• Leggiamo il generale Derrécagajx: Il maresciallo di Francia Comte Harispe, 1768 – 1855
Nella notte tra il 30 e il 31, le dimostrazioni del nemico assunsero un carattere aggressivo. Gettò un ponte sulla Garonna a Cinte-Gabelle, di fronte al villaggio di Pinsaguel e spinse i suoi avamposti fino a Nailloux. La sera del 3 aprile, Wellington fece attraversare il fiume alle sue truppe, sotto la protezione di 30 bocche di fuoco messe in batteria sulle alture della riva sinistra e le portò fino a Fenouillet. L’8, si avvicinarono ancora. Da entrambe le parti si sentiva che una battaglia era imminente.
Nelle file dell’esercito dei Pirenei, i preparativi per la difesa erano disturbati da rumori inquietanti. Dal 7, si narrava che gli eserciti stranieri erano entrati a Parigi, ma poiché nessuna notizia ufficiale era ancora giunta a Tolosa, ben presto non ci si occupò più che respingere vittoriosamente l’attacco degli inglesi.
Alle 6 del mattino del 10 aprile, il nemico si mise in movimento e la direzione delle sue colonne mostrò che la divisione Harispe avrebbe avuto, in quel giorno, un ruolo pericoloso. All’inizio, la marcia degli alleati fu fermata dalla Garonna e dal canale. Il nostro esercito era in posizione, la destra appoggiata al piccolo fiume dell’Hers, affluente di destra della Garonna, e la sinistra al canale del Languedoc, fino alla sua foce. La testa del ponte, costruita al faubourg St-Cyprien, era occupata. Le paure sollevate sull’altopiano del Calvinet non erano finite, ma potevano essere difese; e supponendo che l’attacco principale degli inglesi si sarebbe portato da questa parte, Soult vi aveva concentrato quattro divisioni.
L’esercito di Wellington era formato da tre colonne: due divisioni di fanteria raggiunsero Dorade e Périol, dopo aver seguito la riva sinistra dell’Hers; altre due divisioni si recarono sulla brigata del generale Saint-Pol, della divisione Villatte, che teneva il piccolo altopiano della Pujade; infine altre due divisioni marciarono sulle opere dei ponti dei Minimi e di Blagnac. Le riserve di fanteria e cavalleria erano pronte a sostenerli.
La brigata Saint-Pol ricevette valorosamente lo scontro dell’avversario e rispose con una grandine di proiettili e mitragliatrici. Una seconda linea rafforzò immediatamente l’attacco inglese. Alla luce di questo movimento, Harispe eseguì un contrattacco che costrinse l’assalitore a ritirarsi in disordine.
Da questo lato, il fallimento di questo primo tentativo del nemico fece, durante la mattina, ritardare il combattimento. Tuttavia le divisioni alleate che costeggiavano la riva sinistra dell’Hers, continuavano ad avanzare. Le loro teste di colonna raggiungevano, sulla strada per Caraman, il ponte di Bordes che Soult aveva fatto distruggere, e camminavano sul fianco su tre linee. Lo spazio che coprivano era troppo ampio; Soult, giudicando il momento opportuno, lanciò contro di loro, al passo di carica, la divisione Taupin sostenuta da una brigata della divisione Darmagnac. Essa era appoggiata sulle opere che proteggevano la retta linea dove si trovava il generale Dauture, della divisione Harispe.
Purtroppo, l’ardore mostrato all’inizio dalle truppe del generale Taupin rallentò; esse esitarono; invece di marciare dritte verso il nemico, persero a destra, vollero prendere posizione e diedero ai loro avversari il tempo di riformarsi. Non pensarono più che a difendersi e si rigettarono verso la temuta tenuta dal nono leggero. Ci fu un momento di esitazione e poi una ritirata in cui questo reggimento fu addestrato. Il generale Taupin fu colpito a morte e uno dei suoi generali di brigata fu gravemente ferito.
Da quel momento gli attacchi degli inglesi cambiarono direzione; rafforzarono la loro sinistra, presero piede sull’altopiano e attaccarono successivamente le nostre temute con le facce che non erano terminate. L’opera del Mas des Augustins, dove comandava Harispe, fu presa e ripresa due volte.
Per sfortuna, al culmine della lotta, un proiettile tolse al generale una parte del piede destro, mentre il suo generale di brigata Baurot aveva una gamba portata via. Le ferite di questi due valorosi capi scossero le loro truppe, e il vantaggio del combattimento rimase al nemico.
Nel frattempo, al centro e a sinistra, mantenemmo le nostre posizioni; le nostre truppe respingevano con perdite considerevoli per loro uno sciame di tiratori inglesi e li respingevano a più di un quarto di miglio. Sui ponti fortificati di Matabiau, dei Minimi e della foce del canale, lo sforzo del nemico fallì e gli costò numerosi feriti. Un reggimento inglese di 900 uomini fu ridotto a 150, e il suo colonnello fu preso. A Faubourg St-Cyprien, l’attacco fu interrotto dalla resistenza del generale Reille. Da tutti i lati, anche sull’altopiano del Calvinet, la lotta si prolungò fino alla sera. Il generale Clausel mantenne le sue posizioni. La notte mise fine al combattimento.
