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10 DICEMBRE 1815: NAPOLEONE SI TRASFERISCE A LONGWOOD

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10 DICEMBRE 1815: NAPOLEONE SI TRASFERISCE A LONGWOOD

Quando

Dicembre 10, 2022    
12:00 am

Event Type

  • Leggiamo il “Memoriale” di Las Cases, datato domenica 10 dicembre 1815:

    Partenza dai Briars

    La mattina l’Imperatore mi ha fatto chiamare verso le nove per seguirlo nel giardino: era costretto a uscire presto dalla sua stanza, per essere trasportato a Longwood. Arrivato al giardino, l’Imperatore vi aveva fatto chiamare il nostro ospite, il sig. Balcombe, chiedendo il pranzo. Ha voluto che il sig. Balcombe pranzasse con lui. La conversazione è stata molto allegra.

    Verso le due si annunciò l’ammiraglio; egli avanzava con un certo imbarazzo: il modo in cui l’Imperatore si era visto trattare a Briars aveva creato lontananza.

Finalmente abbiamo lasciato Briars, mettendoci in viaggio per Longwood. L’Imperatore ha cavalcato il cavallo portato da Città del Capo: lo vedeva per la prima volta. Era piccolo, vivace, abbastanza gentile. L’Imperatore aveva ripreso la sua uniforme dai cacciatori della guardia. La sua grazia e il suo buon aspetto erano particolarmente notevoli quel giorno; tutti ne facevano l’osservazione intorno a noi. Molte persone si erano riunite sulla strada per vederlo passare e diversi ufficiali inglesi, uniti a noi, ingrandivano la sua suite.

La strada per Longwood

Per andare da Briars a Longwood si ritorna per qualche tempo verso la città, poi, girando improvvisamente a destra, si oltrepassa, con l’aiuto di tre o quattro sinuosità, la catena che forma uno dei lati della valle; allora ci si trova su una pianura un po’ ascendente e si scopre un nuovo orizzonte, nuovi siti. Si lascia alle spalle la catena delle montagne dalle rocce sterili che caratterizzano il lato dello sbarco; si ha di fronte una nuova catena trasversale, di cui il picco di Diana è la vetta più alta.

Sulla sinistra, che è la parte orientale dell’isola o il lato di Longwood, l’orizzonte è chiuso dalla catena crepata di rocce nude che formano il contorno e la barriera dell’isola; il terreno si mostra completamente disordinato, incolto e deserto, ma sulla destra l’occhio scende sul terreno abbastanza esteso che mostra del verde, un numero sufficiente di abitazioni e tutte le tracce della cultura. Da questo lato il quadro, bisogna ammetterlo, è molto romantico e anche piacevole.

Man mano che si avanza su una strada in ottime condizioni, si scava sulla sinistra una valle profonda. Dopo due miglia, la strada fa bruscamente una curva a sinistra, a questo gomito si trova Hut’s-gate, scelta per la casa del grande maresciallo e della sua famiglia. A pochi passi di distanza, la valle di sinistra, che va sempre scavando, forma un abisso circolare, al quale la sua estensione, la sua profondità e il suo insieme gigantesco hanno fatto dare il nome di Bol-D-Punch-du-Diable. Essendo la strada fortemente ristretta in questo punto, ci si trova costretti a prolungare a sinistra, vicino a questo precipizio, fino a che non se ne distacca per raggiungere Longwood, che si incontra presto sulla destra.

Arrivo alla nuova dimora

Alla porta di Longwood abbiamo trovato una guardia che ha reso gli onori prescritti all’augusto prigioniero. Il suo cavallo, vivace e indocile, poco abituato a tutto questo spettacolo e spaventato dal tamburo, si rifiutava ostinatamente di varcare la soglia, superata solo per la forza dello sperone. Così, ci siamo trovati finalmente nella nostra nuova dimora.

L’ammiraglio si affrettò a mostrare tutto nei più piccoli dettagli: alcune opere erano anche di sua mano. L’Imperatore trovò il tutto piacevole e l’ammiraglio si mostrò molto felice. Si vedeva che aveva temuto il cattivo umore e il disprezzo, ma l’Imperatore, al contrario, testimoniava una bontà perfetta.
Si è ritirato verso le sei e mi ha fatto cenno di seguirlo nella sua stanza. Allora ha mostrato vari piccoli mobili che c’erano, chiedendomi se ne avessi così tanti; alla mia risposta negativa, me li ha fatti portare via con una grazia affascinante, dicendo: “Prendi sempre; a me non mancherà nulla, mi cureranno più di te.”

 
Mio caro, ha detto, in prigione bisogna sapersi aiutare

 

Questa nuova dimora era dotata di una vasca che l’ammiraglio era riuscito a far eseguire bene o male dai suoi carpentieri. L’Imperatore, che era stato privato dei bagni dalla Malmaison, diventati una delle necessità della vita, ha voluto farne uno nel momento stesso.

Mi ha detto di fargli compagnia in quel periodo e poiché il locale che mi era stato assegnato era il peggiore, ha voluto che mi trasferissi, durante il giorno, in quello che ha chiamato il suo studio topografico. Il tutto, diceva, affinché mi trovassi meno lontano da lui.

Tutto questo era detto con una bontà estrema. Mi ha anche detto, a più riprese, che dovevo venire il giorno dopo a fare un bagno nella sua vasca. “Mio caro, ha detto, in prigione bisogna sapersi aiutare. Non saprei, dopo tutto, occuparla tutto il giorno, e questo bagno vi farebbe bene quanto a me.” Sembrava che stesse cercando un risarcimento per quello che stavo per perdere…

 

  • i titoli sono stati aggiunti e non sono nel Memoriale •