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Le battaglie di Bassignana per l’oro blu: ieri e oggi

”La siccità induce a profetizzare l’erogazione ridotta di acqua per il prossimo periodo estivo (è accaduto l’anno scorso): inoltre è attesa la discesa pari a 1/3 di produzione agricola italiana”. La profezia di Gilberto Pichetto Fratin, alias il ministro italiano per l’ambiente e la sicurezza energetica, è già realtà oggi, a maggio, a Bassignana: qui il rubinetto è chiuso dalle 22 alle 6 e il decreto sindacale è sine die.

La vita è inscindibile dall’acqua e, così, il fiume Po è la sorgente di prosperità e calamità infinite per l’uomo: ciò è attestato dalla storia. Il borgo di Bassignana quasi posato alla confluenza di Tanaro e Po è stato sconvolto dalle scaramucce di soldati austro-sardi vittoriosi sull’esercito franco-spagnolo (guerra di successione austriaca, 27 settembre 1745) e dal trionfo francese sulle truppe russe (seconda coalizione delle guerre rivoluzionarie francesi, 12 maggio 1799).

Dal 1798 e il 1799 risorge l’unione antifrancese di Austria, Russia e Inghilterra: la guerra induce la rentrée di soldati transalpini sconfitti ai fiumi Adige, Mincio, Adda e, così, il comprensorio di Valenza è gremito di avamposti uniti ai generali francesi Laboissière e Victor. Il comandante austro-russo Aleksandr Suvorov impone al sodale Andrei Grigorevich Rosenberg di guadare il fiume Po a Mugarone di Bassignana per assalire il nemico (12mila uomini) a Valenza. Rosenberg, insieme al granduca Konstantin Pavlovič Romanov (il figlio dello Zar) stabilisce la testa di ponte vicino alla confluenza di Po e Tanaro. Il contingente militare russo di settemila unità riusciva a passare sul fiume e attaccare la brigata francese Quesnel a Pecetto prima quasi sconfitta e poi salvata dagli uomini diretti dal Generale Gaspard Amédée Gardanne. Lo scontro brutale cuciva la débâcle, 800 vittime e 800 prigionieri sulla groppa all’esercito austro-russo. Oggidì la crisi idrica suggerisce di combattere e vincere la battaglia disarmata per abbattere la siccità indotta altresì dal global warming causato dall’inquinamento ambientale: la sensibilità green è palese al polo culturale di Marengo incline allo stile di vita eco-friendly.

46mila Gwh (2021), 28mila Gwh (2022), –10.9% (gennaio 2023): il calo produttivo registrato dalle centrali idroelettriche in Italia è inquietante. La crisi idrica è riflessa sulla diga (fucina per produrre l’energia pulita): ciò può minare il dispositivo energetico nazionale già colpito dalla scarsità di gas indotta dalla guerra russo–ucraina. Il sistema moderno di transizione energetica è necessario altresì per produrre l’energia fotovoltaica opzionale alle fonti tradizionali (gas, acqua, carbone) e vive la quotidianità sul territorio per promuovere la sinergia insieme ai Sindaci e garantire l’autonomia energetica di domani: oggi è nodale digitalizzare le reti e dedicare le risorse alle sorgenti rinnovabili per offrire a tutti la possibilità di autoprodurre l’energia.