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Le api, sentinelle sulla biodiversità per nutrire l’umanità intera

Le api per curare l’ambiente e l’uomo: la sintesi emersa al meeting ”Steli di Pace” esige l’azione tempestiva per ridurre il cataclisma odierno nutrito dalla voracità antropica e generalizzata. Il concerto perpetuo di abitudini virtuose esteso alle prassi eco-friendly per proteggere l’ecosistema può migliorare la qualità di vita sulla Terra.

”Il biomonitoraggio svolto dalle api – è stato esposto dall’apicoltore Giacomo Acerbi leader europeo per la selezione e la riproduzione di api regine buckfast – è esatto. L’impollinazione creata dalle api di ogni alveare per produrre cinquecento grammi di miele copre cinque milioni di fiori distribuiti sull’area estesa quattro chilometri quadrati e, così, è possibile monitorare le prassi antropiche”. L’estinzione di api selvatiche discesa dall’abuso d’insetticida a base di arsenico e di rame colpiva gli Stati Uniti d’America dal 1881 al 1930. Ogni grammo di pesticida uccide 25 milioni di api e l’insetto sociale intossicato smarrisce l’orientamento per ritornare all’arnia. ”L’insetto estinto – è stata la chiosa di Acerbi – altresì dal climate warming e dalla biodiversità ristretta è, oggidì, risorto soltanto dal lavoro gestito dall’apicoltore. Il paradosso stupendo esalta, inoltre, la finalità sociale abbinata all’agricoltura: l’impollinazione definisce la scelta di cibo al 70% e, così, nutre la sovranità e la sicurezza alimentare per sfuggire al deserto sulla tavola”.