Sorting by

×
Vai al contenuto

10 FEBBRAIO 1814: CAMPAGNA DI FRANCIA – I MARIES-LOUISES A CHAMPAUBERT

  • di
10 FEBBRAIO 1814: CAMPAGNA DI FRANCIA – I MARIES-LOUISES A CHAMPAUBERT

Quando

Febbraio 10, 2023    
Tutto il giorno

Event Type

Leggiamo “1814”, di Henry Houssaye

Che testimonianza per i soldati del 1814! Quei bambini, quegli sposi del giorno prima, che con il cuore così grosso avevano lasciato la casetta dove piangevano la madre sola e la donna che allattava il neonato, si trasformavano rapidamente alla vista della bandiera.

Imparavano dai vecchi quadri, uomini di bronzo che avevano conquistato l’Europa cantando, quei grandi sentimenti di abnegazione e quei felici sentimenti di spensieratezza di cui è fatto lo spirito militare. E quando durante il giorno di revisione o di combattimento l’Imperatore passava davanti a loro, subivano il suo fascino e arrivavano a combattere, non più sostenuti dal dovere, non più animati dal patriottismo, ma veramente per Napoleone.

Si chiamavano i Maries-Louises, quei poveri soldatini improvvisamente strappati alla casa e gettati, quindici giorni dopo l’incorporazione, nella fornace delle battaglie. Il nome Maries-Louises, lo hanno scritto con il loro sangue su una grande pagina della storia.

Erano Maries-Louises quei corazzieri che sapevano appena stare a cavallo, che a Valjouan affondavano cinque squadroni e sciabolavano con tanta furia che non volevano fare quartiere. Erano Maries-Louises, quei cacciatori che attraversavano Montereau come una tromba, cullando i battaglioni austriaci ammassati nelle strade. 

Era un Marie-Louise, quel tiratore che, indifferente alla musica dei proiettili come alla vista degli uomini colpiti intorno a lui, restava fisso al suo posto sotto un fuoco omicida, senza rispondere lui stesso, e rispondeva al maresciallo Marmont: “Sparerei come un altro, ma non so caricare il fucile.” Era un Marie-Louise il cacciatore che a Champaubert fece prigioniero il generale Olsufjew e non volle lasciarlo che davanti all’imperatore. Erano Maries-Louises i coscritti del 28º di linea che, al combattimento di Bar-sur-Aube, difesero uno contro quattro i boschi di Lévigny, servendosi solo della baionetta!

Ancora, erano Maries-Louises quei volteggiatori del 14º reggimento della giovane guardia che, nella battaglia di Craonne, si tennero tre ore sulla cresta dell’altopiano, a poca distanza dalle batterie nemiche, la cui mitragliatrice falciò 650 uomini su 9201! Camminavano nella neve con scarpe sbagliate, a volte mancavano di pane, a malapena sapevano usare le armi e combattevano ogni giorno nelle azioni più letali! E per tutta la campagna non uscì dai loro ranghi un grido che non fu un’acclamazione per l’imperatore.

• Chi è il cacciatore che ha preso il generale Olsufjew?

È Jean Chevalier, il cacciatore che ha fatto prigioniero a Champaubert il generale Olsufjew, comandante del corpo dei granatieri d’élite russi. Preso, il generale gli offre in cambio della sua libertà una borsa piena di rubli d’oro, poi, davanti al rifiuto del francese, un orologio d’oro e intarsiato di topazi e di giada e infine degli anelli ornati di grandi diamanti. Per ogni proposta, Chevalier sfrega in faccia il suo prigioniero, lo porta, non senza difficoltà, nel campo francese e chiede di parlare con l’Imperatore. 

Napoleone lo riceve, guarda a lungo negli occhi il suo umile soldato, poi toglie la croce che brilla sul suo petto e la appunta su quella di Jean Chevalier. Gli consegna poi una mano piena di napoleoni, gli pizzica l’orecchio e decide di prenderlo nella sua scorta personale, per la gioia di Jean Chevalier.