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Il brand cosmico Paolina Bonaparte

”Paolina è stata la principessa italiana più narrata al secolo XIX”: la platea riunita al Marengo auditorium è stata rapita dal brio di Gaia Neri sceso sull’incipit al talk ”Le sfumature di Paolina Bonaparte”.

”Paolina – è stato asserito dallo scrittore alessandrino Bruno Volpi – univa la lussuria alla tenacia per essere la spia devota al fratello prediletto e, così, sposava (1803) il principe Camillo Borghese per intrecciare la diplomazia francese alla nobiltà romana. Il nemico inglese stanziato sull’isola d’Elba per sorvegliare l’imperatore esule è stato distratto dalla festa sontuosa allestita dalla principessa per agevolare la fuga a Napoleone”.

”Paolina – è stata l’esposizione di Gaia, la volontaria per il servizio civile universale svolto al polo culturale di Marengo – è ascesa al livello di brand cosmico. Il marmo scolpito dall’artista neoclassico Antonio Canova per illustrare Paolina come Venere vincitrice sul giudizio di Paride copriva altresì lo sgarbo di unire la principessa alla dea vergine Diana. Pauline è la delizia definita dalla semisfera golosa per evocare il seno nudo della statua distesa sull’agrippina. Il mito della principessa resiste sulla fascetta adesiva alla bottiglia di vino cerasuolo d’Elba a denominazione di origine controllata. Il mix di eleganza e intensità ornate dalla nuance di buccia di cipolla evoca l’indole di Paolina asserita dal monito ”Vi dirò io quando sarò pronta! Ho ancora qualche ora da vivere” e dallo specchio fruito per riflettere l’immagine sublime per il rendez-vous dirimpetto a Dio”.

”Il lavoro – è stata la chiosa di Efrem Bovo (Marengo temporary manager) – prosegue: il ciclo neonato di servizio civile universale offrirà ai volontari l’opportunità di conoscere l’ambiente lavorativo. L’opera svolta dalla volontaria Gaia Neri assistita dallo scrittore Bruno Volpi suggerisce di proseguire l’indagine sulle donne di Napoleone”.