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L’acqua, oro blu per la gloria e la ghiottoneria di Napoleone

Il trionfo francese a Marengo, emerso dalla supervisione strategica di Napoleone Bonaparte, è stato favorito dal nubifragio sbalestrato da Giove sul pianoro di Fraschéta per frenare le truppe asburgiche. Il Fontanone, grosso canale dagli argini spioventi e la profondità di due metri rigava la pianura da Frugarolo (a nord) a Lobbi (a sud): il 14 giugno 1800 l’alveo gonfio dal diluvio rallentava la marcia dalla tenuta Pederbona alla piana di Marengo ai 30mila soldati austriaci. Oggi è impossibile scorgere il fondale del rio irriguo già restaurato all’alba del 1900 però è possibile definire due tracce ignote ai secoli trascorsi. La depressione larga (4 metri) e lunga (12 metri) stesa sul parco di villa Delavo è l’alveo secco e a Lobbi, in via Franchini 15, il paio di archi seminterrati attiguo al Fontanone e alle rogge tuttora visibili lascia immaginare l’antico lavatoio. Oggidì il Fontanone è il canale irriguo vicino al villaggio di Marengo e prosegue il decorso a Casteceriolo e a Lobbi per sfociare quasi all’incrocio tra Bormida e Tanaro: il parallelo topografico riflette la dislocazione originaria. L’acqua dolce, limpida all’aurora del secolo XIX è stata la miniera di piccoli crostacei elaborati dal cuoco degli alti comandi francesi: il mito consacra alla maestria di Dunand il pollo alla Marengo, il piatto unico molto ricco e nutriente (gamberi di fiume, pollo, uova, funghi prataioli) preferito dal Generalissimo còrso per celebrare le vittorie posteriori a Marengo.