Vai al contenuto

Marengo e bonsai, bandiere di pace

Le piantine di Bonsai club Alessandria e 12 opere di gesso trasferite dalla gipsoteca Giulio Monteverde al secondo piano di Villa Delavo per esaltare la liaison di natura e cultura. La mostra è stata gradita ai visitatori riuniti sul sito storico napoleonico alessandrino e ai relatori intervenuti al talk ”Natura è Cultura” allestito all’auditorium Marengo e moderato dal giornalista Efrem Bovo (Ujce – Unione Giornalisti e Comunicatori europei).
”Marengo – così è stato asserito dal consigliere Maurizio Sciaudone (delegato Ambiente – Provincia di Alessandria) – è lo spazio ideale per attuare l’articolo 9 (Costituzione Italiana, 1948): la scelta di eventi per esporre le prassi sociali virtuose è lineare al dettato costituzionale mirato a promuovere la cultura e tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi altresì per le generazioni future”.
”San Francesco d’Assisi è sensibile alla natura. Il Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl) di Alessandria, già ubicato al convento di frati minori cappuccini – è la voce di Piercarlo Fabbio (presidente provinciale Mcl) – esiste dal 1973. La connessione è esibita altresì dalla toponimia: via Giulio Monteverde unisce lo spalto Marengo al cimitero monumentale di Alessandria”.
”Il centro sportivo – è la voce di Marco Mazzoni (consigliere regionale Mcl) – è risorto dirimpetto alla cascina di Torre Garofoli già Quartiere Generale di Napoleone Bonaparte e qui intorno sarà esteso il progetto Orti Sociali per fornire gli ortaggi altresì alla mensa aperta ai cittadini poveri al convento di frati cappuccini (via Gramsci – Alessandria)”. ”Bosco del Sole – è la voce di Renato Peola – è lo spazio di 2mila mq allestito vicino al ponte Tiziano sul fiume Tanaro per proiettare la memoria al futuro. L’area piantumata dagli arbusti dedicati ai cari estinti è munita di attrezzatura ginnica di plastica riciclata e tabelle Braille per offrire a tutti l’opportunità di svolgere l’attività fisica”.
”È necessario – è stata la voce di Otto Bugnano (Segretario Generale alla fondazione Matrice) immaginare lo sviluppo mono-integrale per gestire la crisi (ambientale, socio-economica) definita globale dal Papa Francesco (enciclica Laudato Sii): natura e cultura è l’unicum”.
”Il bonsai è il dono di Dio all’uomo. Questa forma di natura è molto vicina all’uomo e riproduce il dramma della vita. Il bonsai è la natura infinita: chi lo coltiva deve essere diligente, paziente, tollerante per trasmettere l’attività alle generazioni future. Spero che l’arte del bonsai non muoia mai per nutrire la fiaccola di pace in tutto il mondo e nuove amicizie sempre più strette e più profonde”. Il pensiero di Saburo Kato è stato esposto dalla voce di Nico Cavalleri per esaltare la delicatezza di sapere vivere l’ascesi offerta dalla cura del bonsai. L’azione botanica e culturale è diffusa altresì al club alessandrino pilotato dal presidente Paolo Casarini.
La connessione scorre dal Marengo museum alle opere d’arte di gesso. Il secolo XIX riunisce il trionfo napoleonico (14 giugno 1800) censito sull’agro di Fraschéta e l’avventura artistica di Monteverde (Bistagno, 8 ottobre 1837 – Roma, 3 ottobre 1917), senatore al Regno d’Italia (dal 5 aprile 1889 alla morte) e ”scultore ligure eminentissimo” (così è stato definito dal linguista Angelo De Gubernatis candidato al premio Nobel per la letteratura). Il simposio internazionale svolto a Bistagno dal 2018 al 2020 nasce per offrire il parallelismo storico-metodologico e aggiungere riflessioni e definire linguaggi scientifici congiunti senza ignorare la tradizione. L’argilla è stata modellata dall’estro di quattro artisti per poi applicare le tecniche tradizionali alla formatura di gesso: l’omaggio allo stile di Monteverde è notevole per animare il dialogo di scultori contemporanei inclini a forgiare altri materiali (pietra, marmo, legno). L’analogia resiste al Marengo Museum: la novità tecnologica (fotografia, cinema, grafica) è stata fruita per ricostruire la battaglia e approfondire la ricerca storica. Il museo di Marengo è la sede ideale per esporre le opere di gesso contemporanee e riferite alla tradizione e colpire il target unico cioè aggiungere l’autenticità storico-artistica alla contemporaneità reinterpretata dalla narrazione storica per esplorare l’interazione e, così, fornire letture nuove, approfondite, efficaci.