La prima normativa sulla foggia dell’uniforme delle unità italiane affiliate alla Grande Armée fu il decreto del 19 agosto 1796 con cui venne istituita la guardia nazionale milanese, la cui uniforme, a differenza di quella francese blu, era verde con colletto e maniche bordate di rosso.
La base di tutte le uniformi, ovviamente, era quella di fanteria, composta da una veste verde e un petto solo a falde risvoltate (il doppio petto venne adottato successivamente); corredata da un colletto, un paramani, filettature e falde da rivoltare a fodera rossa, pantaloni stretti all’ungherese, verdi (per le grandi occasioni), con filetto e ornamento rosso, ghette a sei bottoni d’ottone. Venivano distribuiti due paia di pantaloni e due gilè di tela (da lavoro) il cui colore variava a seconda della specialità, un “giacchetto” di panno, tre camicie (il regolamento prevedeva che la camicia non si dovesse vedere) e un cravattino nero al collo. Completavano il corredo tre paia di solette e un paio di calzature di cuoio.
Ogni arma e specialità si distingueva per i colori delle maniche e del colletto.Il primo copricapo fu un cappello rotondo con l’ala sinistra rialzata, buffetteria bianca, bottoni gialli e una piastra d’ottone con la scritta Libertà italiana. Nel corso dell’età napoleonica la base dei colori dell’uniforme non cambiò, ciò che venne cambiato fu il copricapo: si passò dal bicorno allo shako, passando per il colbacco; nei momenti di riposo in guarnigione veniva autorizzato l’uso del bonnet.
La normativa non deve trarre in inganno perché per molto tempo le unità non riuscirono ad essere rifornite di materiale di vestiario e presentarsi in maniera omogenea.
Una curiosità legata alle uniformi è la catena dei contratti di approvvigionamento: la vulgata vuole che la legenda delle scarpe di cartone sia legata all’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, niente di più incorretto!
Tale affermazione risale alle problematiche di corruzione delle gare d’appalto degli eserciti napoleonici della Cisalpina e della Repubblica/Regno d’Italia, ma questo sarà argomento di un altro post!