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Napoleone, il mito eterno

Giovani voci attratte dalla lettura di 108 versi raccolti nelle strofe da sei settenari: è l’ode manzoniana “Il cinque maggio” decantata dagli studenti adolescenti del liceo Peano e dell’istituto Marconi di Tortona. Questo video emozionante diffuso sul web a questo indirizzo unisce nuove e longeve tecnologie per perpetuare l’epopea napoleonica.
«I versi di Manzoni sulle labbra e sui volti della “new generation” – dichiara l’assessore Cherima Fteita (Eventi e Manifestazioni – Comune di Alessandria) danno tutto lo stupore e la distanza del Mito di Napoleone. Parole desuete per narrare vittorie e sconfitte che i nostri giovani d’oggi, forse, apprendono per la prima volta. Napoleone non si ferma sui banchi di scuola: si può scoprire anche strada facendo e incrocerà gli studenti nella vita perché ha coperto le nostre strade».
La storia è stata perlopiù narrata dagli storici sui libri ma il nostro passato ci raggiunge anche attraverso fonti e linguaggi alternativi: diari, canzoni, fotografie, film, new media, siti solcati dalla storia, tracce di memoria disperse nel nostro quotidiano che ci investono. «È piacevole vedere ragazzi così impegnati sulla storia anche della nostra provincia. Grazie ai professori – dice Maurizio Sciaudone (consigliere delegato al patrimonio della Provincia di Alessandria) – è possibile notare gli studenti ripresi al cellulare per promuovere l’interesse sugli avvenimenti che ci hanno costruito».
Il video, aperto dal restyling dell’effigie di Napoleone e Marengo (il famoso cavallo da guerra), esalta il brio profuso dagli studenti.
«I giovani – aggiunge il sindaco Federico Chiodi (Comune di Tortona) – sanno semplificare i messaggi. Napoleone passa tutti i tempi e diventa rock. La poesia di Manzoni è meravigliosa e la lettura degli studenti segna il ritorno al coinvolgimento delle scuole intravedendo l’uscita dal terribile periodo pandemico».
Questo mito fonde il Generalissimo e l’uomo: Napoleone s’impose il titolo d’imperatore strappando la corona dalle mani di Papa Pio VII ma, nell’ultimo frangente di vita terrena, rinnegò l’orgoglio di artefice del proprio destino per abbracciare la fede cristiana.

G. Guglielmero