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Le api, sentinelle per l’ecosistema distrutto dall’uomo

Il concerto perpetuo di prassi virtuose per proteggere l’ambiente e l’ecosistema e, così, migliorare la qualità di vita: la sintesi emersa dal meeting ”Le regine di Marengo nel mondo. Le api per curare l’ambiente e l’uomo” suggerisce l’azione tempestiva per ridurre il cataclisma odierno nutrito dalla voracità antropica e generalizzata.

”La Giornata mondiale delle api (20 maggio) – è stata l’ouverture di Efrem Bovo (Marengo temporary manager) – lambisce la battaglia disarmata intrapresa al polo culturale internazionale di Marengo per promuovere lo stile di vita eco-friendly. L’insetto sociale è altresì l’allegoria araldica ricamata sul mantello imperiale di Napoleone”.

”Il valore aggiunto attribuito al miele – è stato asserito dal docente Elia Ranzato (Università Amedeo Avogadro – Piemonte orientale) – è ingente. Il liquido è servito per imbalsamare le salme in Antico Egitto e medicare le infezioni batteriche poi curate dalla penicillina scoperta al secolo scorso: il miele contiene il perossido d’idrogeno cioè l’acqua ossigenata e può ridurre la cicatrice sulla cute già lesa”.

”L’impollinazione gestita dalle api – è stato aggiunto dal biologo Giuseppe Zicari – è indispensabile per 250mila varietà di piante e accessoria all’ecosistema distrutto dalla monocoltura esibita altresì dalla ripartizione iniqua di uccelli selvatici (70%) e pollame (30%). L’olocausto per gli insetti (l’ultimo decennio definito dalla flessione annua pari al 3%) è scaturito dall’abuso di pesticidi. Il trend nuoce all’uomo: il morbo di Parkinson è la patologia professionale oggidì riconosciuta ai viticoltori di Francia e Germania. La bioagricoltura è soltanto accessoria per lenire l’ecatombe: è obbligatorio eliminare la speculazione edilizia a ridosso di fiumi e coltivare diversi miliardi di alberi per restituire il 50% di area terrestre alla natura. Inoltre è indispensabile ridurre il global warming e l’emissione di anidride carbonica: la percentuale riferita agli ultimi decenni è superiore alla produzione di 800mila anni”.

”L’amministrazione istituzionale – è stato il contributo di Maurizio Sciaudone (delegato al Polo di Marengo e all’ambiente – Provincia di Alessandria) – può stabilire il valore e fornire il vantaggio cioè, ad esempio, ridurre le tariffe alle aziende votate alla sensibilità green”.

”Il biomonitoraggio svolto dalle api – è stato esposto dall’apicoltore Giacomo Acerbi (tenuta Ritiro a Gavazzana) curatore di otto arnie situate al parco Desaix a villa Delavo – è puntuale. L’impollinazione gestita dalle api di ogni alveare per produrre cinquecento grammi di miele copre cinque milioni di fiori distribuiti sull’area estesa quattro chilometri quadrati e, così, è possibile studiare le prassi antropiche. L’estinzione di api selvatiche discesa dall’abuso d’insetticida a base di arsenico e di rame colpiva gli Stati Uniti d’America dal 1881 al 1930. Ogni grammo di pesticida uccide 25 milioni di api e l’insetto sociale intossicato smarrisce l’orientamento per rientrare all’arnia. La riduzione produttiva (–40%) di miele italiano censita dal 2010 al 2017 persuade agli errori di colpevolizzare gli agricoltori e ignorare l’abitudine di ogni consumatore finale a preferire il canale di grande distribuzione organizzata per rifornire la dispensa”.