Sorting by

×
Vai al contenuto

Un mecenate “papale” di nome Pio V

La soppressione nel 1809 dell’ordine domenicano, per opera di Napoleone Bonaparte per ospitare i veterani dell’esercito francese, portò alla destinazione ad usi impropri e al degrado dell’intera struttura monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo; fino a quel tempo era stata all’interno di un governo di aree rurali e di una coesione territoriale circostante. Quel progetto di città ideale da costruire attorno alla chiesa e al convento tanto perseguita da Pio V.

A partire dalla fine del XX Secolo grandi opere di restauro hanno restituito il giusto valore a questo complesso monumentale e a dire il vero l’allestimento di un museo al suo interno era già stato previsto e regolarmente aperto al pubblico, anche se in veste ridotta, il “Museo Vasariano”.

Nel 2016 l’interesse del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – e il Censimento “I Luoghi del Cuore” ha permesso la raccolta di numerose firme tanto da portare Santa Croce al secondo posto della classifica e portando successivamente alla sottoscrizione della convenzione per la valorizzazione e fruizione del Complesso Monumentale.

“L’obiettivo dei Luoghi del Cuore non è recuperare i luoghi ma sensibilizzare le persone, far si che i cittadini e le istituzioni si rendano conto del valore dell’eredità culturale per le persone e per le comunità.” – ha specificato la responsabile FAI per il progetto “Luoghi del Cuore” Federica Armiraglio.

Ma grazie ai finanziatori e alle istituzioni oggi è possibile esporre la maggior parte delle opere, già restaurate e collocate in deposito, in un nuovo progetto espositivo che guida il visitatore in un percorso di valenza storica, artistica e culturale.

Ed ecco che il 7 luglio 2022 finalmente si può dire inaugurato il nuovo “Museo di Santa Croce”.

“Lo stesso si inserisce nell’anno della commemorazione per il 450° anno dalla morte del nostro amato Papa Pio V, al quale il Comune di Bosco Marengo deve e manifesta l’affetto, la ricorrenza ed il perenne ricordo per le opere dallo stesso svolte a favore della Comunità Boschese.” – dice il Sindaco di Bosco Marengo Gianfranco Gazzaniga.

E quale manifesto d’affetto più grande può esserci se non quello di spingere questa realtà oltre ogni limite, fare del museo il fulcro di una valorizzazione culturale ma al tempo stesso economico e sociale non solo per la comunità locale ma anche per tutto il territorio provinciale.

Egli qui desiderava essere sepolto, nel suo paese natio, e per questo motivo lo fece costruire di grandiose proporzioni architettoniche, provvisto di tomba papale e arricchito da grandi opere d’arte di illustri pittori, alcuni della levatura di Giorgio Vasari, collegate alle vicende artistiche del cinquecento romano e fiorentino.

“Il complesso deve essere considerato e gestito con un approccio integrato al territorio” – dichiara Lisa Accurti Soprintendente della Soprintendenza Archeologica Belle arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo – “ricreare in forma attualizzata quel “microcosmo” che in antico connotava tipicamente le strutture monastiche e conventuali solo apparentemente ‘ chiuso’ in realtà vero e proprio “sistema aperto” e permeabile.”.

Si può quindi considerare la nostra ricchezza come centro di un sistema, di una rete di rapporti concepiti come Pio V lo aveva fatto con la sua “città ideale”.

Farci “mecenati” del nostro patrimonio allargando i confini e le visioni in un “pellegrinaggio” culturale a ricordo di un Papa che ha voluto, con il suo affetto, rendere grande Bosco e il nostro territorio. Papa Pio V, che da Bosco partì per diventare Papa a Roma, non ritornò più al suo paese natio come da testamento ma con la spirito di pontefice educatore ancora presenzia a Santa Croce.