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Dalla pietra d’Egitto alla Pyramide de Marengo. Con le sue piastre di ghisa conserva una memoria color sabbia

In Egitto esistono più di ottanta piramidi delle dimensioni più varie e ciascuna ancora, a parte quelle più famose e già ricche di pubblicistica,  da meritare un volume dedicato. In Italia a Roma abbiamo la Piramide Cestia di stile egiziano del 12 a.C. praticamente attaccata a Porta San Paolo. A Marengo abbiamo la moderna piramide del 2000 d.C. in onore dei caduti in battaglia.

La storia della piramidi inizia verso il 2700 a.C. ed è strettamente legata a vicende dinastiche e fattori religiosi, amministrativi e sociali di estremo interesse. Ognuna di esse è stata un’opera di ingegneria ed il frutto di credenze religiose sull’essenza divina del sovrano e sulla situazione politica e sociale del momento storico.

Come dice bene il prof. Franco Cimmino: “la piramide egizia rappresenta il più coerente sforzo di dare espressione architettonica alle migliori concezioni teologiche dell’universo inteso come un tutto vivente ed organizzato per l’eternità.”

Oggi ci lanciamo su quel mondo richiamati dalla spedizione di Napoleone Bonaparte che il 2 luglio 1798 sbarcò ad Alessandria d’Egitto e nella Battaglia della Piramidi del 21 luglio sconfisse i Mamelucchi ed entrò trionfante al Cairo.

La spedizione militare fu pianificata per indebolire la posizione potente dell’Inghilterra che per le vie marittime era in comunicazione con le Indie e forse un disegno e studio di Leibniz, scienziato matematico della seconda metà del 1600, faceva già intravvedere un possibile Canale di Suez realizzato poi dal Francese Ferdinando de Lesseps sul porgetto italiano dell’ing. Luigi Negrelli nel 1869.

Avrebbe  creato già allora una meravigliosa scorciatoia tra il Mediterraneo e l’Oceano indiano.

Il 6 agosto 2015 è stato inaugurato il raddoppio di una parte del Canale di Suez . Una seconda corsia di 35 km che ha anche aperto le vie alla “migrazione lessepsiana” e quindi al simpatico Pesce Sergente  che ha raggiunto il Mar Ligure nel 2000.

Ma a parte queste note di colore faunistico marine, il fatto strepitoso del ‘800 fu che un generale organizzò la spedizione non solo militare. Napoleone aggregò alla sua armata una commissione di scienziati e studiosi con l’incarico di studiare l’Egitto faraonico e le risorse del paese. Facevano parte di questo moderno contingente 167 studiosi (due poi scesi a Malta): zoologi, botanici, medici, farmacisti, etnologi, disegnatori, pittori, musicisti, letterati, economisti, stampatori, orientalisti, astronomi, geometri, chimici, fisici, ingegneri meccanici, di ponti e strade, geografi,ingegneri navali. Giovani e meno che raccolsero una quantità di documenti importantissimi.

Già in Egitto l’amicizia con il maresciallo  Desaix legava il Generale corso agli uomini per straordinarie imprese al limite del paese.

L’immaginario colpì l’Europa e dalla scoperta  della Stele di Rosetta con la sua decifrazione e comprensione diede il via alla egittologia moderna che conosciamo oggi. Quei monumenti affascinavano e anche uno scrittore come Victor Hugo che esaltò la piramide di Cheope e Chephren  e di Micerino.

Noi desideriamo stare su questa curiosità di uomini di scienza e delle arti che possono essere reincontrati oggi sulla contemporaneità di fatti ed avvenimenti riassumibili a partire da un luogo, la Pyramide de Marengo, che con le sue piastre di ghisa color sabbia diventa simbolo ed epos, atta a pensieri elevati e a conservare avvenimenti fondamentali per la storia italiana ed europea, introducendo al Museo Napoleonico in Villa Delavo. Quindi oltre la drammaticità dell’epoca e superando le violenze armate, ancora persistenti oggi nel mondo, per curare e far crescere “Steli di Pace” grazie alla vasta comunità che con nuovi modelli di comunicazione  desidera mettersi in relazione per un reale bene comune.