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30 MARZO 1814: BATTAGLIA PER PARIGI – MONCEY DIFENDE LA BARRIERA DI CLICHY

30 MARZO 1814: BATTAGLIA PER PARIGI - MONCEY DIFENDE LA BARRIERA DI CLICHY

Quando

Marzo 30, 2023    
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Event Type

Alla fine di marzo 1814, gli eserciti alleati, 200.000 russi, prussiani, austriaci, bavaresi, olandesi e persino svizzeri, marciarono su Parigi. La capitale è protetta solo da una guarnigione di 20.000 uomini e una Guardia nazionale di 12.000 uomini, armati di poco più di 10.000 fucili e, in mancanza, di picche. Dopo aver sfondato le barriere di Belleville, Pantin, Romainville, la collina di Saint-Chaumont e il ponte di Charenton, queste truppe si impadronirono della collina di Montmartre.

• I mulini di Montmartre

Dei quattro fratelli Debray, mugnai di padre in figlio, tre sono uccisi in combattimento. Il quarto si rifugia, con suo figlio, nel suo mulino di Montmartre, dove sono stati installati pezzi di cannone, ed elimina un buon numero di cosacchi.

Ma la lotta è impari. Mentre il suo giovane figlio è trafitto da una lancia nemica, lui è preso brutalmente e massacrato. Il suo corpo è diviso in quattro parti, attaccate alle ali del suo mulino che i cosacchi si divertono a far girare.

• La barriera di Clichy

Il nord e il nord-ovest di Parigi, da Clichy a Neuilly, sono protetti da 70.000 uomini della guardia nazionale. Moncey, nominato l’11 gennaio 1814 maggiore generale, comandante in seconda della guardia nazionale di Parigi, fu incaricato della difesa della capitale alle barriere.

Davanti all’avanzata dei nemici, si porta alla barriera di Clichy. Vi radunò un gruppo eterogeneo di 15.000 uomini: invalidi, volontari, operai, cittadini, tiratori, allievi del Politecnico e della scuola veterinaria. Vi si ritrovano anche Claude Odiot, maestro orafo della corte imperiale e colonnello della guardia nazionale, Pierre-Amédée Jaubert, uno degli interpreti di Napoleone durante la campagna d’Egitto, il pittore Horace Vernet, suo fratello Carle, gli amici e membri dei circoli bonapartisti.

Pezzi di artiglieria, installati nel tamburo della barriera, e serviti da invalidi trattengono per un certo tempo i russi che scendono da Montmartre. Il quarto battaglione che aveva combattuto, a Vanloo, a Utrecht, ad Harlem, è accorso da Versailles, per difendere Parigi, e le sue reclute vengono coraggiosamente a versare il loro sangue alla barriera di Clichy.

Moncey vede il suo quartier generale, il cabaret di padre Lathuille, preso di mira e riceve una dozzina di palle di cannone. Lui che fa la guerra da quarantasei anni, si dice meravigliato del coraggio di questi uomini. ” Si faranno uccidere tutti.” Infatti, hanno scelto di occupare una posizione scoperta molto pericolosa. Uno di loro, colpito da un proiettile al petto, esce dai ranghi. “Dove vai?” gli chiede il suo tenente. ” Non voglio che i miei compagni mi vedano morire”, risponderà…

Il valore di queste truppe contro le truppe russe comandate dai generali Rudzewicz e Kapczewicz compenserà positivamente la loro mancanza di esperienza militare. Resisteranno eroicamente nella difesa dell’ultima barriera, attaccata dal contingente russo, fino alla proclamazione, alle 6 e mezza di sera, di un cessate il fuoco.

La capitolazione di Parigi sarà firmata dal maresciallo Marmont nella notte dal 30 al 31 marzo al cabaret “Le petit jardinet”, vicino alla barriera di Saint-Denis. La mattina del 31 marzo, a mezzogiorno, gli Alleati faranno il loro ingresso attraverso Porte Saint-Martin. Nella corte degli Invalides, un gigantesco autodafé consuma e riduce in cenere 1417 bandiere prese al nemico dai soldati della Rivoluzione e dell’Impero. La battaglia di Parigi costò la vita a 3.500 francesi, 2.500 furono feriti o prigionieri. I coalizzati vi lasciarono 8.000 morti e 10.000 feriti.