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9 GENNAIO 1873: MORTE DI NAPOLEONE III

9 GENNAIO 1873: MORTE DI NAPOLEONE III

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Gennaio 9, 2023    
12:00 am

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Centocinquant’anni fa si spegneva quello che, secondo molti storici, era uno dei più grandi se non il più grande sovrano che la Francia avesse conosciuto.

• Cosa diceva il nostro presidente onorario, il principe Gioacchino Murat, durante la sua recente conferenza a Montpellier

“Napoleone III ha lanciato la modernità, sviluppato in modo spettacolare la rete ferroviaria, la ricerca scientifica, la rivoluzione industriale. La più grande prosperità economica della Francia è Napoleone III, il diritto di sciopero, l’autorizzazione dei sindacati, la creazione dell’ispettorato del lavoro, i fondi pensione, l’assicurazione malattia, il riposo settimanale, l’assistenza legale e medica gratuita per i più poveri, la scuola pubblica e gratuita, l’accesso delle ragazze all’istruzione pubblica, l’aumento senza precedenti della produzione agricola (+60%), della produzione industriale (+73%), dei salari (+47%), delle esportazioni (+164%).

In 22 anni Napoleone III ha vinto otto elezioni e otto referendum. Nei suoi progetti, poco prima della sua caduta: il diritto di voto alle donne e l’abolizione della pena di morte”.

• Leggiamo, di Jean Guétary, il racconto della sua morte, in “Napoleone III: un grande sconosciuto”

Il 21 dicembre 1872 ebbe luogo una lunga consultazione tra i medici ordinari di Napoleone III e tre dottori inglesi, sir William Gall, sir James Paget e sir Henry Thompson. Un intervento chirurgico fu ritenuto indispensabile e fissato al 2 gennaio. Il malato vi acconsentì e, all’epoca, fu praticata una prima operazione i cui risultati sembrarono soddisfacenti. Fu deciso che sarebbe stata ripresa il 6 gennaio. In seguito a questa seconda seduta, che fu molto dolorosa, lo stato dell’Imperatore si aggravò molto, senza che si potesse tuttavia credere ad un pericolo imminente.

Una terza operazione fu decisa per il 9 gennaio, a mezzogiorno, ma quel giorno, verso le dieci del mattino, si verificarono improvvisamente sintomi allarmanti e i medici compresero che l’augusto malato aveva solo pochi minuti da vivere. L’imperatrice fu avvertita immediatamente e si recò subito nella stanza dell’imperatore, mentre, per suo ordine, si affrettava a cercare l’abate Goddard, parroco di Camden Place.

Quest’ultimo si affrettò ad arrendersi a questa chiamata e poté amministrare gli ultimi sacramenti all’Imperatore, che aprì gli occhi un’ultima volta, sussurrò alcune parole incomprensibili e avanzò le labbra per abbracciare l’Imperatrice. Era la fine, sospirò e spirò… Tutti i servi del sovrano proscritto entrarono allora nella camera e caddero in ginocchio davanti a questo grande letto di morte. Piangevano il migliore dei padroni, il più tenero, il più indulgente degli amici.

Tuttavia il conte Clary si era recato in tutta fretta a Woolwich, dove si trovava il principe imperiale. Il figlio di Napoleone III arrivò a Chislehurst quando tutto era finito. Il suo dolore fu straziante. Entrò nella stanza, si gettò ai piedi del letto e recitò ad alta voce, e senza versare una lacrima, una breve e fervente preghiera, poi abbracciò disperatamente quel padre che lo aveva tanto amato. Solo allora non riuscì più a trattenersi ed ebbe una terribile crisi di pianto, mentre veniva trascinato in un’altra stanza.

Quando si raccolsero i vestiti che l’Imperatore aveva lasciato per andare a letto, si trovò nella tasca della sua redingote un portafoglio da cui non si era mai separato, nemmeno il giorno in cui era fuggito dal castello di Ham. Questo portafoglio conteneva un’immagine della Madonna, alcune lettere della Regina Ortensia, dell’Imperatrice e di suo figlio, tra cui una banconota indirizzata dal Principe imperiale all’età di tre anni, a suo padre, allora in Italia, che conteneva solo queste due righe: “Mio caro papà, ti adoro e ho il cuore grosso quando non sei qui – Louis”.

L’imperatore portava tre anelli all’anulare della mano sinistra. Era il suo anello di nozze, quello di sua madre e quello della sua nonna materna, l’imperatrice Josephine. Al principe imperiale fu offerto di consegnarglieli, ma, per un pio scrupolo, il figlio di Napoleone III li rifiutò ed emise il desiderio che suo padre fosse sepolto con questi preziosi ricordi.