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Ossa eterne a Marengo e a Waterloo

Ingerire il cibo per assorbire le qualità di uomini estinti è il valore rituale antropofagico abbinato alle ossa di morto, biscotti tipici italiani prodotti tra ottobre e novembre per commemorare defunti.

La predazione intraspecifica stimolava gli agricoltori a macinare le ossa per fertilizzare le terre coltivate: questa prassi oramai desueta è stata ribadita dagli ultimi scavi archeologici a Waterloo, il campo di battaglia (18 giugno 1815) decisivo per l’eclissi di Napoleone.

La scoperta di tre arti recisi e abbandonati sul sito della fattoria di Mont-Saint-Jean, già ospedale per le truppe alleate alla coalizione antinapoleonica, oltre agli scheletri di uomini e di cavalli evoca le decine di migliaia di soldati caduti arruolati all’Armée francese di Bonaparte reduce dalla fuga dall’isola d’Elba e all’alleanza condotta dal duca di Wellington insieme al feldmaresciallo Von Bluecher.

La commemorazione è altresì promossa dalla costruzione di tombe per immortalare gli eventi trascorsi: la cappella commissionata dal mecenate alessandrino Giovanni Antonio Delavo, riunisce diversi resti di oltre diecimila soldati caduti alla Battaglia di Marengo (14 giugno 1800) chiusa dalla vittoria decisiva per l’epos napoleonico.

L’ossario è adiacente al busto pregevole dedicato al generale Louis Charles Desaix de Veygoux al parco contiguo al Marengo museum.