Sorting by

×
Vai al contenuto

La libertà sulle ali dell’eco-sostenibilità

La coscienza ‘green’ florida dagli ultimi decenni e la grandeur di due protagonisti sensibili alla questione sociale: il nostro viaggio dal museo napoleonico di villa Delavo a Marengo al laboratorio annesso alla casa natia di Giuseppe Pellizza da Volpedo unisce le storie disgiunte dal lunario di tre secoli per promuovere la cultura e appassionare la collettività a trasmettere le prassi sociali virtuose. La trasferta dall’agro di Fraschéta alle colline tortonesi è avvenuta sull’ammiraglia Tesla e sul pulmino a sette poltroncine (due vetture a motore elettriche targate Y3K, l’azienda leader per l’eco-mobilità e la transizione energetica) per onorare la Giornata della Terra alias l’Earth Day (22 aprile) celebrato dall’Onu alla scadenza prescritta di 31 giorni dall’equinozio primaverile concluso nell’emisfero boreale. L’equilibrio difeso dall’evento educativo oggidì promosso da quasi duecento Stati esalta l’urgenza di curare la dote di risorse naturali disponibili sul globo terracqueo altresì per custodire la pace sociale.

Elisa Giardini (Sindaco di Volpedo) conduceva la comitiva pilotata dal giornalista Efrem Bovo (Marengo temporary manager) insieme al consigliere Maurizio Sciaudone (delegato al Polo di Marengo e all’Ambiente – Provincia di Alessandria) e al direttore Massimo Taggiasco (Alessandria24) a visitare il cuore vivo dell’area altresì rinomata per la coltivazione di pesche dalla polpa gialla e bianca.

L’oratore seduceva l’uditorio riunito alla magione abitata dall’artista volpedese e ornata dall’atelier arredato di bozze e figure intere di consanguinei (genitori, moglie, sorella), sagome scese dallo studio artistico sull’anatomia di uomini e bestiole, utensileria per effigiare.

”Il quarto stato” (1901) alias l’opera di Pellizza issata all’allegoria di questione operaia e seconda rivoluzione industriale può unire il pittore divisionista attratto dalla problematica sociale a Napoleone. L’impero napoleonico estendeva all’Europa il patrimonio di libertà ereditato dalla rivoluzione francese: l’ascensore sociale istituito dal sussulto rivoluzionario (sociopolitico-culturale o industriale) è stato promosso sulla tela dipinta a olio e dalla diplomazia di Bonaparte. ”L’analogia – è stata la chiosa di Bovo – induce a collaborare per costruire l’offerta poliedrica e promuovere ai turisti altresì stranieri le iniziative migliori disperse sull’area vasta alessandrina: l’unione progettuale è foriera di crescita economica e credito internazionale per il nostro territorio solcato dagli eroi consacrati dalla storia”.