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Marengo Oggi: luogo della positiva battaglia per la civiltà

di Aldino Leoni

Degli artiglieri che si scambiassero colpi comunicherebbero, ma di certo non sarebbero in rapporto di comunione: questo il senso di un’espressione con la quale il filosofo francese René Le Senne puntualizzava una cinquantina di anni fa i limiti della comunicazione. Danilo Dolci, da parte sua, intitolava in anni a noi più vicini un suo libro “Dal trasmettere al comunicare”. Al di là dei significati attribuiti alle parole, tutti e due sottolineavano il bisogno di individuare reali punti di incontro fra gli individui, le persone e, per naturale estensione, i popoli.

Non è raro, purtroppo, che una città si trovi a custodire la memoria di una battaglia, avendo nelle vicinanze il campo sul quale venne combattuta: un po’ dovunque vi sono luoghi dello scontro. Alessandria, città del sud Europa, custodisce a pochi chilometri dal centro urbano il campo della battaglia di Marengo. Là si scontrarono, nel giugno 1800, due eserciti, due politiche, mille e mille persone di svariate provenienze raccolte sotto diverse bandiere. A Marengo in poche ore si decise della vita di migliaia e della vita d’Europa. Da quel momento la storia europea si svolse in una anzichè in altra direzione. Marengo è fondamentale per la storia contemporanea.

Il “castello” di Marengo, bella dimora voluta a metà ‘800 da qualcuno per ricordare, per celebrare, forse già per raccogliere turisti, sostituì il campo di Marte con le stanze dell’arte e creò luogo d’incontro laddove vi fu scontro.

Marengo di oggi si trova in ottima posizione rispetto alle vie di comunicazione, ha strutture ricettive che rendono possibili incontri di ogni tipo; può divenire luogo di vita, di elaborazione e di irradiazione di cultura, di spiritualità e di civilità, non distante da altri luoghi di forte significato: Bosco Marengo con la sua basilica rinascimentale, Piovera e il suo castello, Alessandria e le sue importanti istituzioni nei campi della musica e della poesia, più in là Libarna e Villa del Foro con le loro radici romane.

A Marengo e nelle località circumvicine, l’arte avvicinerà le persone e i popoli, si potrà costituire un polo di sviluppo per la cultura europea. Arte e parola, innanzituto, perchè sono le lingue il primo strumento dell’incontro, ma anche musica e teatro, arti visive e arti del pensiero (le filosofie e le scienze). “Arte”, quanto all’etimo, rimanda ai significati dell’articolare e dell’ordinare (l’esatto contrario, dunque, del distruggere, anche se paradossalmente si parla di “arte militare”). “Arte” è comporre, costruire, produrre con l’ingegno e secondo regole; è promozione di attività intellettuale, pratica, certamente anche di attività estetica (ma sarebbe riduttivo considerare l’arte esclusivamente sotto quest’ultimo aspetto).

Marengo di oggi come luogo della positiva battaglia per la civiltà, condotta con le armi potenti e pacifiche del sapere, dell’espressione artistica, dell’incontro e dello scambio.

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