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Il dinamismo di Papa Pio V per proteggere la cultura cattolica

 

”L’idea di Papa Pio V abbinata alla basilica di Santa Croce esalta la concretezza essenziale per sovvenzionare la cultura”: l’incipit acuto di Fabrizio Palenzona (presidente Fondazione CRT) è rimbombato sulla platea riunita all’ultima assemblea generale di Confindustria Alessandria allestita al monastero cinquecentesco a Bosco Marengo per riconfermare il presidente dell’associazione di categoria.

”Pio V – è stato asserito dal banchiere novese – è stato l’unico Papa elevato alla santità nell’arco di sei secoli. La magnificenza di Pio V è testimoniata dalle iniziative globali attuate per custodire la cultura cattolica già insidiata dalla famiglia lasciva Borgia ascesa ai palazzi apostolici e al soglio pontificio e poi dal protestantesimo luterano”.

L’epoca convulsa per la Chiesa è stata estesa dall’Illuminismo ostile al cristianesimo. La Pace di Tolentino (17 febbraio 1797) conclusa dal Generale Napoleone Bonaparte e dal Papa Pio VI (nato Giovanni Angelo Braschi e morto esule a Valence-sur-Rhone) appesantiva il trattato di Bologna (23 giugno 1796): la Campagna d’Italia furiosa sul patrimonio artistico di chiese e conventi è palese sulla clausola per trasmigrare cento capolavori inestimabili alla Francia aggiunta all’indennità di guerra. Il trionfo epico di Napoleone a Marengo (14 giugno 1800) estendeva la razzia sull’Italia: il Primo Cònsole aveva intuito il credito di arti e scienze trasmesso al regime rivoluzionario illecito e, così, aveva congiunto ai trattati di pace il sistema geniale di clausole sulle conquiste d’arte.

La struttura di vigilanza estesa al suolo pontificio intero guidata dal cardinale camerlengo insieme al Commissario per le Antichità e all’Ispettore generale di Belle Arti è stata la novità amministrativa promossa dal Chirografo (1° ottobre 1802) steso dal Papa Pio VII (nato Gregorio Chiaramonti). Questo decreto innovativo è stato ripreso dalla Lex Pacca: la collezione di 61 articoli redatta dal cardinale Bartolomeo Pacca e approvata (7 aprile 1820) dal Papa Pio VII è stato il primo codice esaustivo per gestire il patrimonio culturale pontificio.

”Michele Ghislieri – è stato asserito dal relatore esperto – è stato il guardiano rigoroso di fede mosso altresì dall’origine umile e incline a assimilare sovrani e coadiutori agli uomini desiderosi di abbracciare la religione cattolica. L’Inquisizione è stata promossa dal Papa Pio V per ridurre la superstizione popolare. La Controriforma architettata al concilio ecumenico tridentino è riuscita al pontefice mosso dalla caratura culturale e teologica. La Lega Santa (1571) è stata l’alleanza militare di Paesi europei cristiani riuniti dall’illustre boschese per disperdere la flotta turca alla battaglia di Lepanto: il trionfo è stato nodale per frenare la diffusione alla cultura islamica sul vecchio continente. L’Europa è tuttora disunita: il settarismo di ogni Stato è palese dirimpetto alla crisi russo-ucraina”.

Il contributo appassionato è stato steso altresì sullo scenario locale.

”La convivenza di cento monaci al convento domenicano di Santa Croce – è stata la chiosa di Fabrizio Palenzona – è fluita sull’area attigua già costellata dalla catena di poderi: la rete di canali irrigui costruita per soddisfare altresì la struttura religiosa è stata proficua per favorire l’agricoltura e produrre le vivande di origine animale. Qui l’imprenditorialità di Pio V è mirata a proiettare la sostenibilità economica e ambientale sull’urbanistica. La mappa custodita agli archivi vaticani esprime la volontà di situare il monastero al centro di Bosco e Frugarolo per offrire il simbolo identitario ai due paesi”.

L’abolizione di ordini monastici decisa dal Primo Impero francese conduceva 400 veterani dalle battaglie napoleoniche al monastero cinquecentesco: l’attività organizzata e prolungata di risorse umane è stata essenziale per trasmettere lo scrigno depositario di cultura al secolo XXI. Il modello efficace e rodato dalla storia è contrapposto al mecenatismo pubblicitario e agli eventi costretti dalla futuribilità esigua o disconnessi dalla sacralità di santuari superstiti al ciclo di quattro secoli.