Le nostre perdite furono valutate a più di duemila uomini, quelle del nemico ad una cifra molto più alta. Il maresciallo Soult citò ancora, nel suo rapporto, il comandante dell’ottava divisione tra coloro che lo avevano meglio assistito in quel giorno. È stata l’ultima dell’Impero. Mentre le nostre truppe evacuavano lentamente e in ordine, la situazione personale del generale Harispe divenne un momento piuttosto critico. La lacerazione dell’alluce e del secondo dito del piede lo aveva immobilizzato, nel momento in cui lo stesso proiettile che lo aveva colpito, uccideva il suo aiutante di campo. Le sue truppe, ritirandosi, non avevano potuto rimuoverlo. Cadde così al potere degli inglesi che d’altronde ebbero per lui il massimo rispetto. Lo portarono ad un’ambulanza inglese, dove a prima vista gli parlarono di amputazione. Era troppo abituato alle ferite del campo di battaglia per prestarsi a questa proposta e si rifiutò di accettarlo.
In serata, il suo amico dottor Rapatel, capo chirurgo dell’esercito, informato della sua disgrazia, chiese al capo dell’esercito inglese il permesso di visitarlo. Lo ottenne subito e si recò dal ferito che fu felice di vederlo. Dopo averlo esaminato, gli disse che il piede poteva essere salvato, ma a condizione di sottoporsi a un’operazione dolorosa, una disarticolazione. Harispe accettò e il suo amico si mise subito al lavoro.
Il generale mostrò, in questo momento crudele, tanto coraggio quanto sul campo di battaglia e, per quasi un’ora quanto il lavoro del chirurgo, sopportò senza un lamento i dolori più acuti. Le cure del dottor Rapatel furono coronate da successo. Il generale conservò il suo piede, e dovette solo seguire i consigli che gli furono dati. Doveva riprendersi abbastanza rapidamente ed essere in grado, l’anno successivo, di dedicarsi nel suo paese alla sua passione per la caccia.
Il giorno dopo la battaglia di Tolosa fu impiegato in entrambi gli eserciti alla sepoltura dei morti e alla medicazione dei feriti, come se si fosse stabilito un tacito accordo tra gli avversari.
Durante questa giornata dell’11 aprile, mentre Soult preparava l’evacuazione da Tolosa, Wellington, avendo appreso la sorte del generale Harispe, di cui aveva avuto più di una volta da apprezzare il valore, venne a fargli visita. Egli tenne ad onorare il suo coraggio e, dopo avergli espresso i suoi sentimenti personali, si mise a sua disposizione per rendergli ogni servizio in suo potere. Da quel momento in poi gli inviò spesso il suo aiutante di campo, il generale spagnolo Alava, che fu incaricato di vegliare sul recupero del ferito. Le visite di questo generale furono tanto utili quanto piacevoli; entrambi rimasero in seguito strettamente legati.
Soult, dopo aver evacuato Tolosa la sera dell’11 aprile, prese la strada per Castelnaudary. Gli avamposti nemici guardarono passare le sue colonne senza sparare un colpo di fucile. Wellington sapeva che dal 5 Parigi era nelle mani della coalizione e che l’8 Napoleone aveva abdicato.
Harispe approfittò della partenza delle nostre truppe e dell’esercito inglese, per chiedere di essere trasportato a Tolosa, nell’hotel di Esparbasque, i cui proprietari, amici da tempo della sua famiglia, gli avevano offerto ospitalità. Questo soggiorno e le cure dedicate che ricevette, contribuirono ad un recupero più rapido di quanto si sperasse.
Il maresciallo Soult fu raggiunto il 13, a Naurouze, tra Villefranche e Castelnaudary, da un colonnello inglese e un maggiore francese che gli insegnarono gli avvenimenti di Parigi e l’abdicazione dell’Imperatore. Egli comunicò immediatamente questa grave notizia alle sue truppe e aprì colloqui con Wellington per la conclusione di un armistizio. Purtroppo non riuscimmo ad andare d’accordo e la ritirata continuò. Infine, il 17, Soult ricevette un ordine del principe maggiore generale, datato Fontainebleau, il 9 aprile, che poneva fine alle ostilità. Un armistizio fu allora concluso tra i due eserciti e firmato dai generali in capo.
La campagna dei Pirenei del 1814 era terminata. Lasciò nella storia un ricordo glorioso, tutto in onore del maresciallo, dei suoi generali e dei giovani soldati che avevano difeso passo dopo passo il territorio del sud-ovest.