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Alessandria e l’epoca moderna al Polo di Marengo

Chiese gremite di tombe gentilizie, piazze d’armi, palazzi consacrati all’autorità: com’era l’architettura di Alessandria all’epoca moderna? Il romanzo storico ”La capitagna e il glifo” può sciogliere l’enigma. Il talk ”Marengo di Giovedì” (giovedì 20 alle 17:30 al Polo culturale internazionale di Marengo) ospiterà gli autori Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè per riscoprire le linee di Alessandria ai secoli remoti.

Correva l’anno 1589 e la nostra città sopportava il fisco imposto dal governatore Don Rodrigo di Toledo innamorato di Elvira, lavandaia alla guarnigione spagnola: l’uomo seduce Elvira, giovane orfanella ghermita dalla bramosia di ascesa sociale, a capitolare alle avances. La protagonista, tradita e insorta contro l’oppressore, è reclusa nelle segrete di Palazzo insieme ai ribelli: Carlito, la guardia spagnola, favorirà la fuga di Elvira attraverso l’itinerario cittadino sotterraneo.

Porta Marengo, costruita nell’area est di Alessandria vicino alla via omonima, agevolava il viavai sulla strada principale per Piacenza e il trenino a vapore diretto a Mandrogne e a Sale lambiva la piana di Marengo. La cittadella, costruita sul versante orientale della soglia intorno al 1650 all’epoca della dominazione spagnola e poi distrutta per erigere la piazza d’armi per l’esercito napoleonico, sorgeva sullo spazio oggidì ristretto da via Piave, corso Lamarmora, via Tortona, spalto Gamondio. Correva l’anno 1910, la servitù militare cadeva e nasceva l’area residenziale ingentilita dall’elegante piazza Matteotti.