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Gesù Cristo seduce Saulo e Napoleone

La terza arte trasmette altresì il viaggio spirituale di protagonisti di storia grandiosa. La vicenda di Paolo di Tarso, vessatore di fedeli cristiani convertito al cattolicesimo, è stata dipinta a olio sulla tela e sulla tavola di cipresso dal pittore italiano Michelangelo Merisi (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole. 18 luglio 1810) alias Caravaggio. L’episodio è altresì descritto sugli Atti degli Apostoli: la voce di Gesù difesa dalla luce scesa dal cielo conduceva Saulo (alias Paolo, tredicesimo apostolo di Cristo) a Damasco. Il ciclo stagionale conduce la voce celestiale all’evo successivo all’ascesa di Gesù al cielo. ”Ascensione di Cristo” è la tavola dipinta a olio dall’artista Pietro Perugino ubicata al museo di Belle Arti a Lione: il polittico usciva dall’Italia insieme alle spoliazioni napoleoniche.

”L’incoronazione di Napoleone” è l’opera a olio su tela dipinta dal 1805 al 1807 dall’artista Jacques-Louis David custodita al museo Louvre a Parigi. Il quadro riproduce l’incoronazione di Bonaparte e di Josephine Beauharnais (2 dicembre 1804). David ritrae altresì gli occhi di ottanta invitati tesi alla corona elevata dal condottiero còrso. L’esaltazione di simboli imperiali è minuziosa.

L’ultimo frangente di vita terrena concesso al Generalissimo còrso sull’isola atlantica di Santa Elena, territorio britannico d’oltremare svelato dall’esploratore galiziano Juan de Nova e intitolato a Santa Elena di Costantinopoli celebrata il dì dello sbarco sull’arcipelago (21 maggio 1502), è contraddistinto dall’adesione al cattolicesimo.

”Il giorno più bello della mia vita fu la mia Prima Comunione”: la confessione trasmessa al biografo esalta la conversione riuscita al Piccolo Caporale che estrasse la corona dalle mani di Papa Pio VII e s’impose, così, il titolo d’Imperatore.

”Io soffro per aver nominato Generali senza fede al Padre eterno”: l’asserzione molto intima perpetuata sul libro ”Conversazioni sul Cristianesimo” di Napoleone Bonaparte introdotto dal Cardinale Giacomo Biffi è irrobustita dalla dichiarazione coriacea ”La mia storia è minuscola dirimpetto a Gesù Cristo” proferita dall’esule già artefice di pagine epiche di storia e di sorte propria e altrui ai condottieri attoniti poiché dediti alla Rivoluzione Francese.