La memoria di Napoleone resiste sul suolo europeo sulla bellezza di dimore lussuose per celebrare la gloria sedotta sul campo di battaglia. Correva l’anno 1811 e, a Roma, invasa dalle truppe francesi dal 1808, è iniziato il restyling al palazzo del Quirinale per allestire la residenza napoleonica ufficiale nella seconda città dell’Impero. L’appartamento di Napoleone, arredato nelle stanze più antiche, esibisce a tutt’oggi lo splendore di decorazioni maestose. Il salotto, oggidì Sala delle Dame, è ornato dalla scultura più degna della campagna decorativa: il fregio di stucco creato dall’artista danese Bertel Thorvaldsen (1768 – 1844) per celebrare il trionfo di Alessandro III di Macedonia detto Magno elogia il conquistatore venerato dal condottiero còrso.
La volta è stata ornata di Virtù (l’ordine di divinità dell’antica Roma) dal freschista Felice Giani (San Sebastiano Curone, 15 dicembre 1758 – Roma, 11 gennaio 1823) per spalleggiare Giulio Cesare dipinto e suggerire la linea nodale a Sua Maestà imperiale e reale Napoleone I. L’estro di Giani estese panoplie d’armi, battaglie convulse, nikai alate, apoteosi di numi tutelari di Roma alle sale della Vittoria, della Pace, della Musica. L’allusione alla vestizione degli eroi sbuca dal salottino napoleonico adibito a toilette e spogliatoio decorato di genietti alati e armati. La posizione delle finestre apre la visuale d’insieme sulla Città Eterna dallo studio di Napoleone. Il restauro finito dagli artisti diversi per laicizzare il palazzo apostolico è oscuro per l’Imperatore costretto all’esilio elbano (1814). La scelta di arazzi donata da Napoleone a Pio VII è resistita al Quirinale oltre all’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia (20 settembre 1870).
Il bicentenario dalla scomparsa di Giani è evocato altresì dalle mostre allestite al sito natio dal 2 luglio al 1° ottobre 2023.