La giornata del 22 gennaio celebra l’anniversario della morte della Regina Teodolinda, figlia di Garibaldo, Re della Bavaria, la quale sposò Autari, il Re dei Longobardi. Questo evento rafforzò la monarchia longobarda di fronte alla predominanza franca e creò un primo avvicinamento dei vertici longobardi alla Chiesa di Roma. Alla morte di Autari, Teodolinda sposò il duca di Torino Agilulfo e, quando divenne vedova per la seconda volta, tenne la reggenza fino alla maggiore età del figlio Adaloaldo.
Teodolinda viene descritta dagli storici come una donna bellissima, dotata di grande indipendenza, coraggio e fermezza con un sottile intuito per la politica tanto che il suo popolo vide in lei una guida amata, giusta e sicura. I suoi ottimi rapporti con Papa Gregorio Magno giovarono al miglioramento dei rapporti tra il clero cattolico e i Longobardi per i quali iniziò una lenta conversione religiosa (il figlio stesso Adaloaldo fu battezzato con rito cattolico).
Teodolinda e Autari lasciarono Pavia e si trasferirono stabilmente a Milano utilizzando anche Monza come residenza estiva.
La storia di Teodolinda si intreccia con quella di Monza dove morì il 22 gennaio 627. Nel Duomo di Monza (dove è sepolta) si trova la Cappella di Teodolinda, dietro l’altare che custodisce la Corona Ferrea con cui Napoleone Bonaparte fu incoronato Re d’Italia nel 1805 pronunciando, nel corso della cerimonia, la celebre frase “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!”.
Il nome della città di Monza deriva da Modoetia, ossia dall’accorpamento di due parole pronunciate da una colomba e dalla Regina. La leggenda vuole che Teodolinda, alla ricerca di un luogo adatto per edificare una basilica in onore di San Giovanni il Battista di cui era molto devota, si sedette e si addormentò vicino al fiume Lambro dopo una battuta di caccia. Qui una colomba, simbolo dello Spirito Santo, interpretando in sogno i pensieri della Regina, disse «Modo» cioè «qui» e lei rispose «Etiam» ossia «Sì», la basilica così sorse in quel luogo e dalla crasi delle due parole nacque il primo nome della città di Monza, Modoetia.
A ricordo delle pertinenze di epoca longobarda è presente, vicino al Museo di Marengo, la Torre di Teodolinda (detta anche della Gamberina). Fu eretta in epoca medioevale dalla famiglia degli Stortiglioni ed era parte del nucleo fortificato di Rovereto ancora prima della fondazione di Alessandria. L’imponente torre, con la sua pianta quadrata e definita superiormente da una fascia dentellata, è stata testimonianza della battaglia di Marengo.