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Paolo Maggi, l’artista migrante a villa Delavo

”Nullus locus sine genio (non c’è posto senza genio)”: l’aforisma latino esalta l’essenza autentica di ”Genius loci – Pomeriggi nei borghi monferrini”, l’agenda di visite domenicali e pomeridiane ai paesi abbarbicati sul Monferrato casalese per offrire la peculiarità d’itinerari enogastronomici e d’arte ai turisti e ai nativi. Il format, ristretto all’arco invernale definito dall’offerta culturale minuscola, è stato esposto dalla guida turistica Anna Maria Bruno.

”La terza arte – è stata l’asserzione di Anna Maria Bruno al talk moderato dal direttore Massimo Taggiasco (Alessandria24) – miniata dal pittore ottocentesco Paolo Maggi (25 novembre 1810 – settembre 1890) sulle pareti di santuari e dimore nobiliari congiunge il Monferrato a Marengo. L’appeal riscosso dall’artista lomellino è esibito dalle opere create per il clero (dal duomo di Tortona alle cappelle al sacro monte di Crea e alla parrocchia di Giarole)” e per la borghesia.

Il talento di Maggi è terso sul soffitto e sulle pareti di sette stanze di villa Delavo dedicate alle tematiche più eterogenee: la traccia decorativa pura destinata alle zone di servizio, teorie di putti alati, l’elogio di prerogative borghesi (frivolezza, eleganza, seduzione), la lode alla grandeur napoleonica (l’allegoria di quattro battaglie famose: Austerlitz, Iena, Arcole, Marengo) e al prestigio destinato al sito di Marengo (la sfilza di prospettive architettoniche definite dall’eco migliaresco per esaltare il progetto ”Ville des Victoires”).

”Genius loci – è la sintesi di Maurizio Sciaudone, delegato al Polo di Marengo dalla Provincia di Alessandria – è idoneo per lanciare il territorio alessandrino sul circuito turistico italiano: il target è mirato altresì dall’attività intrapresa al polo culturale di Marengo”.

”Maggi – è la conclusione di Efrem Bovo, Marengo temporary manager – è stato l’artista migrante ovunque per liberare l’estro”.