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Giornata Unesco libertà Stampa

Libertà di stampa e giornalismo di qualità dovrebbe essere il focus di una giornata come questa.

“Giornalismo che metta insieme le parole ed i fatti. Dove non c’è trasparenza ci sono i veleni” è quanto afferma il presidente FNSI Giuseppe Giulietti in questa giornata Unesco. E noi la sottoscriviamo ma in questo momento per tantissimi giornalisti nel mondo, il sistema compensativo di una prestazione intellettuale come quella giornalistica, che verifica parole e fatti, deve garantire tutti i giorni di mettere insieme il pane con il companatico. Questa è la netta situazione di troppi free lance che attendono che il Governo italiano adotti quanto prima le misure Europee sulla tutela della proprietà intellettuale e creativa oltre che il ritorno ad un lavoro esercitato come professione, e quindi per competenze e nelle regole deontologiche, piuttosto che nel libero arbitrio di tutte le parole e immagini distribuite da tutti in tutti i media e alla faccia del GDPR 2016.

Per non parlare poi della informazione stile “propaganda individuale” fatta, senza verifiche interpretative di terzi,  che ostenta  la sicumera certezza di qualche potente di turno che poiché posta su facebook, su twitter,  su youtube, tutto vale e conta perché distribuisce al mondo un contenuto come  se fosse un dato di fatto oggettivo dove l’ascoltatore, il lettore (migliaia, centinaia di migliaia) si presuma abbia tutti i codici culturali per “bere d’un fiato” il messaggio e acquisisce  quindi il contenuto come scontato perché “detto” !

Siamo veramente lontani dall’esercizio di quella critica giornalistica che cerca la coincidenza di parole e fatti e questa “nonchalance” è al pari se non più grave della non libertà di espressione che costa la vita a tanti giornalisti martiri della libertà di giudizio, di indagine, di critica del potere accreditato in modo che di democratico ha forse dei numeri ma non la partecipazione alla discussione.

La pandemia Covid poi ha portato in quest’epoca il dilagare, questo positivo, dei webinar, ma anche di una “infodemia” altamente contagiosa e non fondata su news con  dati verificati che ha travolto un Paese protetto dalle  contaminazioni estere solo dal limite linguistico.

Dove siamo quindi ? Siamo in un momento epocale dove decidiamo di chiedere fortemente che vengano autenticate, verificate, contraddette e corrette quelle informazioni giornalistiche da far circolare e con un gesto di autoregolamentazione proponiamo ai nostri colleghi il nostro “bollino” che definirei non di qualità ma di procedura.  C’è un modo di procedere nel fare ricerca, giornalismo, comunicazione ,  che prevede un metodo di lavoro severo. E questo significa tempo da dedicare alla cura della notizia o delle informazioni  E quanto vale questo tempo dedicato a questa cura ? Se si consente di non corrispondere all’autore una piccolissima remunerazione collegata alla grande diffusione moderna di informazione allora siamo dinnanzi al “liberi tutti “ e quindi tutti disuguali nei propri rifugi oggi in casa, dopo domani nelle libere spiagge, per un libero amore, ed una libera morte …della verità.