battaglioni), Ocskay (5 battaglioni) e Quasdanowich (9 battaglioni, gli unici ad avere cavalleria e artiglieria) dovevano spingere la piccola armata di Joubert. Poi devono fare rotta verso sud per prendere Augereau con l’aiuto dei 9.000 uomini di Provera.

Alla sua sinistra, il Principe di Reuss (6 battaglioni) deve scendere la valle sulla riva destra dell’Adige e, ruotando verso ovest, raggiungere Lusignano e tagliare completamente la ritirata dei francesi. 

Sulla sinistra, il generale Wukasowich, con cinque battaglioni e uno squadrone, scende lungo la riva sinistra dell’Adige. 

Ma le istruzioni inviate da Alvinczy sono complicate, oscure e talmente inclini all’interpretazione che i generali austriaci avranno tutte le difficoltà e quindi l’incapacità di coordinare il loro attacco all’altopiano di Rivoli…